MaM
Messaggio del 2 giugno 2015:Cari figli desidero operare attraverso di voi, miei figli, miei apostoli, per radunare alla fine tutti i miei figli là dove tutto è pronto per la vostra felicità. Prego per voi, perché possiate convertire con le opere, perché è giunto il tempo delle opere di Verità, di mio Figlio. Il mio amore opererà in voi, mi servirò di voi. Abbiate fiducia in me perché tutto quello che desidero, lo desidero per il vostro bene, il bene eterno creato dal Padre Celeste. Voi, figli miei, apostoli miei, vivete la vita terrena in comunione coi miei figli che non hanno conosciuto l’amore di mio Figlio, che non mi chiamano “Madre”, ma non abbiate paura di testimoniare la Verità. Se voi non temete e testimoniate con coraggio, la Verità trionferà miracolosamente. Ma ricordate: la forza è nell’amore. Figli miei, l’amore è pentimento, perdono, preghiera, sacrificio e misericordia. Se saprete amare, convertirete con le opere, consentirete alla luce di mio Figlio di penetrare nelle anime. Vi ringrazio! Pregate per i vostri pastori: essi appartengono a mio Figlio, Lui li ha chiamati. Pregate affinché abbiano sempre la forza e il coraggio di risplendere della luce di mio Figlio.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 20-15 Ottobre 24, 1926 Come non c’è cosa più santa e portatore d’ogni felicità che la Volontà Divina. Come la Creazione e Redenzione, tutti i loro atti sono per stabilire il regno del Fiat Supremo.

(1) Stavo facendo il mio solito giro nel Voler Divino ed in ogni cosa mettevo il mio ti amo e chiedevo che il regno del Fiat venga e sia conosciuto sulla terra e giungendo a tutti gli atti che fece il mio dolce Gesù nella Redenzione, chiedendo in ciascun atto che venga il tuo regno pensavo tra me: “Prima come giravo tanto in tutta la Creazione quanto nella Redenzione, mettevo solo il mio ti amo, la mia adorazione, il mio grazie e ora perché non posso farne a meno di chiedere il regno del Fiat? Mi sento che vorrei travolgere tutto, la cosa più piccola e la più grande, cielo e terra, gli atti dello stesso Gesù e anche Gesù stesso e forzarli affinché tutto e tutti dicono insieme con me: “Vogliamo il regno del Fiat Supremo, lo vogliamo regnante, dominante in mezzo a noi”. Molto più che tutti lo vogliono, gli stessi atti di Gesù, la sua vita, le sue lacrime, il suo sangue, le sue piaghe, dentro dicono: “Venga il regno nostro sulla terra”. Ed io entro nell’atto di Gesù e ripete insieme: “Venga subito il regno del Fiat Divino”. Ora mentre ciò pensavo il mio amato Gesù è uscito da dentro il mio interno e con una tenerezza indicibile mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chi è nata nel mio Volere, sente la sua Vita scorrere in lei, e come connaturale vuole per tutti ciò che essa possiede. E siccome la mia Volontà è immensa che racchiude tutto e tutti, perciò chi la possiede gira per tutte le cose che Essa racchiude, per pregarla e vincerla a scendere sulla terra a formare il suo regno. Ma tu devi sapere che, tu per aver dominio e farle dire ciò che vuoi tu, in tutte le cose che sono uscite e racchiudono la mia Volontà, dovevi prima conoscerle e poi amarle affinché l’amore ti desse il diritto di possederle e di farle fare e dire ciò che vuoi tu. Ecco la causa perché prima, girando in tutte le opere mie, imprimevi il tuo ti amo, ti adoro, ti ringrazio, erano le conoscenze delle opere mie che tu facevi ed il possesso che prendevi. Ora dopo il possesso, che altro più grande, più santo, più bello, più portatore di tutte le felicità alle umane generazioni puoi chiedere in mezzo alle opere mie ed insieme con esse, che venga il regno della mia Volontà? Molto più che tanto nella Creazione era il regno del Fiat che voleva stabilire in mezzo alle creature, come nel regno della Redenzione, tutti gli atti miei, la mia stessa Vita, il principio, la sostanza, nell’intimo di essi era il Fiat che chiedevano e per il Fiat erano fatti. Se tu potessi vedere dentro d’ogni mia lacrima, in ogni goccia del mio sangue, in ogni pena ed in tutto il mio operato, troveresti dentro il Fiat che chiedevano e per il regno del mio Volere erano dirette e sebbene apparentemente parevano che erano dirette a redimere e a salvare l’uomo, erano la via che facevano per giungere al regno della mia Volontà. Ciò succede anche alle creature quando si decidono che vogliono prendere possesso d’un regno, d’una casa, d’un terreno, non si trovano subito, in un attimo dentro ed in possesso, ma devono far la via, chi sa quanto soffrire, combattere, salire le scale per trovarsi dentro e dopo prenderne il possesso. Figlia mia, se in tutti gli atti e pene che soffrì la mia Umanità non avessero per principio, per sostanza, per vita il ripristinamento del regno del mio Fiat sulla terra, mi sarei allontanato e perduto lo scopo della Creazione, ciò che non può essere, perché in Dio quando si è messo uno scopo, deve e può ottenere l’intento. E se tu in tutto ciò che fai, soffri e dici non chiedi il mio Fiat, non hai per principio, per sostanza la mia Volontà, ti allontani e non adempi la tua missione ed è necessario che giri tante e tante volte nella mia Volontà in mezzo alle opere mie per chiedere tutti in coro che venga il regno del Fiat Supremo, affinché insieme con tutta la Creazione e con tutte le opere mie che feci nella Redenzione sia riempita fino all’orlo di tutti quei atti che ci vogliono innanzi al Padre Celeste per far conoscere ed impetrare il regno del mio Volere sulla terra. Ora tu devi sapere che tutta la Creazione e tutte le opere mie fatte nella Redenzione, sono come stanche d’aspettare e si trovano nella condizione d’una famiglia nobile e ricca, tutti i figli di essa sono di giusta statura, belli nell’aspetto, d’ingegno non comune, vanno sempre ben vestiti, con una nitidezza meravigliosa. Sono sempre loro che fanno la più bella figura in mezzo a tutti gli altri, ora a questa famiglia, a tanta fortuna, l’è toccata una sventura, che uno di questi figli, degradandosi, scende dalla sua nobiltà e va sempre sporco, fa atti indegni e vili che disonorano la nobiltà della famiglia e per quanto fanno per fare che figurasse insieme con gli altri fratelli, non gli riesce, anzi va sempre peggiorando fino a diventare lo scherno ed il zimbello di tutti. Tutta la famiglia ha sempre un dolore e per quanto sentono il disonore di questo figlio, non possono distruggere e dire che non l’appartiene e che non sia uscito da quello stesso padre che loro appartengono. Tale è la condizione in cui si trova tutta la Creazione e tutte le opere della mia Redenzione, sono esse tutte una famiglia celeste, la loro origine è la nobiltà divina, tutte hanno per divisa, per dominio e per vita la Volontà del loro Padre Celeste e perciò si mantengono tutte nella loro nobiltà, belli, decorosi, puri, d’una beltà incantevole, degni di quella Volontà che le possiede. A tanta gloria e onore di questa famiglia celeste, l’ha toccato la sventura che uno solo, qual’è l’uomo, che è uscito dallo stesso loro Padre, si è degradato ed in mezzo a tanta loro gloria e bellezza è sempre sporco, fa azioni da stolto, indegne e vili; non possono negare che l’appartiene, ma non lo vogliono in mezzo a loro così sporco e stolto, perciò, come stanchi, tutti pregano che venga il regno della mia Volontà in mezzo alle creature, affinché a questa famiglia una sia la nobiltà, l’onore e la gloria. E nel vedere la piccola figlia della mia Volontà, che va in mezzo a loro e animandole chiede e fa chiedere a tutti, che il regno del Fiat Supremo venga in mezzo alle creature, si sentono tutte felicitare che il loro dolore è vicino a finire”.