MaM
Messaggio del 12 marzo 1985:Figli cari! Impegnatevi a pregare con amore. Solo se veramente vi impegnate potrete riuscirvi. Perciò siate pronti al mattino a sopportare volentieri di alzarvi cinque minuti prima per evitare che, senza quei cinque minuti, vi vada in rovina l’intera giornata. E vi accorgerete che cinque minuti da trascorrere nel silenzio non sono affatto persi. Al mattino dunque pregate ed affidatevi a me.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 20-59 Febbraio 13, 1927 Fino a tanto che la Divina Volontà non sia conosciuta e non abbia il suo regno, la gloria di Dio nella Creazione sarà incompleta. Esempio d’un re.

(1) Stavo seguendo la Divina Volontà negli atti suoi nella Creazione e nella mia mente mi è venuto un dubbio: “Come può essere che Gesù dice che fino a tanto che non venga il regno della sua Volontà sopra la terra, la gloria della Creazione e Redenzione sarà incompleta, come può essere ciò? Non tiene forse questa Volontà Suprema virtù di glorificarsi da per Sé stessa? Certo che la tiene questa virtù ed è più che sufficiente alla sua gloria, eppure dice che se la sua Volontà non stende il suo regno in mezzo alle creature, la sua gloria per causa della Creazione sarà incompleta”. Ora, mentre ciò pensavo, il mio adorabile Gesù sorprendendomi con una luce vivissima che usciva da Lui mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la cosa in sé stessa è chiarissima, che fino a tanto che la mia Volontà non viene conosciuta e non abbia il suo primo posto d’onore e di dominio in ciascun essere uscito dalle nostre mani creatrici, la sua gloria sarà sempre incompleta. La ragione è chiarissima, perché nella Creazione lo scopo nostro primo fu, che uscendo da Noi questa Suprema Volontà, che bilocandola in tutta la Creazione si stendeva ovunque, nel cielo, nel sole, nel mare, nel fiore, nelle piante, fin nella terra ed in ciascun essere uscito dalle nostre mani creatrici, costituendosi vita di tutto per formare la sua vita in ciascun essere e bilocandosi in ciascuna creatura potesse avere tante sue vite e tanti regni da dominare, per quante creature uscivano alla luce. Ora la mia Volontà non si è ritirata, non c’è punto dove non si stende la sua Vita Divina, non c’è creatura che non è investita da questa Volontà Suprema, e mentre si stende ovunque ed investe tutto e tutti, non può formare la sua vita, quante vite divine soffocate nelle creature, quanti gli negano il primo posto negli atti loro, quanti la pospongono ad atti indegni e vili, negandole il suo dominio e ti par poco la distruzione di tante vite divine di questa mia Volontà nelle creature? Di tanti suoi atti nobili e sublimi che si sente distruggere mentre se ne servono di Essa, per formare vite umane, vite deplorevoli, mostri che serviranno per l’inferno? E ti par poco figlia mia? Il discapito che ne ricevere la nostra gloria per causa della Creazione è grande ed incalcolabile, che neppure tutto il bene della Redenzione ci ha potuto rifare perché con la stessa Redenzione l’uomo non è ritornato nell’unità della nostra Volontà, né Essa regna completamente nelle creature; quante vite che si dicono buoni, santi, dimezzati di Volontà Divina e umana, perciò la nostra gloria nella Creazione non è completa, allora sarà completa quando le cose da Noi create serviranno alla nostra stessa Volontà e a coloro che le daranno il primo posto d’onore, la riconosceranno in tutte le cose e facendola regnare in tutti gli atti loro, la costituiscano Regina assoluta e Re dominante. Non ti pare giusto e diritto che essendo tutto della mia Volontà e trovandosi dappertutto e per tutti come vita primaria di tutto, che tutti la riconoscano e tutti diventano Volontà Divina, appartenendo tutti ad Essa? Supponi un re che avesse il suo regno, tutte le terre, le ville, le città, sono esclusivamente proprietà sue, non c’è cosa che a lui non appartiene, non solo come diritto che il regno è suo, ma anche come diritto di proprietà che appartengono a lui. Ora questo re per bontà d’animo che possiede, vuol vedere il suo popolo felice e distribuisce gratuitamente al suo popolo i suoi poteri, le sue ville, le sue terre, dandogli fin l’abitazione delle sue città, in modo che tutti possono essere ricchi, abbondanti, ciascuno nelle sue condizioni, e tutto questo gran bene che fa al suo popolo, a solo scopo che lo riconoscono per loro re, dandogli assoluto dominio e che riconoscono che le terre da loro occupate le sono state date gratuitamente dal re, affinché fosse glorificato, riconosciuto e amato, del bene che gli ha fatto. Ora questo popolo ingrato non lo riconosce per loro re e le terre che posseggono si arbitrano il diritto di proprietà proprie disconoscendo che sono state doni fatti dal re, non verrebbe dunque questo re ad essere defraudato nella sua gloria del bene che ha fatto al suo popolo? E se aggiungi che se ne servono delle terre di lui senza loro utile: Chi non le lavora, chi toglie le più belle piantagioni, chi rende squallidi i suoi ameni giardini, in modo da procurarsi la loro infelicità e miseria, tutto ciò aggiungerebbe al discapito della gloria del re, il disonore e un dolore che nessuno potrebbe lenire. Questo non è altro che ombra appena di ciò che ha fatto e fa tuttora la mia Suprema Volontà, nessuno ci ha dato un centesimo perché riceve il bene del sole, del mare, della terra, ma tutto le damo gratuitamente e solo per renderlo felice e che riconoscano il mio Fiat Supremo, che l’amò tanto e non vuole altro che amore e dominio. Ora chi potrebbe rifare quel re del discapito della gloria che non gli ha dato il suo popolo e lenire il suo intenso dolore? Supponi ancora che uno di questo stesso popolo, investendosi del giusto dolore del suo re e volendolo rifare della sua gloria, incomincia per il primo a mettere in bello la terra che occupa, in modo da farlo il più bello e ameno giardino del regno, poi dice a tutti che il suo giardino è un dono che gli ha fatto il re perché l’ama, poi chiama il re nel suo giardino e gli dice: “Questi sono domini tuoi, è giusto che siano tutti a tua disposizione”. Il re gode di questa lealtà e dice: “Voglio che sii re insieme con me, che regniamo insieme”. Oh! come si sente reintegrare la gloria, lenire il dolore da quest’uno del suo popolo; ma quest’uomo non si arresta, batte tutte le vie del regno e scotendo tutti col suo dire chiama un bel nucleo di persone alla sua imitazione e vi forma il popolo leale che danno il diritto di dominio al loro re. Ed il re si sente rifatto nella sua gloria e per premio dà il titolo di figli suoi e gli dice: “Il regno mio è vostro, regnate figli miei”. Questo è il mio scopo, che nel mio regno non ci siano servi, ma figli e re al par di Me. Ciò sarà della mia Divina Volontà. Oh! Come aspetta che gli sia ridata la sua gloria completa nella Creazione, che sia riconosciuto che tutto è suo, per poter dire: “Tutto è vostro, regniamo insieme”. Come aspetta che le sue conoscenze sul Fiat Supremo battono le vie per scuotere, per chiamare, per pressare che vengano nel regno mio e mi forma i miei veri figli, in cui posso dargli il titolo di re. Perciò ho tanto interesse che queste manifestazioni sul mio Divin Volere siano conosciute, perché si tratta del mio atto più grande, qual è il compimento della mia gloria ed il bene completo delle creature”.