(1) Continuando a stare più malata del solito, il mio dolce Gesù si faceva vedere non Lui solo, ma insieme con le Tre Divine Persone, le quali tutte mi hanno circondato ed io restavo in mezzo a loro, né vedevo altro che la loro Altezza Suprema e la luce immensa che le circondavano e tutte e Tre mi hanno detto:
(2) “Siamo venute a fare la visita alla nostra figlia malata, il nostro Volere più che calamita potente ci ha attirati e chiamati dal Cielo, per farci venire a te, né Noi potevamo farne a meno di venire a sollevare e a tenere un po’ di compagnia nelle sue sofferenze a colei ch’è figlia primogenita della nostra Volontà. La forza del Fiat nostro è per Noi irresistibile e cedere alla sua forza è per Noi felicità”.
(3) Ora chi può dire ciò che io provavo e comprendevo stando in mezzo a loro? Non ho i vocaboli per esprimermi. Onde avendomi datto l’ubbidienza che dovevo prendere qualche cosa, ché io non potevo prendere nulla, per ubbidire prima che venisse Gesù avevo preso qualche cucchiaio di brodo e me lo sentivo in gola senza che mi poteva andare giù nello stomaco, lo ho detto a Gesù che mi facesse ubbidire e Gesù tutto bontà mi ha passato la sua santa mano dalla gola allo stomaco facendolo andare giù allo stomaco per farmelo digerire, in modo che non l’ho rimesso come son solita di fare tutti i giorni, che ciò che prendo rimetto. Bontà infinita di Gesù per me che sono la più piccola e povera creatura. Onde dopo ciò son rimasta afflitta perché credevo che mi portassero con loro e non avendomi portato mi sentivo mesta e Gesù per sollevarmi si metteva di faccia al mio petto e alitandomi usciva dal suo alito una luce che mi serviva non solo all’anima, ma anche a ricompormi tutto il corpo, come cessava l’alito così il mio corpo si scomponeva e Gesù per sollevarmi mi ha detto:
(4) “Figlia mia coraggio, non vedi che il solo alito e luce del mio Volere ti ricompone anche il corpo? Sicché se Io cesso il mio alito, il tuo corpo si scomporrà e tu subito prenderai la via per la nostra Patria Celeste”.
(5) Ed io: “Amor mio, io non servo a nulla, né sono buona a far nulla, non sarebbe meglio disfarti di me, col spedirmi alla Celeste Gerusalemmme? ” E Gesù tutto bontà ha soggiunto:
(6) “Figlia mia, a Me tutto serve, anche le piccole pietre, le macerie, per poter edificare, così è per te, tutto ciò che forma il tuo corpo sono come macerie, ma vivificate esse dal fluido vitale dell’eterno Fiat, tutto diventa prezioso e di valore incalcolabile, in modo che Io posso edificare su quelle macerie preziose le più forti ed inespugnabili città. Tu devi sapere che l’uomo col fare la propria volontà, sottraendosi dalla Divina, successe come quando un forte terremoto colpisce una città, le sue forti scosse fanno aprire le voragini della terra e dove inghiottisce le case, dove le sbrana, la forza delle scosse apre gli scrigni più chiusi e mette fuori brillanti, monete, cose preziose, in modo che i ladri possono entrare e rubare ciò che vogliono, sicché la povera città si riduce a mucchio di pietre, a ruderi, calcine e macerie. Ora se un re vuole edificare di nuovo quella città, se ne serve di quegli stessi mucchi di pietre, macerie e calcine e siccome la fa tutta nuova la forma di stile moderno, dandole tale sontuosità d’arte e di bellezza, che non ci sia altra città che la pareggia e perciò la forma la capitale del regno. Figlia mia, più che terremoto fu all’uomo la volontà umana e questo terremoto dura ancora, quando più forte, quando un po’ più meno, in modo che gli mette fuori le cose più preziose che Iddio mise nel fondo dell’uomo, sicché questo terremoto della propria volontà lo rende tutto sconquassato, la chiave del Fiat Supremo che li teneva custodito e tutto al sicuro non più esiste per loro, e quindi non avendo né porte, né chiavi, ma muri cadenti, i ladri delle loro passioni fanno bottino e loro restano esposti a tutti i mali e molte volte frantumate in rottami e macerie, che appena si stenta a conoscerli che erano città edificate dal loro Creatore. Ora volendo Io edificare di nuovo il regno della mia Volontà in mezzo alle creature, voglio servirmi dei tuoi rottami e macerie, ché investendoli del fluido vitale della mia Volontà creatrice, formerò la capitale del regno del Fiat Supremo. Ecco a che mi servi, non ne sei tu contenta? ”