MaM
Messaggio del 6 giugno 1985:In ogni preghiera bisogna sentire la voce di Dio, bisogna incontrare Dio. Al mattino cercate veramente di abbandonare a Dio affidandogli tutte le persone e tutte le difficoltà che incontrerete durante la giornata. Così sarete liberi da ogni preoccupazione e vi sentirete leggeri come un bambino.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 20-50 Gennaio 20, 1927 Come la Comunione della Volontà Divina non è soggetta a consumarsi, i suoi veli sono intangibili; sospira il Cielo e perciò è mesta e mette a mestizia tutta la Creazione.

(1) Avendo fatto la comunione son rimasta afflitta e angustiata perché erano tali e tanti i colpi di tosse, che mi sentivo soffocare e non potevo né pensare né starmene con Gesù secondo il mio solito. Onde dopo un’ora e più di forte tossire, mi son calmata e pensavo tra me: “E’ già un’ora e più che ho ricevuto Gesù e non mi son potuta raccogliere per starmene a solo a solo con Lui, già gli accidenti dell’Ostia si son consumati, Gesù è partito ed io non so più dove ritrovarlo, sicché per me oggi è stato come se non avessi fatto la santa comunione. Ma del resto, anche in questo bacio, adoro e benedico il Fiat Supremo. Ora mentre ciò pensavo il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno e poggiava la sua testa sulla mia spalla e con le sue braccia mi sosteneva per darmi forza, ché ero tanto sfinita che mi sentivo morire e tutto bontà mi ha detto:

(2) “Figlia mia, non sai tu che c’è una comunione eterna e tanto grande e non soggetta né a diminuirsi, né a consumarsi, i suoi veli che la nascondono in mezzo alle creature non sono soggetti a perire come i veli dell’Ostia Sacramentale, si dà in ogni istante, ad ogni respiro, ad ogni palpito ed in tutte le circostanze, anzi, si deve stare sempre con la bocca aperta per poterle ricevere tutte, altrimenti molte ne restano fuori dell’anima senza che vi entrano dentro, cioè con la volontà di volere sempre ricevere questa comunione sì grande e continua, che per quanto si dà, non è soggetta né a diminuire, né a consumarsi; tu già l’hai capito qual è questa comunione sì grande e continua, essa è il mio Fiat Divino, che ti scorre come vita nell’anima tua, come calore per fecondarti e svilupparti, come cibo per nutrirti, ti scorre nel sangue delle tue vene, nel palpito del tuo cuore, in tutto, sta sempre in atto di darsi a te, solo che tu la volessi ricevere; Essa ti affogherebbe di comunione, tante te ne vuol dare. E con ragione, con giustizia, e con diritto, la comunione della mia Volontà doveva essere senza limiti e non soggetta a consumarsi, perché Essa è principio, mezzo e fine della creatura e perciò doveva poterla ricevere, in modo che mai, mai le potesse mancare, perché una cosa che è principio, mezzo e fine, deve stare in continuo atto di darsi e di potersi ricevere e se ciò non fosse mancherebbe per la povera creatura il suo principio di vivere, il mezzo per mantenersi e perderebbe il fine dove giungere. Perciò la mia sapienza infinita mai poteva permettere che la comunione della mia Volontà fosse limitata per loro. Invece la comunione sacramentale non venne data come principio delle creature, né come fine, ma venne data come mezzo, aiuto, ristoro e medicina, ed i mezzi, aiuti, eccetera, si danno in modo limitato, non perenni e perciò i veli degli accidenti sacramentali sono soggetti a consumarsi, molto più che se le creature amano di ricevermi continuamente, c’è la comunione grande del Fiat eterno, che sta in atto di darsi continuamente a loro e pure tu ti affliggevi e quasi ti turbavi perché pensavi che le specie sacramentali si erano consumate. Non avevi ragione d’affliggerti mentre in te e fuori di te, c’è la comunione del mio Volere che non è soggetta a subire nessuna consumazione, la sua vita è sempre nella sua pienezza, né il mio Amore sopporterebbe che la piccola figlia del nostro Volere non potesse ricevere la nostra Vita Divina, sempre nuova e continua”.

(3) Onde dopo di ciò continuavo a sentirmi malata e facendo il giro nella Creazione per seguire gli atti della Volontà Suprema, sentivo in me una nota di tristezza, perché l’ubbidienza mi aveva imposto che io dovessi ubbidire a farmi passare il male, mentre io sospiravo il Cielo, avrei voluto fare un salto da mezzo la Creazione per raggiungere la mia Patria bramata, pregando il cielo, le stelle, il sole, e tutte le cose create che mi accompagnassero, perché stando che uno era il Fiat che ci dava la vita, io tenevo i miei diritti che non mi lasciassero sola, che dovrebbero tutte seguirmi fino alle porte eternali, aspettando prima che mi ricevesse nel Cielo quella stessa Volontà che mi aveva posseduto in terra e che dopo il mio ingresso nella beatifica Volontà Celeste, si potevano ritirare ognuno al loro posto e non potendo far ciò mi sentivo mesta e così giravo per tutta la Creazione. Ora mentre ciò facevo, una voce forte, armoniosa e argentina si faceva sentire dal centro della Creazione che diceva: “La tua nota triste si è comunicata a tutte le cose create, sicché oggi ci hai atteggiati tutti a mestizia, sii sicura che tutti ti accompagneremo al Cielo, è giusto che chi è stato in mezzo a noi, chi ci ha fatto compagnia, non entra in Cielo senza il nostro accompagnamento; ma la Creazione tutta lascerà senza di chi le mette il brio, di chi la tiene in festa, non più risuonerà il tuo eco in mezzo a noi, che rendendoci come parlante, magnifichiamo, amiamo, lodiamo quella Volontà Divina che ci creò e ci conserva. Perderemo colei che ci visita e ci tiene compagnia”. La voce ha fatto silenzio, ed io stessa mi sentivo che respiravo un’aria mesta. Onde pensavo che avessi fatto peccato per avere messo con la mia tristezza, a mestizia tutta la Creazione. Onde bramavo il mio dolce Gesù per dirgli il male che avevo fatto, per dirgli che perciò Lui mi aveva fatto scrivere tante cose che riguardavano il Divin Volere per fare che giungessero in mezzo alle creature, in modo che vivendo di questo Fiat Divino potessero possedere un regno sì santo. Quindi mentre ciò e altro pensavo, il mio amato Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

(4) “Figlia mia, tu hai ragione che te ne vuoi venire, ma finché tutte le conoscenze del mio Volere usciranno fuori e faranno la via, ci vorrà del tempo, e perciò la Creazione ha ragione che lascerà di nuovo nel suo silenzio, ma Io non voglio che ti opprimi, abbandonati in Me e lascia fare tutto al tuo Gesù”.

(5) Ed io: “Amor mio, quando mi porterai al Cielo, prego di portarmi in fretta, in fretta, affinché non hanno tempo di darmi questa ubbidienza”. Ma mentre ciò dicevo mi pareva di vedere che il cielo, il sole e tutta la Creazione s’inchinavano intorno a me per fare omaggio e Gesù ha soggiunto:

(6) “Figlia mia, quando morrai, la Creazione tutta ti investirà e di sfuggita passerai nel Cielo, non sei contenta? ”