(1) Stavo continuando i miei atti nel Fiat Divino ed il mio dolce Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, chi opera nella mia Volontà lavora nelle mie proprietà divine, ed essa forma negli interminabili miei beni di luce, di santità, d’amore, di felicità senza fine, gli atti suoi, i quali si trasformano in tanti soli, riprodotti questi soli dalle mie stesse qualità, che si sono prestate all’atto dell’anima per decoro di lei e per fare che fossero atti degni del suo Creatore e per rimanere quest’atti come atti perenni in Dio stesso, che lo glorificano, lo amano coi suoi stessi atti divini. Onde Adamo prima di peccare formò tanti soli nel suo Creatore per quanti atti fece, ora chi vive e opera nella mia Volontà, trova questi soli fatti da lui, quindi il tuo impegno è di seguire i primi atti della Creazione, di prendere il tuo posto di lavoro vicino all’ultimo sole, oppure atto che fece Adamo quando possedeva l’unità di Volontà col suo Creatore; devi supplire a ciò che lui non continuò a fare perché uscì da dentro le mie proprietà divine ed i suoi atti non furono più soli, perché non teneva più in suo potere le mie qualità divine che si prestavano a fargli formare i soli, al più si ridussero i suoi atti per quanto buoni, a piccole fiammelle, perché la volontà umana senza della mia non tiene virtù di poter formare soli, le mancano le materie prime, sarebbe come se tu volessi formare un’oggetto d’oro senza che avessi in tuo potere il metallo dell’oro, per quanta buona volontà avessi, ti riuscirebbe impossibile. Solo la mia Volontà tiene luce sufficiente per fare formare i soli alla creatura, e dà questa luce a chi vive in Essa, nelle sue proprietà, non a chi vive fuori di Essa. Onde devi supplire a tutte le altre creature che non hanno posseduto l’unità con la mia Volontà, il tuo lavoro è grande e lungo, hai da fare molto negli interminabili miei confini, perciò sii attenta e fedele”.
(3) Quindi continuavo i miei atti nel suo Volere adorabile e girando per tutta la Creazione, il mio Sommo Bene Gesù ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, come la mia Volontà Divina è sparsa in tutta la Creazione, così tu unita con Essa, voglio trovarti in tutte le cose create, come sparsa in ciascuna di esse, sarai il cuore della terra per trovare la tua vita palpitante in essa, che col suo palpito continuo mi attesta l’amore di tutti i suoi abitatori. Sarai la bocca del mare che mi farai sentire la tua voce nelle sue onde altissime e nel suo mormorio continuo, che mi lodi, mi adori, mi ringrazi, e nel guizzo dei pesci mi scocchi i tuoi baci affettuosi e puri, per te e per quelli che valicano il mare. Sarai le braccia del sole che distendendoti e allargandoti nella sua luce, dovunque sento le tue braccia che mi abbracciano, mi stringono forte per dirmi che solo me cerchi, solo me vuoi e ami. Sarai i piedi del vento per corrermi appresso e farmi sentire il dolce calpestio dei tuoi passi, che mai lascia di correre ancorché non mi trovi; non sono contento se non trovo la piccola figlia mia in tutte le cose da me create per amore suo. A tutta la Creazione Io domando: “C’è la piccola figlia della mia Volontà? Perché voglio godermela e trattenermi con lei”. E se non ti trovo, Io perdo il mio godimento ed il mio dolce trastullo”.
(5) Dopo di ciò seguivo il mio amato Gesù negli atti che fece nella Redenzione, cercavo di seguirlo parola per parola, opera per opera, passo per passo, non vorrei nulla che mi sfuggisse per premurarlo e chiedergli a nome di tutti gli atti suoi, lacrime, preghiere e pene sue, il regno della sua Volontà Divina in mezzo alle creature, ed il mio adorato Gesù mi ha detto:
(6) “Figlia mia, quando Io stavo sulla terra, la mia Volontà Divina che per natura regnava in me, e quella stessa Volontà Divina che esisteva e regnava in tutte le cose create, ad ogni incontro si baciavano insieme, e sospirando il loro incontro facevano festa e le cose create facevano a gara per incontrarsi con me e darmi gli omaggi che mi convenivano. La terra come sentiva i miei passi per darmi omaggio rinverdiva e fioriva sotto i miei piedi, voleva uscire dal suo seno tutte le bellezze che possedeva, l’incanto delle fioriture più belle al mio passaggio, tanto che Io molte volte dovevo comandarle che non mi facesse queste dimostrazioni, ed essa per darmi omaggio obbediva, come per farmi onore fioriva. Il sole cercava sempre d’incontrarsi con me per darmi gli omaggi della sua luce, sprigionando tutte le varietà delle bellezze, dei colori, dal suo seno solare innanzi alla mia vista, per darmi gli onori che meritavo. Tutto e tutti cercavano d’incontrarmi per farmi la loro festa: Il vento, l’acqua, fino l’uccellino, per farmi gli onori dei suoi trilli, gorgheggi e canti, tutte le cose create mi riconoscevano e si mettevano a gara a chi più potesse onorarmi e farmi festa. Chi possiede la mia Divina Volontà tiene la vista di conoscere ciò che appartiene alla mia stessa Volontà, solo l’uomo non mi conobbe perché non possedeva la vista e l’odorato fino di Essa, dovetti dirglielo per farmi conoscere e molti con tutto il mio dire, neppure mi credettero, perché chi non possiede il mio Voler Divino è cieco e sordo e senza odorato per conoscere ciò che ad Esso appartiene. Il non possederlo è l’infelicità più grande della creatura, è il povero cretino, cieco, sordo e muto, che non possedendo la luce del mio Fiat Divino, se ne serve delle stesse cose create di prendere gli escrementi che esse gettano e lasciano dentro di esse il vero bene che contengono. Che dolore, vedere le creature senza la nobiltà della Vita della mia Volontà Divina”.