(1) Stavo facendo i miei soliti atti nel Voler Divino e pensavo tra me: “Se io passassi un giorno senza fare questi atti, quale sarebbe il bene che perderei ed il male che farei? Ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, sai che faresti? Non facendo i tuoi atti nella mia Volontà, ti mancherebbe il riflesso di tutta la Creazione e mancandoti il riflesso, quel giorno non si stenderebbe in te il cielo, né sorgerebbe il sole, né scorrerebbe in te il mare, né la terra tua sboccerebbe la nuova fioritura, né si sentirebbe in te la gioia, la musica, il canto degli abitatori dell’aria, la dolce sinfonia delle sfere. La mia Volontà non troverebbe l’eco suo in te, quindi sentirebbe il dolore che la piccola figlia del suo Volere, quel giorno non gli ha dato il ricambio d’un cielo per suo amore perché mancava il riflesso del suo, non gli ha fatto sorgere il sole per ricambio della sua luce eterna, non gli ha fatto sentire scorrere il mare, né sentire il dolce mormorio, né il guizzare dei muti abitatori delle onde. La mia Volontà si sentirebbe mancare tutti gli atti suoi in te, il riflesso delle sue opere, né potrebbe formare il suo eco in te e nel suo dolore direbbe: Ah! la piccola figlia mia, oggi non mi ha dato un cielo come ce l’ho dato Io, né sole, né mare, né fiori, né canto, né musica, né gioia come ce l’ho dato Io, sicché è uscita dalla mia somiglianza, le sue note non hanno armonizzato con le mie, Io la ho amato con tante manifestazioni e con Amore incessante, essa no. Vedi che faresti! La mia Volontà non tollererebbe, in te, nella piccola sua figlia il vuoto delle opere sue”.
(3) Ed io nel sentire ciò gli ho detto: “Mio Gesù, amor mio, non mai sia che io dia questo dolore alla tua Adorabile Volontà, tu mi aiuterai, mi darai più grazia ed io starò più attenta per ricevere questo riflesso, questo eco che fa la tua Santa Volontà in tutta la Creazione, per corrispondere col mio”. E Gesù riprendendo il suo dire ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, tu devi sapere che grazie grandi ci vogliono per poter formare nell’anima la santità del vivere nel mio Volere, le altre santità con piccole grazie si formano, perché non è una Volontà immensa ed eterna che devono abbracciare e possedere, ma le piccole sue particelle, i suoi comandi, l’ombra sua, invece (in) questa devono possedere come vita propria la mia Volontà, devono corteggiarla e fare gli atti suoi, atti propri, sicché ci vogliono mari di grazie per formare questa santità; la mia Volontà deve bilocarsi per stendere il suo mare nel fondo dell’anima, e poi stendere l’altro mare di Sé stessa per poter ricevere ciò che le conviene alla sua santità, alla sua luce interminabile, alla sua immensità senza confini. E la buona volontà dell’anima, non è altro come il fondo del mare, che formando il lido circonda le acque per formare il mare. Figlia mia, per sostenere e conservare una Volontà Divina nell’anima ci vuole troppo e la Divinità sapendo che la creatura non ha cose equivalenti per una Volontà sì santa, non risparmia nulla, tutto viene messo in essa a sua disposizione per formare la santità del vivere nel mio Volere. Dio stesso fa da primo attore e spettatore, la mia Umanità tutto cede, tutto ciò che fece, soffrì e acquistò, che sono mari senza termine, per aiuto di questa santità tutta divina, la stessa Mamma Regina mette a disposizione i suoi mari di grazia, d’amore e di dolore, per aiuto e si sente onorata che servono alla Volontà Suprema per farla compire la santità del Fiat eterno nella creatura. Cielo e terra vogliono dare e danno, perché sentendosi tutti investiti da questa Volontà, desiderano, ambiscono di aiutare la fortunata creatura per farla compire lo scopo della Creazione, l’origine della santità che il Supremo Volere voleva dalla creatura. Perciò per parte del tuo Gesù nulla ti mancherà, molto più che è un lungo mio desiderio voluto e vagheggiato e sospirato per ben seimila anni, che voleva vedere nella creatura la nostra immagine copiata, la nostra santità impressa, la nostra Volontà operante, le nostre opere racchiuse in essa e compiuto il nostro Fiat. Volevo il piacere e prendermi il gusto di vedere nella creatura il nostro riflettore, altrimenti la Creazione sarebbe per Noi senza diletto, senza gioco, senza armonia, l’eco nostro non troverebbe la via dove risuonare, la nostra Santità dove imprimersi, la nostra Bellezza dove rifulgere, il nostro Amore dove sboccare, la nostra Sapienza e Maestria non troverebbe dove operare e svolgersi. Sicché tutti i nostri attributi resterebbero inceppati nel loro lavoro, perché non troverebbero materia adatta per formare il loro lavoro, per avere il loro riflettore. Invece nell’anima che regna la mia Volontà, Essa la dispone in materia adatta, per fare che tutti i nostri attributi possano svolgere il loro dilettevole lavorio”.