MaM
Messaggio del 20 marzo 1985:La preghiera che avete fatto stasera è stata breve, ma ho notato che avete pregato con sincerità di cuore. Davanti a Dio non esiste il tempo. Se pregate sinceramente per cinque minuti, questo è sufficiente per essere felici. A me non occorrono le vostre ore, oppure cento o duecento Padre Nostro, se non siete abbandonati a me. Per questo, piuttosto che cento, è meglio un solo Padre Nostro ma pregato con amore!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 20-53 Gennaio 28, 1927 Come Nostro Signore avrà tre regni. Il regno del Fiat Supremo sarà l’eco della Creazione. Come sarà sbandita la povertà e l’infelicità. Come in Nostro Signore e nella Vergine ci fu povertà volontaria, non forzata. Come il Divin Volere è geloso di mantenere la figlia sua.

(1) Stavo tutta abbandonata nel Supremo Fiat, seguendo i suoi atti nella Creazione ed il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, guarda come è bello l’ordine del cielo, così quando il regno della Divina Volontà avrà il suo dominio sulla terra in mezzo alle creature, anche in terra vi sarà ordine perfetto e bello. Allora avrò tre regni, uno nella Patria Celeste, l’altro nella Creazione ed il terzo fra le creature e uno sarà l’eco dell’altro, uno il riflesso dell’altro. Tutte le cose create hanno il loro posto d’onore e mentre sono tutte ordinate ed in armonia fra loro, una non ha bisogno dell’altra, perché ciascuna non solo abbonda, ma sovrabbonda dei beni con cui Iddio le dotò nel crearle, perché essendo state create da un Essere felice e ricchissimo, che col dare non vengono mai scemate le sue ricchezze, perciò tutte le cose create portano l’impronta della felicità e l’abbondanza dei beni del suo Creatore. Come tutte le cose create, così i figli del regno del Fiat Supremo, tutti avranno il loro posto d’onore, di decoro e di dominio, e mentre possederanno l’ordine del cielo e staranno in perfetta armonia più che sfere celesti tra loro, sarà tale e tanta l’abbondanza dei beni che ciascuno possederà, che uno mai avrà bisogno dell’altro, ciascuno avrà a sé la sorgente dei beni del suo Creatore e della sua felicità perenne. Sicché sbandita sarà la povertà, l’infelicità, i bisogni, i mali dai figli della mia Volontà, non sarebbe decorosa per Essa che, tanto ricchissima e felice, avere dei figli che difettassero di qualche cosa e non godessero tutta l’opulenza dei suoi beni che sorgono continuamente. Che diresti tu se vedessi il sole povero di luce, che appena mandasse qualche barlume alla terra? Se vedessi un lembo di cielo ad un punto con qualche stella appena e tutto il resto senza l’incanto del cielo azzurro? Non diresti: “Colui che ha creato il sole non possiede l’immensità della luce che sorge e perciò solo da qualche barlume fa rischiarare la terra, non possiede la potenza di stendere un cielo ovunque e perciò un lembo appena ha steso sul nostro capo”. Sicché ti sareste fatto il concetto che Iddio è povero di luce, né tiene potenza di stendere ovunque le opere delle sue mani creatrici. Ma invece col vedere che il sole abbonda tanto di luce, che il cielo si stende ovunque, tu ti convinci che Iddio è ricco e possiede la sorgente della luce e perciò nulla ha perduto della sua luce con l’abbondare di tanta luce il sole, né la sua Potenza ha scemato con lo stendere dovunque il cielo. Così se i figli del mio Volere non abbonderanno di tutto, si potrà dire che la mia Volontà è povera e non tiene Potenza di rendere felici i figli del regno suo, ciò che non sarà mai. Anzi siccome sarà l’immagine del regno che la mia Volontà tiene nella Creazione, così come il cielo si stende ovunque e abbonda di stelle, il sole abbonda di luce, l’aria d’uccelli, il mare di pesci, la terra di piante e di fiori, così, facendo eco alla Creazione il regno del Fiat Supremo, saranno felici e abbonderanno di tutto i figli del regno mio. Quindi ciascuno possederà la pienezza dei beni e piena felicità nel posto in cui il Voler Supremo li avrà collocati, sia qualunque la condizione e l’ufficio che occuperanno, tutti saranno felici della sorte loro. E siccome il regno del Fiat Supremo sarà l’eco perfetto del regno che la mia Volontà possiede nella Creazione, perciò si vedrà un sole nell’alto, un altro sole nel basso in mezzo alle creature che possederanno questo regno, si vedrà l’eco del cielo in questi figli fortunati, coi loro atti popoleranno di stelle, anzi ciascuno saranno un cielo e un sole distinto, perché dove c’è la mia Volontà non sa stare senza cielo e senza sole, anzi come prenderà possesso di ciascuno dei suoi figli, formerà il suo cielo ed il suo sole, perché è natura sua che dovunque tiene il suo stabile possesso, la sua santità, la sua luce interminabile, è come cielo e sole che forma e moltiplica ovunque. Ma non è tutto ancora, la Creazione, eco della Patria Celeste, contiene la musica, la marcia reale, le sfere, il cielo, il sole, il mare e tutti possiedono l’ordine e l’armonia perfetta tra loro e girano continuamente, quest’ordine, quest’armonia e questo girare senza mai fermarsi forma tale sinfonia e musica mirabile, che si direbbe come il fiato del Fiat Supremo che, alita come tanti strumenti musicali tutte le cose create e vi forma la più bella delle musiche, che se si potesse sentire dalle creature, rimarrebbero estatici. Ora il regno del Fiat Supremo avrà l’eco della musica della Patria Celeste e l’eco della musica della Creazione, sarà tale e tanto l’ordine, l’armonia ed il loro continuo girare intorno al loro Creatore, che ogni loro atto, parola e passo, sarà una musica distinta come tanti diversi strumenti musicali che riceveranno il fiato del Volere Divino, in modo che tutto ciò che faranno, saranno tanti distinti concerti musicali che formeranno l’allegria e la festa continua del regno del Fiat Divino. Per il tuo Gesù non troverà più differenza, tanto rimanersi nella Patria Celeste, tanto scendere a trattenersi in mezzo alle creature nel regno del Fiat Supremo sulla terra. E allora la nostra opera della Creazione canterà vittoria e pieno trionfo e avremo tre regni in uno, simbolo della Trinità Sacrosanta, perché tutte le nostre opere portano l’impronta di Colui che l’ha creata”.

(3) Dopo ciò pensavo tra me: “Se i veri figli del Fiat Supremo saranno felici, abbonderanno di tutto, eppure la mia Mamma Regina, Gesù stesso che era la stessa Volontà Divina furono poveri in questa bassa terra, soffrirono le pene, gli incomodi della povertà”. Ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(4) “Figlia mia, povertà vera è quando una creatura ha bisogno, vuol prendere e non ha che prendere ed è costretto a chiedere agli altri uno stretto mezzo di vivere, questa povertà è di necessità e quasi forzata, invece, tanto in Me quanto nella Mamma Celeste che c’era tutta la pienezza del Fiat eterno, era non povertà di necessità, molto meno forzata, ma povertà volontaria, povertà spontanea, premuta dal torchio dell’amor Divino. Tutto era nostro, ad un nostro cenno si sarebbero edificati palazzi sontuosi, imbandite mense con cibi non mai visti e gustati, come difatti quando occorreva, ad un nostro piccolo cenno, gli stessi uccelli ci servivano portandoci nei loro becchi frutti e pesci e altro e facevano festa che servivano al loro Creatore e alla loro Regina, ci facevano coi loro strilli, canti e gorgheggi le musiche più belle, tanto che per non dare all’occhio delle altre creature di singolarità, dovevamo dargli il comando che si allontanassero seguendo il loro volo sotto la volta del cielo dove il nostro Volere li aspettava ed essi ubbidienti si ritiravano. Perciò la nostra povertà fu d’amore, povertà d’esempio per insegnare alle creature il distacco delle cose basse della terra, non fu povertà di necessità né ci poteva essere assolutamente, perché dove regna la pienezza, la vita della mia Volontà, tutti i mali finiscono come sotto d’un sol colpo e perdono la vita”.

(5) Onde avendo inteso il molto reverendo padre Di Francia che io stavo con la febbre, mi ha mandato a dire che se avessi bisogno prendessi ciò che mi era necessario dai suoi denari che aveva depositati presso di me per una sua opera. Ed il mio amabile Gesù nel venire quasi sorridendo mi ha detto:

(6) “Figlia mia manda a dire al padre a nome mio, che Io lo ringrazio e ricompenserò la bontà del suo cuore, della cura che di te prende, ma fagli sapere che la figlia del mio Volere non ha bisogno di nulla, che la mia Volontà l’abbonda di tutto, anzi Essa è gelosa che altri potessero offrirle alcunché, perché alla figlia sua vuol darle tutto Essa, perché dove regna il mio Volere Divino non c’è timore che i mezzi naturali, l’abbondanza dei beni può nuocere, anzi quanti più mezzi tiene e abbondanza gode, più guarda in essi la Potenza, la Bontà, la ricchezza del Fiat Supremo e tutto converte in oro purissimo di Volontà Divina, sicché la mia Volontà quanto più le da, tanto più si sente glorificata nello svolgere la sua vita nella creatura, nel porgere le cose sue a chi la fa dominare e regnare. Sarebbe assurdo se un padre ricchissimo avesse i figli poveri, sarebbe da condannare un tal padre e poi, a che pro le sue ricchezze se il parto delle sue viscere, i suoi veri figli menassero una vita stentata e miserabile? Non sarebbe un disonore per questo padre e un’amarezza insopportabile per questi figli? Conoscendo che mentre il padre è ricchissimo loro difettano di tutto e stentatamente possono sfamarsi la fame? Se ciò sarebbe assurdo e disonore per un padre nell’ordine naturale, molto più nell’ordine soprannaturale del Fiat Supremo. Esso è più che padre che contiene la sorgente di tutti i beni e perciò dov’è Esso, regna la felicità e l’abbonda di tutto. Molto più che l’anima che tiene il possesso del Divin Volere, Esso somministra all’anima e al corpo una vista acuta e penetrante, in modo che penetra dentro delle cose naturali che come velo la nascondono e lei squarciando questi veli trova nelle cose naturali la nobile regina della Volontà Divina regnante e dominante in essa. Sicché le cose naturali scompariscono per lei ed in tutte le cose trova quella Volontà adorabile che possiede, la bacia, l’adora e tutto diventa per l’anima Volontà Divina, perciò ogni cosa naturale di più, è per lei un atto nuovo di Volontà Divina che possiede, quindi le cose naturali sono mezzi per chi è figlia del mio Volere, di far conoscere di più ciò che fa, sa fare e possiede la mia Volontà, e a qual punto eccessivo ama la creatura. Vuoi sapere tu dunque perché le creature difettano dei mezzi naturali e molte volte le vengono rapiti e si riducono alla più squallida miseria? Primo perché non posseggono la pienezza del Fiat Supremo, secondo perché scambiano le cose naturali e mettono al posto di Dio la natura, né guardano nelle cose naturali il Supremo Volere, ma ingordi si attaccano per formarsi una gloria vana, una stima che li accechi, un idolo per il proprio cuore. Stando ciò, è necessario per mettere in salvo le loro anime, che i mezzi naturali vengono a mancare. Ma per chi è figlia della mia Volontà, tutti questi pericoli non ci sono e perciò voglio che abbondano di tutto e che nulla le manchi”.