(1) Le privazioni del mio dolce Gesù si fanno più a lungo, sento che non posso andare più avanti, oh! se mi venisse dato di prendere il volo alla mia Patria Celeste, dove non ci sono più separazioni con Gesù, come sarei felice d’uscire dal duro e oscuro carcere del mio corpo. Gesù! Gesù! come non vuoi avere pietà di me, di questa povera prigioniera? Come mi hai lasciato senza che neppure mi vieni a visitare spesso nell’oscura prigione in cui mi trovo? Oh! Gesù, senza di Te come si rende più penoso, più tetro, più tremendo il mio carcere in cui Tu mi mettesti dicendomi che io vi stessi per amore tuo e per compiere la tua Volontà, ma non mi avresti lasciata sola, mi avresti tenuta tu compagnia, e ora, e ora tutto è finito! non ho il tuo sorriso che mi rallegra, non ho la tua parola che rompe il mio lungo silenzio, né la tua compagnia che spezza la mia solitudine, sono sola ed imprigionata e legata da Te in questa prigione e poi per compimento mi hai lasciato. Gesù! Gesù! non me lo aspettavo da Te.
(2) Ma mentre sfogavo il mio intenso dolore è uscito da dentro il mio interno e abbracciandomi per sostenermi, ché non avevo più forza, mi ha detto: 22[1] Questo libro è stato copiato direttamente dal originale manoscritto di Luisa Piccarreta
(3) “Figlia mia, coraggio, Io non ti lascio, anzi tu devi sapere che il tuo Gesù tutti i miracoli sa fare e può fare, tranne il miracolo di separarmi dalla mia Volontà, se in te c’è il mio Divin Volere, come posso lasciarti? E se ciò fosse sarei Gesù senza vita. Piuttosto è l’interminabilità del mio Fiat che mi nasconde e tu mentre senti la Vita di Esso, non vedi il tuo Gesù che sta dentro di Esso”.
(4) Onde mi sentivo afflitta, non solo per le privazioni del mio dolce Gesù, ma perché pure mi era giunta la notizia inaspettata della morte del Reverendo Padre Di Francia, era l’unico rimastomi a cui potevo aprire la povera anima mia, come mi comprendeva bene, era un santo a cui mi affidavo e che tanto aveva compreso tutto il valore di ciò che Gesù mi aveva detto sulla Divina Volontà, aveva tanto interesse di ciò, che con insistenza si aveva portato tutti gli scritti per pubblicarli. Sicché pensavo tra me, dopo che Gesù permise che si portasse gli scritti con mio grande sacrifizio, perché io non volevo e solo perché era ad un santo io dovetti cedere e ora Gesù se l’ha portato al Cielo; mi sentivo torturare dal dolore, ma Fiat! Fiat! Fiat! Tutto finisce quaggiù; ho sfogato in pianto raccomandando a Gesù quell’anima benedetta che tanto aveva sofferto e operato per Lui e mentre ciò facevo il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(5) “Figlia mia, coraggio, tu devi sapere che tutto ciò che quell’anima, tanto a me cara, ha fatto, tutte le conoscenze che ha conosciuto sulla mia Volontà, tanta luce di più racchiuse nell’anima sua, sicché ogni conoscenza di più è una luce maggiore che possiede e ogni conoscenza mette nell’anima una luce distinta, una più bella dell’altra, col germe della distinta felicità che ciascuna luce contiene, perché tutto ciò che l’anima può conoscere di bene con la volontà di farne pratica in sé stessa, resta in possesso del bene che conosce. Se poi non tiene volontà di farne pratica di quelle conoscenze che acquista, succede come quando uno tocca un fiore oppure si lava con acqua freschissima una volta, nell’atto sentirà il profumo del fiore, il refrigerio dell’acqua fresca, ma siccome non possiede il fiore né la fonte dell’acqua fresca, a poco a poco svanirà il profumo ed il bene della freschezza dell’acqua e si troverà vuoto del profumo e svanita la freschezza che aveva goduto; tale sono le conoscenze quando si ha il bene di conoscerle e non si mettono in pratica. Ora quell’anima teneva tutta la volontà di farne pratica, tanto che vedendo il gran bene che lui sentiva, voleva farle conoscere agli altri col pubblicarle. Quindi finch’è stato in terra, il corpo più che muro muravo quella luce, ma non appena l’anima è uscita dal carcere del suo corpo, si è trovata investita dalla luce che possedeva ed i tanti germi della felicità che possedeva, effetti delle conoscenze della mia Volontà Divina, sviluppandosi ha incominciato a sentire il principio della vita delle vere beatitudini e tuffandosi nell’eterna luce del suo Creatore, si trovò nella Patria Celeste dove continuerà la sua missione sulla mia Volontà, assistendo lui il tutto dal Cielo.
(6) Se tu sapessi la gran differenza che c’è di gloria, di bellezza, di felicità, tra chi porta morendo dalla terra la luce coi germi di tante felicità e tra chi la riceve solo dal suo Creatore, c’è tale distanza, che passa in distanza più che tra il Cielo e la terra. Oh! se sapessero i mortali il gran bene che acquistano col conoscere un vero bene, una verità e farne sangue proprio per assorbirlo nella propria vita farebbero a gara, dimenticherebbero tutto per conoscere una verità e darebbero la vita per metterla in pratica”.
(7) Onde mentre Gesù ciò diceva ho visto innanzi a me l’anima benedetta del padre, vicino al mio letto, investita di luce, sospesa dalla terra, che mi guardava fissa ma senza dirmi una parola, anch’io mi sentivo muta innanzi a lui e Gesù ha soggiunto:
(8) “Guardalo come è trasformato, la mia Volontà è luce e ha trasformato quell’anima in luce; è bella, gli ha dato tutte le tinte della perfetta bellezza; è santa ed è restata santificata; la mia Volontà possiede tutte le scienze e l’anima è restata investita dalla scienza divina; non c’è cosa che la mia Volontà non gli ha dato. Oh! se tutti capissero che significa Volontà Divina, metterebbero tutto da parte, non si curerebbero di fare più nulla e tutto l’impegno sarebbe solo di fare la mia sola Volontà”.
(9) Dopo di ciò pensavo tra me: “Ma perché Gesù benedetto non ha concorso a fare il miracolo al Padre Di Francia? ” E Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
(10) “Figlia mia, la Regina del Cielo nella Redenzione non fece nessun miracolo, perché le sue condizioni non permettevano di dare la vita ai morti, la sanità agli infermi, perché stando che la sua Volontà era quella di Dio medesimo, ciò che voleva e faceva il suo Dio, voleva e faceva Essa, né teneva altra Volontà per chiedere a Dio miracoli e guarigioni, perché alla sua volontà umana non diede mai vita e per chiedere miracoli a questa Volontà Divina doveva avvalersi della sua, ciò che non volle fare, perché sarebbe discendere nell’ordine umano, ma la Sovrana Regina non volle dare mai un passo fuori dell’ordine divino e chi sta in esso deve volere e fare ciò che fa il suo Creatore, molto più che con la vita e luce di questa Divina Volontà, vedeva che quello era il meglio, il più perfetto, il più santo anche per le creature, ciò che voleva e faceva il suo Creatore. Quindi, come poteva discendere dall’altezza dell’ordine divino? E perciò fece solo il gran miracolo che racchiudeva tutti i miracoli, la Redenzione, voluta dalla stessa Volontà di cui era animata, che portò il bene universale e a chiunque lo vuole. La gran Madre Celeste, mentre in vita non fece nessun miracolo apparente, né di guarigioni, né di risorgere i morti, faceva e fa miracoli tutti i momenti, tutte le ore e tutti i giorni, che come le anime si dispongono, si pentono, dando Lei stessa le disposizione al pentimento, biloca il suo Gesù, il frutto delle sue viscere e tutto intero lo dà a ciascuno come conferma del suo gran miracolo che Iddio volle che fece questa Celeste Creatura. I miracoli che Iddio stesso vuole che facciano senza mescolamento di volontà umana, sono miracoli perenni, perché partono dalla sorgente divina che mai esaurisce e basta volerli per riceverli.
(11) Ora le tue condizioni si danno la mano per l’impareggiabile Regina del Cielo, dovendo tu formare il regno del Fiat Supremo non devi volere se non ciò che vuole e fa la mia Divina Volontà, né la tua volontà deve avere vita, ancorché ti sembra di fare un bene alle creature e come la Mamma mia non volle fare altri miracoli se non che quello di dare il suo Gesù alle creature, così tu, il miracolo voluto dalla mia Volontà Divina che tu faccia è quello di dare la mia Volontà alle creature, di farla conoscere per farla regnare; con questo miracolo farai più che tutto, metterai al sicuro la salvezza, la santità, la nobiltà delle creature e sbandirai anche i mali corporali di esse, causa perché non regna la mia Volontà Divina, non solo, ma metterai in salvo una Volontà Divina in mezzo alle creature e le restituirai tutta la gloria, l’onore che l’ingratitudine umana gli ha tolto. Ecco perciò non ho permesso che gli facessi il miracolo di guarirlo, ma gli hai fatto il gran miracolo di fargli conoscere la mia Volontà ed è partito dalla terra col possesso di Essa e adesso gode nel pelago della luce della Divina Volontà e questo è più che tutto”.