MaM
Messaggio del 2 ottobre 2012:Cari figli, vi chiamo e vengo in mezzo a voi perché ho bisogno di voi. Ho bisogno di apostoli dal cuore puro. Prego, ma pregate anche voi, che lo Spirito Santo vi renda capaci e vi guidi, che vi illumini e vi riempia di amore e di umiltà. Pregate che vi riempia di grazia e di misericordia. Solo allora mi capirete, figli miei. Solo allora capirete il mio dolore per coloro che non hanno conosciuto l’Amore di Dio. Allora potrete aiutarmi. Sarete i miei portatori della luce dell’Amore di Dio. Illuminerete la via a coloro a cui gli occhi sono donati, ma non vogliono vedere. Io desidero che tutti i miei figli vedano mio Figlio. Io desidero che tutti i miei figli vivano il Suo Regno. Vi invito nuovamente e vi prego di pregare per coloro che mio Figlio ha chiamato. Vi ringrazio.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 20-32 Dicembre 3, 1926 Lamenti con Gesù, Lui la quieta. Come la volontà umana mette la distanza tra Dio e l’anima. Come siamo raggi di luce usciti da Dio. Come la prigione di Gesù è simbolo della prigione dell’umana volontà.

(1) Continuando il mio solito abbandono nel mio adorabile Fiat Supremo, sospiravo con ansia il mio sommo bene Gesù ed in quella luce interminabile dell’eterno Volere, che non si veggono i confini, né dove cominciano, né dove finiscono, era tutt’occhi per vedere se potessi scorgere colui che io tanto sospiravo e Gesù per quietare le mie smanie, è uscito da dentro il mio interno ed io nel vederlo gli ho detto: “Amor mio, come mi fai stentare e sospirare il tuo ritorno, stai proprio ad aspettare quando non ne posso più, come si vede chiaro che non mi vuoi più il bene di prima, eppure mi dicevi che mi avresti sempre più amato e che mai saresti stato senza di me; e ora mi lasci e forse anche per un giorno intero in preda del dolore e sotto il torchio della tua privazione, abbandonata e tutta sola”. E Gesù spezzando il mio dire mi ha detto:

(2) “Figlia mia, coraggio non ti abbattere, Io non ti lascio, tanto vero, che sempre da dentro il tuo interno che esco per trattenermi con te e se tu non sempre mi vedi, lo faccio per darti il campo a seguire quell’atto solo della mia Volontà, che contiene tutti gli atti insieme. Non vedi tu che la luce del mio Supremo Volere ti scorre da dentro il cuore, dalla bocca, dagli occhi, dalle mani, dai piedi, da tutto il tuo essere ed eclissandomi in te, tu non sempre mi vedi, perché Esso essendo interminabile, ciò che non è la mia stessa umanità, tiene la forza di eclissarmi ed Io godo di questo eclisso del mio Supremo Volere e da dentro te stessa veggo il tuo volo, i tuoi atti nel Fiat Divino. Se Io mi facessi vedere sempre, tu per trattenerti con Me e godere della mia dolce e amabile presenza ti occuperesti della mia Umanità, sfogheresti il tuo amore con Me, come Io con te e non avresti cuore di lasciarmi per seguire il volo della mia Volontà nella Creazione, negli stessi atti che fece la mia umanità nella Redenzione, perciò per farti compire la missione a te affidata, per renderti più libera, Io sto in te come nascosto per seguire i tuoi stessi atti nell’eterno Fiat. Non ti ricordi che questo fu detto agli stessi miei apostoli, che era necessario che si distaccassero dalla mia Umanità, che molto amavano e che non sapevano stare senza di Essa? Tanto vero che finché Io vissi sulla terra, non si dilungarono da Me per andare per tutto il mondo a predicare il vangelo e a far conoscere la mia venuta sulla terra; ma dopo la mia partita al Cielo, investiti dallo Spirito Divino, ebbero questa forza di lasciare la loro regione per far conoscere i beni della Redenzione e di mettere anche la vita per amor mio. Sicché la mia Umanità sarebbe stata un inceppo alla missione dei miei apostoli. Non dico che questo occorre a te, perché tra te e Me non c’è questo inceppo, perché l’inceppo succede quando due esseri sono separabili; ma quando due esseri si sono tanto immedesimati che uno vive nell’altro, l’inceppo finisce, perché dove va l’uno si trova insieme l’altro, quindi stando insieme non occorrono sforzi per andare dove si vuole, perché la persona amata è dentro di essa per seguirla ovunque; ma dico solo che occorre spesso l’eclisse, per la forte luce della mia Volontà che dominando te e la mia stessa Umanità in te, ci eclissa e ci fa seguire gli atti suoi. Ciò non dice che non ti amo più che prima e che Io so stare senza di te, affatto, tutto il contrario, la mia Volontà ti da l’amore eterno e completo del tuo Gesù e facendomi muro d’intorno con la sua luce, non permette che neppure un istante possa allontanarmi da te. Sai tu chi mette la distanza fra Dio e l’anima? L’umana volontà! Ogni atto di essa è un passo di distanza tra il Creatore e la creatura, quanto più opera la volontà umana, tanto più si allontana da colui che l’ha creato, lo perde di vista, scende dalla sua origine, spezza ogni vincolo con la famiglia celeste. Supponi un raggio di sole che si potesse distaccare dal centro della sua sfera, come si allontana dal sole così si sente sperdere la luce, e se tanto si allontana da perdere del tutto la vista del sole, questo raggio sperde tutta la luce e si converte in tenebre, questo raggio convertito in tenebre sente in sé un moto, una vita, ma non è più capace di dar luce, perché non ne possiede, sicché il suo moto, la sua vita, è solo capace di spandere dense tenebre. Tale sono le creature, raggio di luce uscite dalla sfera del sole della Divinità, come si allontanano dalla mia Volontà, si svuotano di luce, perché ad Essa era data di conservare la luce in questi raggi e perciò si convertono in tenebre. Oh! se tutti conoscessero che significa il non fare la mia Volontà, oh! come starebbero attenti a non fare entrare in loro il veleno distruggitore d’ogni bene della volontà umana”.

(3) Dopo di ciò stavo a seguire il mio appassionato Gesù nella sua dolorosa prigione, che stando legato ad una colonna, nel modo barbaro come lo avevano legato non poteva stare fermo, appoggiato alla colonna, ma penzoloni, con le gambe incurvate legate ad essa e quindi tentennava ora a destra, ora a sinistra. Ed io abbracciandomi alle sue ginocchia per farlo stare fermo e riordinandogli i capelli tutti sconvolti, che gli coprivano fin il suo volto adorabile, non mancandogli neppure gli sputi che tanto l’avevano imbrattato. Oh! come avrei voluto slegarlo per liberarlo da quella posizione sì dolorosa e umiliante. Ed il mio prigioniero Gesù tutto afflitto mi ha detto:

(4) “Figlia mia, sai tu perché permisi che fossi messo anche in prigione nel corso della mia Passione? Per liberare l’uomo dalla prigione della volontà umana. Guardala come è orrida la mia prigione, era un piccolo luogo che serviva per racchiudere le immondizie ed escrementi delle creature, sicché la puzza era intollerabile, l’oscurità era densa, non mi lasciarono neppure una piccola lampadina, la mia posizione era straziante, imbrattato di sputi, coi capelli sconvolti, addolorato in tutte le membra, legato, neppure disteso ma curvo, non mi potevo aiutare in nessun modo, neppure togliermi i capelli davanti agli occhi che mi molestavano. Questa mia prigione è la vera similitudine della prigione che forma la volontà umana delle creature, la puzza che esala è orribile, l’oscurità è densa, molte volte non le resta neppure la piccola lampadina della ragione, sono sempre irrequieti, sconvolti, imbrattati da passioni più vili. Oh! come c’è da piangere su questa prigione dell’umana volontà, come la sentii al vivo in questa prigione il male che aveva fatto alle creature; fu tanto il mio dolore che versai amare lacrime e pregai il mio Celeste Padre che liberasse le creature da questa prigione tanto ignominiosa e dolorosa. Anche tu prega insieme con Me che le creature si sprigionano della loro volontà”.