MaM
Messaggio del 20 gennaio 1985:Figli miei! Io vi amo! Vi amo d’un amore senza limiti, senza confini! Vorrei che comprendeste il mio amore e l’amore di Dio. Desidero che ciascun membro del gruppo vada da solo all’aperto in mezzo alla natura, per contemplare Dio attraverso la natura. Lì preghi da solo e poi raccolga un fiore, una foglia o qualunque altra cosa che attiri la sua attenzione e la porti con sè alla prossima riunione del gruppo.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 22-16 Agosto 9, 1927 Come la Creazione e la Redenzione sono territori divini dati alle creature. Amore di Gesù nel farla dormire. Come luce e calore sono inseparabili tra loro.

(1) Stavo seguendo la Divina Volontà negli atti suoi ed il mio amato Gesù mi seguiva col suo sguardo per vedere se io visitavo tutte le opere sue e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, sto a guardare se visiti tutti i miei territori. Tu devi sapere che la Creazione è territorio mio, la Redenzione sono territori aggiunti. Anzi la mia infanzia, le mie lacrime e vagiti infantili, le mie preghiere, le mie opere, i miei passi, la mia vita nascosta e pubblica sono altrettanti miei appartamenti che formai nei miei territori. Non c’è cosa che Io feci e pena che soffri, che non me ne servì per allargare i confini dei territori divini per darli alle creature.

(3) Ora ogni giorno sto guardando se almeno la piccola figlia del mio Volere visita tutti i miei territori, entra in ciascun mio appartamento e quando ti veggo incominciare il tuo giro per visitare il sole, le stelle, il cielo, il mare e tutte le cose create, sento che i miei territori, che con tanto amore ho formato e dato alle creature non sono abbandonati, vi è almeno chi li visita e se li visita significa che li ama e ha accettato il dono e con ansia aspetto che continui le tue visite in Betlem, dove nacqui, visiti le mie lacrime, le mie pene, i miei passi, le mie opere, i miracoli che feci, i sacramenti che istituii, la mia Passione, la mia croce, insomma tutto e faccio noto se qualche cosa ti sfugge affinché tu faccia la tua visitina fosse pure di passaggio. Ed oh! come ne resto contento che i miei appartamenti siano tutti visitati.

(4) Figlia mia, qual dolore dare e non essere riconosciuto, dare e non stare chi prende il bene che si vuol dare. Ed Io, sai che faccio? Quando ti vedo soletta girare per tutti i miei territori e visitare i miei appartamenti ti do tutti i beni che ci sono in esso, in modo che ciò che dovrei dare agli altri lo accentro in te. Sicché tutto ti dono e tutto mi dai. Perché per poter dare tutto all’anima devo trovare tutto in lei ed essa per potermi dar tutto deve possedere tutto. Chi tutto tiene, tiene la capacità di potermi dar tutto e di ricevere tutto”.

(5) Onde mi sentivo un sonno profondo, tanto da non potere neppure scrivere e pensavo tra me: “Perché questo sonno, mentre in me è stato quasi sempre natura la veglia? ” Ed il mio amato Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto:

(6) “Figlia mia, come il medico addormenta il povero paziente che deve sottoporsi ad una operazione chirurgica per non fargli sentire tutta la crudezza del dolore dei tagli che deve dare sul povero infermo, così Io, medico celeste, che troppo ti amo, per non farti sentire il continuo torchio della mia privazione, i suoi colpi ripetuti, la crudezza dei suoi dolorosi tagli, ti addormento affinché il sonno, spezzando il tuo martirio, ti dia un po’ di tregua ad un dolore sì intenso. Ma mentre dormi, il tuo Gesù ti sostiene fra le sue braccia e continuo il mio lavoro nell’anima tua. E non solo ciò, ma ti faccio dormire perché la mia giustizia, troppo irritata dalle offese delle creature, potesse fare il suo corso nel colpire le creature e tu dormendo non solo la lasci libera nel suo corso, ma ti risparmia il dolore di farti vedere i giusti suoi colpi sul mondo ingrato. Oh! se tu vedessi come il tuo Gesù leggermente ti abbraccia per non farti sentire il tocco dei miei abbracci, come pian pianino ti bacio per non farti sentire il tocco delle mia labbra, come zitto zitto vo ripetendo: “Povera figlia mia, povera figlia mia, sotto che duro martirio tu sei, affinché il suono della mia voce non ti svegli e come senza strepito di voci e di moti, continuo il lavoro del regno del mio Fiat Divino nell’anima tua, non diresti più che non ti voglio più il bene di prima, anzi mi diresti: “Oh! come mi ama troppo il mio Gesù e se mi addormenta è per non farmi soffrire di più”.

(7) Dopo di ciò stavo seguendo il Voler Divino ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(8) “Figlia mia, per formare una luce più grande ci vuole più calore. Luce e calore sono inseparabili fra loro; se c’è luce ci deve essere il calore, perché la natura della luce è il calore, la natura del calore è la luce; ma però se si vuole grande luce, ci vuole molto calore, l’una e l’altro sono forze uguali e ambedue formano la loro vita. Ora chi fa la mia Volontà e vive in Essa riceve la vita della luce e del calore del suo Creatore e l’anima, come pensa al mio Divin Volere, così forma il calore; come parla di Esso aggiunge altro calore; come opera per compierla, raddoppia il calore; come cammina nelle sue vie, moltiplica il calore e la luce si fa più fulgida, più forte, si stende e si allarga di più. Sicché non c’è parte del suo essere che non spanda raggi di luce vivificante, molto più che possiede la sorgente della vita della luce, qual è il mio Supremo Fiat. Onde da ciò potrai comprendere che le creature tanta luce e calore posseggono, per quanto hanno contatto con la mia Volontà e per quanto nelle loro azioni cercano di compierla e se ciò non fosse, ancorché si vede in loro operare il bene, è bene senza vita, senza luce e senza calore, sono virtù superficiali che formano una luce e calore dipinto, che toccate si trovano fredde e senza il bene di una luce vivificante che dà la vita e molte volte le opere senza del mio Divin Volere, alle occasioni si fanno conoscere che erano alimentate da passioni e vizi che coloriva con quel bene apparente”.

(9) Poi ha fatto silenzio ed io cercavo di abbandonarmi tutta nel suo Volere per seguirlo ed il mio Sommo Bene Gesù ha ripreso a dire:

(10)Figlia mia, la nostra Divinità nel creare l’uomo lo vincolava tutto con Noi, quindi la memoria, l’intelletto, la volontà, erano vincoli d’unione; gli occhi, la bocca, l’udito, il cuore, le mani, i piedi, erano vincoli e se la creatura vive nel mio Volere, come mette in attitudine ciascuno di questi vincoli, riceve l’attitudine della vita Divina. Sicché viene formata e si sviluppa come una pianticella, che mentre possiede la fecondità della sua terra piena di umori vitali, innaffiata con acqua pura e abbondante, sta tutta esposta ai benefici raggi del sole ricevendo la sua vita continua, oh! come cresce bene, come sono gustosi i suoi frutti, come cercati, amati e apprezzati. Così l’anima, col ricevere la Vita continua di Dio per mezzo di tutti questi vincoli, che più che raggi solari si comunicano sopra ciascuna parte del suo essere, si conserva terra feconda piena di umori vitali e Divini che più che sangue gli scorrono in lei, come cresce bene; è l’amata, la ricercata dal cielo e dalla terra. La sua vita, le sue opere, le sue parole più che frutti sono gustosi per tutti, Dio stesso si prende piacere di gustare frutti sì preziosi. Dunque come puoi tu temere che potessi lasciarti, se sei vincolata con tanti vincoli con Me da cui ricevi vita continua? ”