MaM
Messaggio del 6 luglio 1997:Durante un ritiro di sacerdoti: Sia lodato Gesù Cristo, miei cari figli! Quando vi vedo qui sono piena di gioia. Vi benedico con la mia benedizione materna. Il rinnovamento spirituale che qui avete iniziato continui nelle vostre parrocchie. Cari figli, non stancatevi di invitare tutti alla preghiera. La Madre pregherà suo Figlio per voi. Perciò pregate, pregate, pregate! Andate nella pace di Dio!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 22-6 Giugno 26, 1927 Come tutte le cose di Dio hanno ugual peso. Come tutto ciò che fece Iddio nella Creazione è imperlato dal suo amore e questo lo sente chi vive nella Divina Volontà.

(1) Stavo facendo il solito giro nel Fiat Divino e mentre giravo per tutta la Creazione pensavo tra me: “Quanta luce e calore terrà in sé il mio Creatore, se tanto ne mise fuori nel creare il sole? ” Oh! come si deve sentire bruciare dal suo calore se tanto ne contiene. Ma mentre ciò pensavo il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, nelle cose nostre vi è perfetta e uguale misura di tutto, sicché per quanto è l’amore, il calore, la luce, altrettanto è la freschezza, la bellezza, la potenza, la dolcezza, eccetera. Uno è il peso di tutto e perciò il calore viene alimentato dalla freschezza e la freschezza dal calore; la luce viene alimentata dalla bellezza e la bellezza alimenta la luce, in modo che una rattempra l’altra; la fortezza alimenta la dolcezza e la dolcezza la fortezza e così di tutto il resto delle nostre cose divine, in modo che ciascuna ci felicita. Da sole le nostre qualità ci opprimerebbero, invece insieme, essendo di perfetta uguaglianza, ci servono di felicità, di gioie e di contenti e tutte fanno a gara per renderci felici; il calore ci porta la felicità dell’amore e la freschezza ci porta le gioie del bello, del fresco; la luce ci porta la gioia della luce e la bellezza rattemprando la vivezza della luce ci porta la felicità del bello, del buono, del santo, dell’immensità, essa intreccia tutte le nostre qualità e tutte ce le rende belle, amabili e ammirabili; la fortezza ci porta la felicità dei forti e la dolcezza invadendola tutta, ci porta le gioie miste a dolcezza e a fortezza. E tutto ciò che si vede nella Creazione non sono altro che sbocchi dell’abbondanza della luce, del calore, della freschezza, bellezza e fortezza che possediamo dentro di Noi e questi sbocchi furono messi fuori da Noi per alimentare e felicitare le creature coi nostri stessi sbocchi, in modo da renderli felici e a via di alimentarsi delle nostre qualità, rendersi simile a Noi e le creature dovevano essere portatrici di felicità e di gioie al suo Creatore. Come doveva essere bello vederle luminose come sole, belle più che prato fiorito e cielo stellato; forti come vento impetuoso, imperlato di freschezza divina in modo da mantenersi sempre nuove e fresche senza mutarsi. La nostra Volontà le porterebbe tutti i nostri sbocchi uniti insieme, che uno felicita l’altro, ma come l’uomo si sottro dal Fiat Supremo riceve i nostri sbocchi separati l’uno dall’altro e perciò il calore lo brucia, la luce lo eclissa, il freddo lo intirizzisce, il vento lo nuoce e molte volte lo atterra, lo sbalza. Le nostre qualità non vedendo nell’uomo il facsimile del suo Creatore, né il vincolo dell’unione col Fiat Divino, agiscono separate su di lui e non riceve la felicità che unite esse contengono. Perciò con la mia Volontà la creatura sarebbe stata l’essere più felice; invece senza di Essa è la più infelice”.

(3) Onde continuavo il mio volo nel Voler Divino e sorvolando su ciascun pensiero di creatura e atto, su ciascuna pianta e fiore e su tutto, suggellavo il mio ti amo e chiedevo il regno del Fiat Divino. Ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Che lunga storia nella mia povera mente, né pare che mi possa esimermi, devo andare rintracciando tutti i tempi, tutti i luoghi, tutti gli atti umani e fin piante e fiori e tutto, per imprimere un ti amo, un ti adoro, un ti benedico, un grazie e chiedergli il suo regno”. Ma mentre ciò pensavo il mio dolce Gesù muovendosi di nuovo nel mio interno mi ha detto:

(4) “Figlia mia, credi che sei tu che ciò fai? No, no, è la mia Volontà che va rintracciando tutti gli atti suoi, che mise fuori nella Creazione imperlando ciascun suo atto, pensiero, parola, passo, col suo ti amo e questo ti amo corre attraverso di ciascun atto e pensiero verso ciascuna creatura. Chi sta nella mia Volontà sente questo amore di Dio sparso dovunque, anche nelle piante, nei fiori, fin sotto terra, nelle radici, il suo amore è nascosto, ché non potendo contenerlo squarcia la terra ed imperla piante e fiori col suo ti amo per palesare il suo ardente amore verso la creatura e la mia Volontà regnando nell’anima vuole continuare il suo ti amo della Creazione e perciò ti chiama a seguire il suo eterno amore e chiamando ciascun pensiero e atto e tutti gli elementi creati, dice e ti fa dire ti amo e ti fa chiedere con la sua stessa Volontà il regno suo per vincolarlo di nuovo in mezzo alle creature. Quale incanto figlia mia, vedere il tuo ti amo unito a quello del mio Volere, che scorre in ciascun pensiero e atto di creatura e chiede il mio regno, scorrere questo ti amo nell’impetuosità del vento, stendersi nei raggi del sole, mormorare nel mormorio del mare, nel fragore delle onde, suggellarsi su ciascuna pianta ed elevarsi con la più bella adorazione nei profumi dei fiori e più che voce tremula dire: “Ti amo nel dolce tremolio e scintillio delle stelle”. Insomma dovunque. Chi non vive nel mio Voler Divino non sente questo linguaggio del mio eterno amore in tutti gli atti suoi ed in ciascuna cosa creata, ma chi vive in Esso, si sente tante volte chiamare ad amare, per quante volte l’ha amato il suo Creatore. Tutte le cose le parlano con santa eloquenza del mio amore. Che ingrata sarebbe se non seguisse il parlante amore del mio eterno Fiat”.