(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio adorabile Gesù mi faceva vedere nel mio interno tante corde, una vicina all’altra che partivano da una sfera nel mezzo delle corde, sotto della quale era vuoto ed in quel vuoto stava il mio dolce Gesù che spesso spesso toccava quelle corde e suonava, ma in modo tanto armonioso e bello che non si può descrivere e dopo fatta la sua sonatina ha detto:
(2) “Figlia mia, queste corde sono simbolo dell’anima in cui regna la mia Volontà, Io stesso mi diletto di formarle e di metterle tutte ordinate, guardale come sono belle, ogni corda tiene il suo colore distinto, investito di luce, in modo che tutto insieme formano la più bella iride, tutta smagliante di luce. Ma vuoi sapere perché ogni corda tiene il suo colore distinto? Perché ognuna di esse simboleggiano tutte le mie qualità divine, cioè, i miei attributi, sicché ho messo tutto in ordine, la corda dell’Amore, la corda della Bontà, la corda della Potenza, della Misericordia, della Fortezza, della Sapienza, della Purità, insomma tutto, non ho escluso neppure la corda della Giustizia, in modo che quando voglio amare ed essere amato, tocco la corda dell’Amore, oh! com’è dolce il suo suono soave, penetrante, dilettevole, in modo che scuote Cieli e terra, investe le fibre più intime di tutti gli esseri dove regna il mio Volere ed Io amo e sono amato, perché il suo suono tira e rapisce tutti ad amarmi, ed Io stesso rapito dal mio stesso Amore, amo e metto fuori oceani d’amore. Questo suono è tanto melodioso che mi fa tollerare tutto e sopportare i gravi mali del povero mondo. Questo suono mi fa passare a toccare la corda della bontà, questo suono chiama l’attenzione di tutti per ricevere i beni che la mia bontà vuol mettere fuori, che vuol dare alle creature, in questo suono si sentono voci che parlano, mette sull’attenti tutti, i suoni di sorpresa, d’ammirazione, nel sentire in questo suono di voci i beni che voglio dare. Questo suono mentre fa mettere a Me i miei beni fuori, dispone le creature a riceverli. Quindi ogniqualvolta voglio mettere in ufficio un mio attributo, tocco la corda che gli appartiene e lo metto in attitudine. Ma sai perché ho disposto in te tutte queste corde? Perché dove regna la mia Divina Volontà voglio trovare tutto Me stesso e tutte le cose che mi appartengono, in modo che quello che faccio in Cielo devo poterlo fare nell’anima dove domina e regna il mio Fiat Supremo, devo tenere il mio trono, le mie musiche, in modo da poter vibrare il suono della misericordia per convertire le anime, il suono della sapienza per farmi conoscere, il suono della mia Potenza e Giustizia per farmi temere, debbo poter dire: “Qui è il mio cielo”.
(3) Dopo di ciò stavo facendo il mio giro nella Creazione e mentre imprimevo il mio ti amo su ciascuna di esse, chiedevo che in virtù di quella Volontà Divina che le conserva belle ed integre venisse il regno del Fiat Supremo sulla terra, ma mentre ciò facevo pensavo tra me: “Le cose create sono inanimate, quindi non hanno virtù di chiedere un regno sì santo”, ma mentre ciò pensavo il mio amato Gesù è uscito da dentro il mio interno e mi ha detto:
(4) “Figlia mia, è vero che le cose create sono senza anima, ma però dentro ciascuna di esse vi corre la Vita della mia Volontà, che solo in virtù di Essa si mantengono belle quali furono create. Ora le cose create sono tutte nobili e regine, appartenenti tutte alla mia famiglia regale ed in virtù della mia Volontà che le anime e degli atti che esercita la mia Volontà in esse, hanno il diritto di chiedere che venga il mio regno, perché è anche regno di esse. Per chiedere con diritto che venga il regno del Fiat Divino è necessario che sia una della famiglia nostra, in cui la nostra Volontà tiene il suo primo posto, il suo trono, la sua vita, ecco perciò prima ti ho fatto nascere in Essa, perché potesse tenere i suoi diritti di paternità su di te e tu potessi tenere i diritti di figlia, per poter tenere i diritti di chiedergli il suo regno, e non solo tu, ma anche in virtù di tutte le cose create, cioè di tutti quegli innumerevoli atti che esercita in tutta la Creazione, che venga il regno nostro e vostro. Figlia mia, chi può aspirare a tenere il diritto di essere re, se non un figlio di re, anzi tutti veggono in lui il diritto che il regno sarà suo, invece se si vede aspirare un servo, un villano che non appartiene alla famiglia regale e dice che tiene il diritto d’essere re e che il regno sarà suo, questo tale si tiene da pazzo e merita tutte le burle. Così chi volesse chiedere il mio regno e non regna in lui il mio Santo Volere, stando nelle condizioni di servo, non tiene il diritto di chiedere il regno mio e se lo chiede è senza diritto e un semplice modo di dire. Ora supponi che un re avesse per figli centinai e migliaia di figli, che tutti appartengono legittimamente alla sua famiglia regale, non hanno tutti questi il diritto di occupare posti nobili, non disdicevoli alla loro condizione e di dire che il regno del nostro padre è regno nostro perché portiamo nelle nostre vene il suo sangue regale? Ora la Creazione tutta, i figli che apparterranno al regno del Fiat Divino, scorrerà in loro più che sangue la vita di Esso che le darà il diritto di appartenere alla famiglia regale e celeste, in modo che tutti saranno re e regine, tutti occuperanno posti nobili, degni della famiglia che appartengono. Perciò hanno più diritto le cose create che venga il regno del mio Volere, perché sono tutte figlie del Cielo e sono gli atti della mia stessa Volontà che lo chiede in esse, che le stesse creature che facendo la loro volontà si sono ridotte in condizione di serve. Quindi quando tu chiedi in nome del cielo, del sole, del mare e di tutte le altre cose create che venga il regno dell’eterno Fiat, costringi la mia stessa Volontà a chiedere che venga il regno suo, e pare nulla a te che una Volontà Divina prega in ciascuna cosa creata, ché tu impetri il suo regno? Perciò segui e non ti dare indietro. Anzi tu devi sapere che è la mia stessa Volontà che ti mette in via in tutta la Creazione, per tenere la figlia sua in tutti gli atti suoi insieme con Essa, per farti fare ciò che Essa fa e vuole da te”.