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Messaggio del 28 luglio 1985:Da quanto tempo non incontrate Gesù come amico! E da quanto tempo non incontrate me come Madre! In questi giorni meditate su questo e decidetevi di cambiare qualcosa.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 22-22 Agosto 28, 1927 Dolore del Voler Divino in ciascuna cosa creata. Concepimento di Gesù. Amore dell’anima.

(1) Stavo secondo il mio solito seguendo gli atti del Voler Supremo. Ma mentre ciò facevo il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno ed era tanto afflitto, affannato e sospirava con intenso dolore ed io gli ho detto: “Che c’è, che c’è Amor mio? Perché sei così afflitto e dolente? ” E Gesù:

(2) “Figlia mia, se tu sapessi quanti dolori riceve la mia Volontà piangeresti meco. Essa in tutta la Creazione tiene il suo moto ed il suo atto continuo, coinvolge tutto ed in tutte le cose create porge il suo atto incessante a ciascuna creatura e non trovando la sua stessa Volontà in esse per dare l’atto suo, anzi trova volontà umane infangate, è costretta per conservarle, a deporre il suo atto. Si sente straziare dal dolore, ché depone nel fango la nobiltà, la santità, la purezza dei suoi atti Divini. Non trova il corteggio della sua stessa Volontà Divina nell’atto suo che depone nella creatura e ne soffre intensamente. Ed Io sento il suo dolore in ogni atto suo ed in ogni atto che fa fare alle stesse creature. Se la creatura parla, opera e cammina, è la mia Volontà Divina che si fa primo moto della parola, dell’opera, dei passi di loro, eppure non viene guardata, viene messa da parte come se il mio Volere fosse estraneo a loro, mentre vi tiene la parte vitale ed essenziale dell’atto loro ed oh! come si duole in ogni atto delle creature, nel vedersi né riconosciuta, né amata, né guardata. Non c’è cosa nella Creazione che il mio Volere non fa: Nel sole fa il suo atto di luce incessante per dare luce alle creature e cerca in loro il suo stesso Volere per ricevere il corteggio, la gloria alla sua luce e non trovandolo si duole, perché non trova in esse chi pareggia alla sua luce; anzi trova in loro tenebre e freddezza che offendono la sua luce ed il suo calore. Che dolore! il mio Volere fa il suo atto continuato nell’aria e respirando in essa, forma nell’aria un atto vitale che, respirandolo le creature sentono la vita e mentre dà la vita non trova in loro il respiro del suo stesso Voler Divino, che respirando insieme formerebbe la Vita Divina nella creatura. Che dolore dar la vita e non poterle formare in loro. Il mio Volere forma il cibo, tiene in esercizio tanti elementi: La terra, il vento, il sole, l’aria, l’acqua, il germe, per formare questo cibo per darlo alle creature, per trovare in loro la sua Volontà. Macché, invano ed il suo dolore si fa più intenso. Che cosa non fa la mia Volontà nella Creazione? Non c’è cosa in cui non tiene il suo primo atto di Vita e corre e corre incessantemente verso la creatura, corre nel vento, nell’acqua, nella terra, nei prati fioriti, nelle onde del mare, nel cielo disteso, dovunque e corre per trovare la sua Volontà nelle creature e non trovandola sente in tutte le cose un dolore, si sente strappare gli atti suoi senza che servono al suo stesso Volere. Oh! se la creatura potesse leggere i caratteri del mio Fiat Divino, leggerebbe in tutto ciò che vede, sente, tocca e prende, dolore incessante di questo mio Volere, che corre e correrà sempre solo per trovare la mia Volontà in loro, scopo unico perché fu creato l’uomo e tutta la Creazione. E se la conserva, è per raggiungere il suo scopo e mettere tregua ad un dolore sì lungo. Ecco perciò tutte le mie premure per far conoscere la mia Volontà Divina, affinché regni e domini. Tutto sarà dato ai figli di Essa, perché essi soli toglieranno i caratteri del dolore e vi metteranno i caratteri della gioia, della gloria, della felicità in tutte le cose create, perché Volontà Divina riceveranno per mezzo di esse e Volontà Divina faranno trovare in loro che renderanno i giusti omaggi e la gloria dovuta agli atti che il mio Volere esercita in tutta la Creazione”.

(3) Onde continuavo a seguire gli atti del Supremo Volere e giunta al punto quando la Sovrana Regina concepì nel suo seno purissimo, dicevo tra me: “L’Altezza della mia Madre Celeste somministrò il suo sangue, il suo amore e la Volontà Divina che regnava in Essa per formare in Lei il concepimento del Verbo. Anch’io voglio somministrare il mio amore, le mie pene ed il Voler Divino che regna in me, mentre concepisce nel suo seno, affinché anch’io ci metto del mio nel concepimento di Gesù, per adorare l’Eterno Fiat in un atto sì grande e anche per fare che avendo dato del mio, resti concepito in me”. Ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Sono le mie solite stranezze, ma del resto è amore che voglio dare a Gesù, è la sua stessa Volontà Divina per onore del suo concepimento”. E Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto:

(4) “Figlia mia, sono Io che muovo l’animo tuo a fare ciò che voglio e molte volte non ti dico neppure la ragione. Tu devi sapere che la mia Divina Volontà ebbe il suo atto primo nel concepimento di Me, Verbo Eterno ed il tuo amore e atti tuoi sono atti di giustizia e sono necessari per il concepimento della Volontà Divina nell’Umanità del tuo Gesù, perché il primo regno che stendeva fu nella mia Umanità. Ora per darti il diritto che potesse regnare in te, esigeva con giustizia il tuo amore mentre concepiva nella mia Umanità. E siccome per il mio Supremo Fiat non esiste passato e futuro, ma tutto è presente, mentre concepivo nella Sovrana Regina, concepivo nel tuo amore, nelle tue pene, in quel suo stesso Volere che doveva regnare in te. Sicché tu adesso non fai altro che darle i diritti suoi, somministrarle ciò che ci vuole per farla concepire in te, per ricevere tu i diritti di farle stendere il suo regno e di prendere in mano lo scettro del comando con assoluto dominio. Onde ciò che a te sembra nulla e stranezza, entra nell’atto primo della DivinaVolontà ed il tuo Gesù, guidandoti e prendendoti per mano, ti porta nell’atto quando concepì nel seno materno per farti mettere il tuo amore, le tue pene, affinché non mancasse l’atto tuo in un atto sì grande che dava il principio al regno della mia Volontà Divina nell’umana famiglia. Ed è questa la causa perché in tutti gli atti che Io feci stando sulla terra, chiamo il tuo amore a vincolarsi a quegli atti, né voglio che te ne sfugga nessuno. Sono diritti di giustizia che esige il mio Volere e sono anelli di congiunzione per darti il diritto che Esso potesse regnare in te. Perciò segui il tuo Gesù senza darti pensiero”.

(5) Onde ritornando a pensare al dolore che sente la Divina Volontà nella Creazione, avrei voluto tante vite per quanti dolori Essa sente, per raddolcire un dolore sì lungo e pensavo in che stato doloroso si trova il Fiat nelle creature. Ed il mio amabile Gesù uscendo da dentro il mio interno mi ha detto:

(6) “Figlia mia, tu devi sapere che il mio Voler Divino non può ammettere gli atti della mia Volontà nella creatura se non trova la sua, perché manca in loro la capacità, dignità, santità, spazio per poter contenere un atto solo della Volontà Suprema. E questo è un altro suo dolore; ma per natura di sua bontà comunica i soli effetti. Succede come al sole che comunica i suoi effetti alla terra, ma non rimane in essa, altrimenti la terra resterebbe raggiante, luminosa; invece, come passa il sole così resta corpo scuro qual è, ma gli effetti servono a conservarla e a farle produrre piante, fiori e frutti. Succede pure come l’acqua che comunica i suoi effetti alla terra, ma non la sorgente della sua vita. Tanto vero che quando non piove la terra resta asciutta e non ha forza di produrre un filo di erba. E perciò la terra, non possedendo né la vita del sole, né quella dell’acqua, ha bisogno che il sole comunica i suoi effetti giornalieri e l’acqua spesso spesso la bagna per conservarsi e poter produrre. Così succede per gli atti del mio Voler Divino, Esso vuol darsi affinché la creatura diventi sole, per poter formare la sua Vita e non trovando la sua Volontà, nel suo dolore, preso da eccessi della sua bontà comunica i suoi effetti, che servono per conservare il soggetto dei suoi dolori. Nessuno può dirti che valore, che potenza, che santità, luce ed immensità che contiene un atto del mio Fiat Divino, se non che il tuo Gesù e solo chi possiede un Voler Divino può contenere gli atti di Esso, perciò solo il Fiat può innalzare la creatura alla Santità e nobiltà Divina che dà la somiglianza del suo Creatore; tutti gli altri, per quanto buoni e decantati per abilità, ingegno, dottrina, operosità, resteranno sempre come terra che, non possedendo né sorgente di luce, né di acqua, gli sarano dati come poveri mendichi gli effetti del mio Supremo Volere”.