(1) Continuando a stare con febbre, mi riusciva a scrivere con tale stento, che avevo deciso di non più scrivere, fino a tanto che mi trovassi in condizione di poter scrivere con meno stento, anche per poter scrivere più esteso ciò che il benedetto Gesù manifesta alla piccola sua figlia, perché stando lo stento cerco di restringere quanto più posso. Ora, mentre non ci pensavo affatto che dovessi scrivere dietro la mia decisione, il mio sempre amabile Gesù si è mosso nel mio interno, come pregandomi mi ha detto:
(2) “Figlia mia, scrivi un poco, son contento di poco e non nulla, quando potrai, allora scriverai più a lungo ed in quel poco che scriverai ti aiuterò Io, non ti lascerò sola e quando vedrò che non potrai più andare avanti, Io stesso ti dirò basta, perché ti amo tanto e anche la tua natura, perché anch’essa è mia e non voglio che ti affatichi al di sopra delle tue forze; ma non togliermi questo gusto di mantenere la sempre nuova corrispondenza di scrivere ciò che ti voglio dire. Tu sai che non c’è per Me in tutto il mondo un punto dove posso partecipare le mie felicità e riceverne il contraccambio. Sicché il punto della mia felicità nel mondo sei tu e questa mia felicità viene formata dal mio dire, quando Io posso parlare con una creatura, farmi intendere, per Me è felicità e felicità piena, sovrabbondante, per chi mi ascolta, molto più che parlando con te, stando tu nel mio Volere, Io parlo a te nella mia stessa Volontà, non fuori di Essa, e son certo d’essere compreso, molto più che parlandoti del mio Volere sento in te la felicità del regno mio, l’eco della felicità della Patria Celeste. Sai figlia mia come succederebbe, siccome Io ti tengo nel Fiat Supremo, guardo te come una della mia Patria Celeste. Che diresti tu, se una che vive già nel cielo non volesse ricevere le mie nuove gioie che naturalmente sprigiona dal mio seno per felicitare tutti i beati? Perché in Me è natura dare sempre nuove beatitudini, questa tale sarebbe un intoppo alla mia felicità, me le chiuderebbe nel mio seno le gioie che voglio mettere fuori. Così succederebbe di te, saresti un intoppo alla mia felicità, alle gioie sempre nuove che possiede la mia Volontà. Molto più che Io mi sento più felice quando rendo più felice la piccola figlia del mio Volere, che solo per causa nostra, non per altro, si trova nel basso dell’esilio, per darci il campo di formare il regno nostro in mezzo alle creature e di reintegrarci i diritti e la gloria dell’opera di tutta la Creazione. Credi tu che il mio cuore può tollerare a non rendere felice la piccola figlia mia, no, no, per Me sarebbe la pena più grande, non è forse per te la felicità più grande la mia parola? ”.
(3) Ed io: “Certo o Gesù e se sapessi come mi rendi infelice quando mi privi, come sento il vuoto d’una felicità senza fine, che nessun altra cosa per quanto bella e buona potrà supplire”.
(4) E Gesù: “Perciò figlia mia, la mia parola mentre felicita te, non voglio che resta nel vuoto di te sola la mia felicità, ma voglio che serve come stabilire il mio regno e perciò per conferma della mia parola e della mia felicità che esce da Me, voglio che si scriva sulla carta, anche come conferma della nostra corrispondenza”.
(5) Onde dopo di ciò mi son messa a pregare, portando innanzi alla Maestà Suprema tutta la Creazione insieme con me, cioè: Il cielo, le stelle, il sole, il mare, insomma tutto, affinché la mia preghiera fosse animata da tutti gli atti che esercita il Fiat Supremo in tutta la Creazione; il mio dolce Gesù si è messo a me vicino, poggiando la sua testa vicino alla mia e stendendomi il braccio al collo, come per sostenermi ed io gli dicevo: “Amor mio Gesù, non sono io sola che ti prego, ma insieme con me c’è la tua Volontà operante in tutta la Creazione, che prega che venga il tuo regno. Essa stessa vuole i suoi diritti tutti interi e completi su tutti e tutto e solo col venire il regno del Fiat Supremo sulla terra, tutti i suoi diritti le verranno ridati. Senti oh Gesù com’è commovente la voce del tuo Fiat in tutto l’azzurro del cielo, com’è eloquente nel sole, com’è attraente e forte nel mare, dovunque si sente risuonare il tuo Fiat che vuole i diritti del regno suo. Deh! ascolta il tuo stesso Fiat, ascolta la piccola tua figlia che facendo suo tutti gli atti suoi, ti prega, ti supplica che venga il regno tuo e che sebbene neonata appena, qual sono, anch’io voglio i diritti miei e sai oh Gesù quali sono? Che alla tua Volontà io ridono tutta la gloria, l’onore come se nessuno l’avesse offesa, come se tutti l’avessero compiuta, adorata e amata, se son sua figlia voglio che i diritti suoi gli siano ridati e voglio pure che al mio primo padre Adamo gli siano ridati l’onore come se non si avesse sottratto dalla tua Volontà”. Ed il mio dolcissimo Gesù, tutto commosso mi ha detto:
(6) “Alla piccola figlia mia che prende tanto a cuore i diritti del mio Fiat Divino e che se ne serve del suo stesso potere per farmi breccia sul mio cuore, tutto le sarà concesso, come non contentarti figlia mia? A te tutto ti sarà dato, anzi aggiusteremo insieme ciò che riguarda la mia Volontà e ciò che riguarda le creature, non ne sei tu contenta? Guarda figlia mia come la mia Volontà uscì in campo nella Creazione, è stata sempre ferma ed irremovibile nel fare del bene ad onta di tante mobilità delle creature e offese. Essa trionfando di tutto ha fatto il suo corso di sempre, sempre beneficare. Vedi, per fare risalire la creatura nella fermezza, nel bene perenne, nella irremovibilità del mio Volere, voglio stabilire il mio regno in mezzo a loro. Vedi dunque in qual punto ti ho messo, nella fermezza ed irremovibilità del Fiat, per poterti fare distendere in esso questo mio regno e come il mio Volere trionfa di tutto con la sua fermezza, così tu con la sua fermezza e nella irremovibilità dei suoi atti, trionferai di tutto e riordinerai l’ordine divino tra le due volontà, e la Divina Volontà sarà reintegrata nella sua gloria e l’umana si rimetterà nell’ordine da Dio stabilito”.
(7) Dopo ciò scritto, pensavo tra me che non era necessario ciò che sta scritto di sopra, molto più che continuando la febbre scrivo a stento e solo scrivo un poco per contentare Gesù. Ed il mio dolce Gesù muovendosi nel mio interno mi ha detto:
(8) “Figlia mia, l’anima per vivere nella mia Volontà deve salire e per salire in Essa deve lasciare ciò che alla mia Volontà non appartiene, deve lasciare i suoi miseri cenci, le sue abitudini volgari, i suoi cibi vili, le sue miserie, tutto deve lasciare per servirsi di veste regale, di abitudini divine, di cibi preziosi e sostanziosi, di ricchezze infinite, insomma di tutto ciò che appartiene alla mia Volontà; ciò che hai scritto, per ora serve a te, serve al regno del Fiat Supremo, poi sarà norma per chi deve vivere in esso, come devono servirsi di tutti gli atti operanti della mia Volontà, per mantenersi nei confini del regno mio. Perciò ciò che a te non sembra necessario, è necessario per la formazione del mio regno Supremo”.