MaM
Messaggio del 19 gennaio 1985:Figli cari! Voglio avvertirvi che Satana lotta con violenza, specie in questi giorni, per portarvi completamente via da me e dal mio amore. Ma voi non glielo permettete! Pregate con ardore e amatevi gli uni gli altri! Siate umili e così egli non potrà neanche avvicinarsi a voi.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 20-25 Novembre 16, 1926 Come ogni atto di volontà umana è un velo che impedisce di conoscere la Volontà Divina. Sua gelosia. Come prende tutti gli uffici per l’anima. Minaccia di guerre e di castighi.

(1) Continua il mio solito stato nell’abbandono del Fiat Supremo, ma nel medesimo tempo chiamo colui che forma tutta la mia felicità, la mia vita, il mio tutto. E Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quanto più ti abbandoni nel mio Supremo Volere, tanto più t’incammini nelle sue vie, più conoscenze acquisti e più possesso prendi dei beni che ci sono nella Divina Volontà; perché in Essa c’è sempre da conoscere e da prendere. Essendo la primaria eredità data da Dio alla creatura e possedendo il mio Volere beni eterni, tiene il compito per chi vive in questa eredità di sempre dare e allora è contenta e si mette in attività d’ufficio quando trova la creatura nei confini del suo Volere e mettendosi in festa, dà cose nuove alla sua ereditiera, sicché l’anima che vive in Essa è la festa della mia Volontà. Come al contrario, chi vive fuori di Essa è il suo dolore, perché la mettono nell’inabilità di poter dare, d’esercitare il suo ufficio e di compiere il suo compito. Molto più che ogni atto di volontà umana è un velo che l’anima si mette innanzi alla vista, che gli impedisce di vedere con chiarezza la mia Volontà ed i beni che ci sono in Essa e siccome la maggior parte delle creature vivono continuamente della loro volontà, sono tanti i veli che si formano, che rimangono quasi ciechi per conoscere e vedere la mia Volontà, la loro prediletta eredità che doveva renderli felici nel tempo e nell’Eternità. Oh! se le creature potessero comprendere il gran male della volontà umana ed il gran bene della mia, aborrirebbero tanto la loro che metterebbero la vita per fare la mia.

(3) La volontà umana rende schiavo l’uomo, gli fa avere bisogno di tutto, sente continuamente mancarsi la forza, la luce, la sua esistenza è sempre in pericolo e ciò che ottiene è a via di preghiere e stentatamente, sicché è il vero mendicante l’uomo che vive di volontà sua. Invece chi vive della mia, non fa bisogno di nulla, tiene tutto a sua disposizione, la mia Volontà gli dà il dominio di sé stesso e quindi è padrone della forza, della luce, ma non della forza e luce umana, ma della divina, la sua esistenza è sempre al sicuro ed essendo padrone può prendere ciò che vuole, né ha bisogno di chiedere per avere, tanto vero che Adamo prima di sottrarsi dalla mia Volontà, la preghiera non esisteva, il bisogno fa nascere la preghiera, se di nulla aveva bisogno, non aveva né che chiedere, né che impetrare, sicché lui amava, lodava, adorava il suo Creatore, la preghiera non tenne luogo nell’Eden terrestre. La preghiera venne, ebbe vita dopo il peccato, come bisogno estremo del cuore dell’uomo; chi prega significa che fa bisogno e siccome spera, prega d’ottenere. Invece chi vive nella mia Volontà vive nell’opulenza dei beni del suo Creatore da padrona e se bisogno e desiderio sente, vedendosi in tanti beni, è quello di voler dare agli altri la sua felicità ed i beni della sua grande fortuna, vera immagine del suo Creatore che l’ha dato tanto, senza restrizione alcuna, vorrebbe imitarlo col dare agli altri ciò che possiede. Oh! come è bello il cielo dell’anima che vive nella mia Volontà, è il cielo senza tempesta, senza nubi, senza pioggia, perché l’acqua che disseta, che feconda e che le dà la crescenza e la somiglianza di Colui che l’ha creata è la mia Volontà, è tanta la sua gelosia che l’anima nulla prenda se non è suo, che fa tutti gli uffici: Se vuol bere, si fa acqua, che mentre la rinfresca le smorza tutte le altre seti, per fare che la sola sua sete sia la sua Volontà; se sente fame, si fa cibo, che mentre la sazia le toglie l’appetito di tutti gli altri cibi; se vuol’essere bella, si fa pennello, dandole pennellate di tale bellezza, da restare la mia stessa Volontà rapita d’una bellezza sì rara impressa da Essa stessa nella creatura, deve poter dire a tutto il Cielo: “Miratela come è bella, è il fiore, è il profumo, è la tinta del mio Volere che l’ha fatto sì bella”. Insomma le dà la sua Fortezza, la sua Luce, la sua Santità, tutto per poter dire, è un’opera tutta del mio Volere, perciò voglio che nulla le manchi, che mi somigli e possieda. Guarda in te stessa per vedere l’operato della mia Volontà, i tuoi atti investiti dalla sua luce come hanno cambiato la terra dell’anima tua, tutto è luce che spunta in te e che si rivolge a ferire colei che l’ha investito, perciò il più grande affronto che mi si fa dalle creature, è il non fare la mia Volontà”.

(4) Dopo ciò mi ha trasportato fuori di me stessa facendomi vedere il gran male delle umane generazioni e riprendendo il suo dire ha soggiunto:

(5) “Figlia mia, guarda quanto male ha prodotto l’umana volontà, si sono tanto accecati che stanno preparando guerre e rivoluzioni accanite, adesso non sarà la sola Europa, ma altre razze che si uniranno insieme, il giro sarà più esteso, altre parti del mondo prenderanno parte, quanto male fa la volontà umana, lo acceca, lo immiserisce e lo fa essere omicida di sé stesso, ma Io me ne servirò per i miei altissimi fini e la riunione di tante razze servirà per facilitare le comunicazioni delle verità, affinché si dispongano per il regno del Fiat Supremo. Sicché i castighi successi non sono altro che i preludi di quelli che verranno, quant’altre città saranno distrutte, quante genti sepolte nelle rovine, quanti luoghi sepolti e sprofondati nell’abisso, gli elementi prenderanno la difesa del loro Creatore. La mia Giustizia non ne può più, la mia Volontà vuol trionfare e vorrebbe trionfare per via d’amore per stabilire il suo regno, ma l’uomo non vuole venire incontro a questo Amore, quindi è necessario usare la Giustizia”.

(6) E mentre ciò diceva faceva vedere un braciere di fuoco grandissimo che usciva dalla terra e chi si trovava vicino era investito da quel fuoco e scompariva. Io son rimasta spaventata e prego e spero che il mio amato Bene si plachi.