(1) Il mio stato d’abbandono nel Fiat Divino continua e dopo d’averlo seguito nei suoi atti nella Creazione, stavo pensando come riordinare di nuovo innanzi alla Maestà Suprema tutti i rapporti tra Creatore e creatura, che l’ingratitudine umana aveva spezzati ed il mio adorato Gesù uscendo dal mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, guarda tutta la Creazione, il cielo, le stelle innumerevoli, il sole, il vento, il mare, i campi fioriti, i monti e le valle, essi sono tutte stanze che formai ed in ciascuna stanza formai la mia reggia per farvi la mia dimora e questo per dare agio all’uomo che dovunque volessi venire per trovare il suo Dio, gli davo agio di trovarlo subito ed ovunque e si metteva in ciascuna stanza in atto d’aspettarlo, rimanendo tutte le stanze aperte per non dargli il fastidio di bussare, ma che liberamente entrasse, quante volte il volesse era pronto a riceverlo. Il Creatore del cielo e della terra non si metteva ad un punto solo, ma dovunque, perché l’uomo lo potessi sempre trovare, metteva queste stanze tanto vicino, per formare tante vie accorciate, perché tra Creatore e creatura non ci dev’essere distanza, ma vicinanza e comunanza. Sicché tutte queste stanze erano e sono rapporti, vincoli e vie tra Dio e l’uomo. Ma chi doveva mantenere in vigore questi rapporti, rinsaldare questi vincoli, ordinare le vie, aprire le porte? La nostra Volontà regnante nell’uomo prendeva questo impegno sì importante di mantenere l’ordine come uscimmo tutta la Creazione. Come esso si sottrò dal Fiat Divino, i rapporti non ebbero più vigore, i vincoli restarono sciolti, le vie barricate, le porte chiuse, perdette la sua cara eredità, restò spogliato di tutti i beni, ogni passo era un laccio ai suoi piedi per farlo cadere. Col non fare la nostra Volontà, tutto si perde, non c’è bene che le resta e col farla tutto acquista, né c’è bene che non le viene restituito. Che cosa non fece la Paterna Bontà del Creatore nella Creazione per amore dell’uomo? Non solo formò tante stanze, ma una diversa dall’altra per farsi trovare in tanti diversi modi da colui che amava: Nel sole si faceva trovare investito di luce, tutto Maestà bruciante d’amore, aspettandolo per dargli la sua luce per farsi comprendere, dargli il suo amore per fare che l’uomo entrando in questa stanza per trovare il suo Dio, diventasse luce ed amore; nel mare si faceva trovare il Dio forte per dargli la fortezza; nel vento si faceva trovare imperante e dominante per dargli l’impero ed il dominio; insomma in ogni cosa creata lo aspettava per dare all’uomo la partecipazione delle sue qualità”.
(3) Dopo di ciò stavo pensando tra me: “Gesù ama tanto il suo Volere e pare che tanto sospira che sia conosciuto affinché domina e regna, ma mi sembra difficile che la Divina Volontà sia conosciuta, perché non vi è chi si occupa né nessuno hanno interesse, tutto l’interesse sta in Gesù, ma nelle creature non esiste, quindi se queste creature mancano di dare questa gran gloria a Dio ed insieme porgere la pienezza di tutti i beni alle creature, come mai potrà conoscersi il regno dell’eterno Fiat?” Ora mentre ciò pensavo il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(4) “Figlia mia, ciò che a te sembra difficile non è difficile per Dio, come nella Redenzione non ci furono per Dio difficoltà, né tutta la perfidia umana potette impedire il corso del nostro amore, molto meno il compimento della nostra decisione di venir a redimere il genero umano. Quando la Divinità stabilisce di fare un’atto, di compire un’opera, qualunque siano le cause, le circostanze, gli impedimenti, Essa trionfa di tutto, vince tutto e fa ciò che ha stabilito. Sicché il punto culminante ed importante di Dio sta nello stabilire ciò che vuol fare, fatto questo, tutto ha fatto. Onde se in Noi sta stabilito che la nostra Volontà dev’essere conosciuta ed il suo regno verrà sulla terra, è già come fatto. Come fu fatta la Redenzione, perché stabilito da Noi, così sarà fatto della nostra Volontà. Molto più che nella Creazione fu messo fuori dalla Divinità questo suo regno, tutto in ordine, perché regnasse e dominasse e nella caduta dell’uomo questo regno non fu distrutto, ma restò integro ed esiste tuttora, solo che restò sospeso per l’uomo. Nella Redenzione Io appianai tutto e come il tutto feci perché l’uomo fosse redento, così feci tutto perché fosse tolta questa sospensione, che la creatura potesse entrare nel regno del Fiat Divino, dando primo il luogo alla Redenzione e coll’andar del tempo dare il luogo alla mia Volontà. Sicché un regno, un’opera, il difficile è farlo, ma quando è fatto, il conoscerlo si rende facile. Molto più che il tuo Gesù non manca di potenza, di voler fare o non fare un’opera posso mancare, ma di potenza non mai, Io disporrò in modo le cose, le circostanze, le creature, gli eventi, che renderò facile che la mia Volontà sia conosciuta”.
(5) Onde mi sentivo tutta afflitta e pensavo tra me: “Com’è duro il mio stato, mi sento che non posso andare avanti, il Voler Divino è inesorabile, immutabile ed avere che ci fare col Fiat non si scherza, si sente tutto il peso della sua immutabilità e vi si resta immutabile con la sua immutabilità, impassibile a tutto, vi mette nelle condizioni di voler ciò che Lui vuole, fossero anche castighi e le stesse privazioni di Gesù che tanto mi costano, tutto ciò che vuole Esso, tutto vi cede; ma ciò che vuole l’anima, nulla vi cede, neppure una virgola”. Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
(6) “Figlia mia, la mia Volontà vuol’essere libera nell’anima e perciò non vuol cedere né un punto, né una virgola di ciò che Lei vuole, fosse anche santo, in essa non vuol trovare limiti, vuol stendere il suo dominio in tutto, vuole che ciò che vuole la mia Volontà e fa, lo deve voler e fare l’anima, perciò fa sentire tutto il peso della sua immutabilità per renderla immutabile, in modo che non dev’essere soggetta a mutarsi perché vede soffrire le creature, o perché le vede prive d’un bene temporaneo, o perché lo vuole dare, questo sarebbe uscire dalla sua immutabilità, questa è santità umana; la santità della mia Volontà è santità Divina e non ammette queste debolezze, se la mia Volontà Divina fosse soggetta a questo, la nostra giustizia dovrebbe stare senza vita nel nostro Essere Supremo, ciò che non può essere. Se tu sapessi in che punto si trova la nostra giustizia in questi tempi e se volessi del tutto sgravarsi su di te, resteresti stritolata e la mia Volontà non vuole stritolarti, ma vuole che le creature ne abbiano in parte la pena, anche per fargli aprire gli occhi nella grande cecità che sono caduti. Tutte quasi le nazioni vivono alle spalle dei debiti, se non fanno debiti non possono vivere e con tutto ciò festeggiano, non si risparmiano in nulla, stanno formando piani di guerre, portando spese enormi; non vedi tu stessa la grande cecità e pazzia in cui sono caduti? E tu piccola bambina, vorresti che la mia giustizia non li colpisce, che largheggiasse nei beni temporali; sicché vorresti che diventassero più ciechi e più pazzi. E vedendoti non cedere a tutte le tue richieste ti lamenti e sentendoti che la mia Volontà ha preso posto in tutta l’anima tua senza lasciarte libera in nulla, senti tutta la forza della santità ed immutabilità della mia Volontà Divina e poi, te l’ho detto tante volte, che le mie privazioni non sono altre che vuoti che sta facendo la mia giustizia per colpire i popoli. Perciò figlia mia non ti abbattere, tu non sai quanto ti amo e quanti tesori ho messo in te, né posso lasciarti, debbo guardare tutti i doni che ho messo in te, tu devi sapere che ogni mia parola è un dono divino e quante te ne ho detto? E quando Io dono non mi riprendo mai il dono e per esserne sicuro che i miei doni stanno al sicuro, mi sto a guardia dei miei doni e dell’anima che li possiede; perciò lasciami fare e fa che la mia Volontà regna liberamente in te”.
Deo Gratias.