(1) Mi sentivo tutta abbandonata nel Fiat Supremo, ma in mezzo alla santità d’un Volere sì santo, mi sentivo imperfetta, cattiva e pensavo tra me: “Come può essere che il mio amato Gesù mi dice che mi fa vivere dentro del suo Volere Divino, eppure mi sento così cattiva?” Ed il mio adorato Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, nella mia Volontà Divina non ci possono essere né imperfezioni, né cattiverie, Essa tiene la virtù purificatrice e distruggitrice di tutti i mali, la sua luce purifica, il suo fuoco distrugge fin la radice del male, la sua santità la santifica e l’abbellisce in modo che deve servirla a felicitarla e a prendersi tutte le sue delizie con chi vive in Essa, né ammette a vivere nel mio Voler Divino creature che possono portare in loro imperfezioni, amarezze, sarebbero cose contro la sua natura, e perciò mai potrebbe ammetterle a vivere in Essa. Piuttosto ciò che tu dici sono impressioni di bruttezze, di imperfezioni, di cattiverie, e la mia Volontà se ne serve come sgabello o terra che si tiene sotto dei piedi che neppure guardandole, pensa a godersi la sua piccola figlia e a metterle in grembo i suoi atti, le sue gioie, le sue ricchezze per renderla felice, onde poter godere della felicità di lei. La mia Volontà dà ciò che tiene e non ammette in Essa cose anche minime che non l’appartengono, perciò deve entrare in Essa nuda del tutto chi vuol vivere in Essa, perché la prima cosa che fa il mio Volere è vestire l’anima di luce, abbellirla con abbigliamenti divini, imprime sulla fronte il bacio della pace perenne, della felicità e della fermezza; l’umano non ha che ci fare in Essa, non tiene né vita, né luogo e l’anima stessa sente tale ribrezzo di ciò che non appartiene al mio Volere, che metterebbe la vita anziché prendere parte a ciò che non appartiene alla santità della mia Divina Volontà”.
(3) Onde seguivo il mio abbandono nel Fiat Divino ed il mio dolce Gesù ha soggiunto: “Figlia mia, la mia Divina Volontà fu data fin dal principio della Creazione come vita delle creature, ed Essa prese l’impegno di mantenere questa sua vita in loro, integra, bella, nel suo pieno vigore, somministrandole in ogni atto di creatura un suo atto divino, un’atto dell’altezza della sua santità, della sua luce, della sua potenza e bellezza. Essa si metteva in aspettativa di aspettare l’atto loro per darvi del suo, in modo da farvi un portento di vita divina degna della sua potenza e sapienza. Per comprendere basta solo il dire che il mio Voler Divino doveva formare tante Vite di Sé stesso in ciascuna creatura, e perciò metteva in esercizio di lavoro tutta la sua abilità e qualità infinite che possedeva. Come sarebbero state belle queste vite divine nelle creature, Noi guardandole dovevamo trovare in loro il nostro riflesso, la nostra immagine, l’eco della nostra felicità; qual gioia, qual festa sarebbe stata la Creazione per Noi e per le creature! Ora tu devi sapere che chi non fa la mia Divina Volontà e non vive in Essa, vuole distruggere la propria vita divina in loro, che dovevano possedere. Distruggere la propria vita, qual delitto! chi non condannerebbe chi volesse distruggere la propria vita del corpo, oppure chi non volesse prendere il cibo e si riduce macilente, infermo, inabile a tutto? Ora chi non fa la mia Volontà, distrugge la propria vita che la bontà divina vuol darle, e chi la fa, ma non sempre e non vive in Essa, siccome le manca il cibo continuo e sufficiente è il povero malato, senza forza, macilento, inabile a fare il vero bene e se qualche cosa sembra che fa, è senza vita, stentato, perch’è il mio Volere che solo può dargli vita; che delitto figlia mia, che delitto, che non merita nessuna pietà”.
(4) Il mio amabile Gesù si mostrava stanco e come irrequieto, tanto era il dolore di tante vite distrutte nelle creature, anch’io ne sentivo una pena e dicevo a Gesù: “Amor mio, dimmi che hai? Tu soffri molto, la distruzione di queste vite divine della tua adorabile Volontà è il tuo più grande dolore, perciò ti prego, fa che venga il suo regno, affinché questo tuo dolore si cambia in gioia e così la Creazione non più ti darà irrequietezze e dolore, ma riposo e felicità”. E vedendo che col mio dire non giungevo a quietarlo, ho chiamato in mio aiuto tutti gli atti della sua Volontà fatti nella Creazione ed emettendo i miei, ho circondato Gesù dagli atti di Essa. Una luce immensa si faceva intorno a Gesù, quella luce eclissava tutti i mali delle creature e Lui prendeva riposo, e poi ha soggiunto:
(5) “Figlia mia, il solo mio Volere può darmi riposo. Se vuoi quietarmi quando mi vedi inquieto, presta te stessa allo svolgimento della vita della mia Volontà in te, e facendo tuoi gli atti suoi, Io troverò in te la sua luce, la sua santità, le sue gioie infinite che mi daranno riposo, e farò un po’ di sosta a castigare le creature, troppo meritevoli di queste vite divine che distruggono in loro, che meritano che li distrugga tutti i beni naturali e anche la stessa loro vita, non vedi come il mare esce dal suo lido e cammina per strappare queste vite nel suo seno e seppellirle in esso? Il vento, la terra, quasi tutti gli elementi camminano per fare strappo delle creature e distruggerle. Sono gli atti della mia Volontà sparsi nella Creazione per amor loro, e che non avendole ricevuto con amore si convertono in giustizia”.
(6) Io sono rimasta spaventata nel vedere ciò e pregavo il mio sommo Bene Gesù che si placasse e che presto venisse il regno del Fiat Divino.