(1) La mia povera mente continua a seguire gli atti di Gesù fatti per amore nostro, e riandando al suo concepimento, offerivo tutti i miei atti fatti nel suo Voler Divino, con tutto l’essere mio per onore del suo concepimento, in questo mentre, usciva una luce da me che andava a depositarsi nel seno dell’Immacolata Regina nell’atto che Lei concepiva, ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la mia Volontà Divina è molteplice nei suoi atti, ma non ne sperde nessuno, l’unità che possiede ed il suo atto incessante mantengono l’unità negli atti suoi come se fossero uno solo, mentre sono innumerevoli e conserva negli atti suoi l’atto di farlo incessantemente, sempre, sempre, senza mai cessare di farlo, per conservarlo sempre nuovo, fresco e bello e pronto a darlo a chi il volesse, ma mentre lo dà non lo distacca dalla mia Volontà, perché Essa è luce e la virtù della luce si dà, si diffonde, si allarga, si prende quanto se ne vuole, ma non si separa, è inseparabile per virtù e per natura che possiede la luce. Vedi, anche il sole possiede questa virtù; supponi che tu avessi la stanza chiusa dalle imposte, la luce non c’è in essa, ma se tu apri le porte la luce riempie la tua stanza, si è forse distaccata la luce dal sole? No, no, ma si è allungata e allargata, senza distaccare una sola stilla dalla sua sorgente, ma ad onta che non si è separata la luce, tu hai posseduto il bene della luce come se fosse tua. Più che sole è la mia Volontà Divina, Essa si dà a tutti, ma non sperde una virgola degli atti suoi. Ora il mio concepimento, il mio Fiat lo tiene sempre in atto, e tu hai visto come la luce dei suoi atti fatti in te si allungava fin nel seno della Sovrana Celeste, come fare concepire su di essa il tuo Sommo Bene Gesù, è l’unità degli atti suoi che accentrandoli tutti ad un punto, forma i suoi portenti e la mia stessa vita, ecco perciò Io resto concepito negli atti del mio Voler Divino, in quelli della Mamma Divina e dei tuoi fatti in Esso. Anzi ti dico che ero concepito continuamente in tutti gli atti di quelli che possederanno il regno della mia Volontà, perché chi la possiede riceve tutta la pienezza dei beni della mia Vita, perché loro, solo cogli atti fatti in Essa, concorrono al mio concepimento e allo svolgimento di tutta la mia vita, quindi è giusto che ricevano tutti i beni che Essa contiene. Invece, chi non possiede la mia Volontà, appena le briciole prendono dei beni che portai sulla terra con tanto amore e perciò si veggono creature macilente nel bene, leggere, incostanti, tutt’occhio e tutto cuore alle cose passeggeri, perché mancando in loro la sorgente della luce del mio eterno Volere, non si cibano della mia vita, che maraviglia che portino sul loro volto la pallidezza, che si sentano morire per il vero bene, e se fanno qualche cosa, tutto è stento e senza luce e crescono deformi da far pietà”.
(3) Dopo ciò mi sentivo oppressa e sentivo tutto il peso del mio lungo e duro esilio, e mi lamentavo col mio adorabile Gesù, che al duro martirio delle sue privazioni mi aggiunge l’allontanamento della mia patria celeste e gli dicevo: “Come non hai compassione di me? Come mi lasci sola senza di Te in preda solo del tuo amabile Volere? Come mi lasci sì a lungo in questa terra d’esilio?” Ma mentre sfogavo il mio dolore, la mia vita, il mio tutto Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(4) “Figlia mia, la terra è esilio per chi non fa e vive nella mia Volontà, ma per chi vive in Essa non si può chiamare esilio, ma un passo di distanza, che quando meno se lo creda, fatto quel passo si troverà nella celeste patria, non come uno che viene dall’esilio, che nulla conosce di essa, ma come una che già sapeva ch’era sua e ne conosceva la bellezza, la sontuosità, la felicità dell’eterna città. La mia Volontà non sopporterebbe di tenere nelle condizioni d’esiliata chi vive in Essa, per far ciò dovrebbe cambiare natura, regime tra chi vive in Essa in Cielo e tra chi vive in terra, ciò che né può, né vuol fare. Si dice forse esilio per chi esce da casa sua per allontanarsi un passo? Certo che no, oppure si può dire esilio chi va ad un paese nella sua stessa patria? L’esilio figlia mia, significa circonferenza di spazio senza poterne uscire, spogliamenti di beni, lavori forzati senza potersi esimere; la mia Divina Volontà non ne sa fare di queste cose, e tu vedi, lo tocchi con mano, come l’anima tua non tiene circonferenza di luogo, di spazio, si porta dovunque, nel sole, nel cielo, qualche volta hai fatto le tue scappatine fin lassù nelle regioni celesti, e quante volte non ti sei immersa nella stessa luce interminabile del tuo Creatore? Dove non sei tu libera d’andare? Nel mare, nell’aria, dovunque, anzi la mia stessa Volontà gode, ti spinge, ti dà il volo di girare ovunque. Essa si sentirebbe infelice di vedere chi in Essa vive, senza libertà e come inceppata. Il mio Fiat Divino invece di spogliare, riempie fino all’orlo l’anima dei suoi beni, le dà il dominio di sé stessa, converte le passioni in virtù, le debolezze in fortezza divina, Esso dà gioie e felicità senza numero, dà per grazia ciò che Esso è per natura, fermezza, irremovibilità perenne. Esilio è per chi è tiranneggiato dalle passioni, senza dominio di sé stesso, senza potersi spaziare nel suo Dio, e se qualche bene pensa è mischiato, circondato da tenebre. Sicché le virtù del povero esiliato sono sforzate, incostanti, è schiavo delle sue stesse miserie e ciò lo rendono infelice. Tutto al contrario per chi vive nella mia Volontà Divina, né Io avrei tollerato di tenerti sì a lungo in vita se ti sapessi nell’esilio, il tuo Gesù ti ama troppo, come avrebbe potuto sopportare di tenerti esiliata? E se tollero è perché so che come piccola figlia del mio Volere, Esso ti tiene non in condizioni d’esilio, ma nelle sue proprietà, nella sua luce, libera e dominante, col unico scopo di formare in te il suo regno e d’impetrarlo a pro dell’umana famiglia. E tu dovresti essere contenta di ciò, conoscendo che tutti i desideri, le brame, i sospiri del tuo Gesù sono per il regno della mia Volontà sulla terra, la mia completa gloria l’aspetto dal Fiat Voluntas Tua come in Cielo così in terra”.