MaM
Messaggio del 25 novembre 2009:Cari figli, in questo tempo di grazia vi invito tutti a rinnovare la preghiera nelle vostre famiglie. Preparatevi con gioia alla venuta di Gesù. Figlioli, siano i vostri cuori puri e accoglienti affinchè l’amore e il calore comincino a scorrere attraverso di voi in ogni cuore che è lontano dal Suo amore. Figlioli, siate le mie mani tese, mani d’amore per tutti coloro che si sono persi, che non hanno più fede e speranza. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 20-1 Settembre 17, 1926 Come ogni cosa creata da Dio tiene il suo posto, e chi esce dalla Volontà di Dio perde il suo posto. Importanza del Regno del Fiat Divino.

(1) Mio Gesù, invoco il tuo Santo Volere, affinché Esso stesso venga a scrivere sulla carta le parole più penetranti ed eloquenti, coi vocaboli più adatti a farsi comprendere, in modo da dipingere coi colori più belli, con la luce più fulgida, con la caratteristica più attraente il regno del Fiat Supremo, in modo da infondere nelle parole che mi farai vergare sulla carta, una forza magnetica e una calamita potente che nessuno potrà resistere a farsi dominare dalla tua Santissima Volontà. E tu Mamma mia, vera Sovrana Regina del Fiat Supremo, non lasciarmi sola, vieni a guidare la mia mano, dammi la fiamma del tuo cuore materno, e mentre scrivo tienimi sotto del tuo manto azzurro affinché possa compiere tutto ciò che il mio amato Gesù vuole da me.

(2) Mi sentivo tutta investita dal Voler Supremo, il quale tirandomi nella sua luce immensa, mi faceva vedere l’ordine della Creazione, come ciascuno stava al suo posto assegnato dal loro Creatore. La mia mente si perdeva e restava rapita nel vedere l’ordine, l’armonia, la magnificenza, la bellezza di tutta la Creazione, ed il mio dolce Gesù che era con me mi ha detto:

(3) “Figlia mia, tutto ciò che uscì dalle nostre mani creatrici, fu assegnato a ciascuna cosa creata il suo posto ed il suo uffizio distinto, e tutte stanno al posto loro, magnificando con lodi incessanti quel Fiat eterno che le domina, le conserva e le dà vita novella. Sicché il conservarsi sempre belle, integre, nuove, è il moto del Fiat Supremo dominante in esse. Quindi anche all’uomo fu assegnato il suo posto, il suo uffizio di sovrano sopra tutte le cose create, con la differenza, che mentre tutte le altre cose da Noi create restavano tale e quale Iddio le aveva create, senza mai mutarsi, né crescere, né decrescere, invece la mia Volontà dando all’uomo la supremazia su tutte le opere delle nostre mani e volendo sfoggiare con lui più in amore, gli dava l’ufficio di crescere continuamente in bellezza, in santità, in sapienza, in ricchezza, fino a elevarlo alla somiglianza del suo Creatore, ma sempre che doveva farsi dominare, guidare, per dar libero campo al Fiat Supremo di formare la sua Vita Divina in lui, per poter formare questa continua crescenza di beni e di bellezza con la felicità senza fine, perché senza della mia Volontà dominante non ci può essere né crescenza, né bellezza, né felicità, né ordine, né armonia. La mia Volontà, essendo Essa origine, padrona, principio di tutta l’opera della Creazione, dove Essa esiste tiene virtù di conservare bella l’opera sua, quale la uscì, ma dove non esiste manca la comunicazione dei suoi umori vitali per conservare l’opera uscita dalle nostre mani. Vedi dunque che gran male fu per l’uomo il sottrarsi dalla nostra Volontà? Sicché tutte le cose, anche le più piccole tengono il loro posto, si può dire stanno in casa loro, al sicuro, nessuno le può toccare, posseggono l’abbondanza dei beni, perché quel Volere che scorre in esse possiede la sorgente di tutti i beni; stanno tutte nell’ordine, l’armonia e la pace di tutti. Invece l’uomo, col sottrarsi dal nostro Volere perdette il suo posto, rimase senza la casa nostra, esposto ai pericoli, tutti lo possono toccare per fargli del male, gli stessi elementi sono superiori a lui perché posseggono una Volontà Suprema, mentre lui possiede una volontà umana degradata, che non sa dargli altro che miserie, debolezze e passioni. E siccome ha perduto il suo principio, il suo posto, è restato senza ordine, disarmonizato con tutti e non gode pace neppure in sé stesso. Sicché si può dire che è il solo essere ramingo in tutta la Creazione, che per diritto nulla le tocca, perché Noi tutto diamo a chi vive nella nostra Volontà perché sta in casa nostra, è una della nostra famiglia; i rapporti, i vincoli di figliolanza che possiede col vivere in Essa, le danno il diritto a tutti i nostri beni. Invece chi non vive della Vita di Essa, ha spezzato come d’un solo colpo tutti i vincoli, tutti i rapporti, perciò è tenuto da Noi come cosa che non ci appartiene. Oh! se tutti sapessero che significa spezzarla con la nostra Volontà, ed in quale abisso si precipitano, tutti tremerebbero di spavento e farebbero a gara per ritornare nel regno del Fiat eterno, per riprendere il loro posto assegnatogli da Dio.

(4) Ora figlia mia, col voler dare la mia eterna bontà di nuovo questo mio regno del Fiat Supremo, dopo d’avermelo così ingratamente respinto, non ti sembra che sia il più gran dono che Io possa fare alle umane generazioni? Ma per darlo debbo formarlo, costituirlo, far conoscere della mia Volontà ciò che finora non si conosce, e tali conoscenze su di Essa, da vincere coloro che le conosceranno, d’amare, apprezzare e desiderare di venire a vivere in Esso. Le conoscenze saranno le catene, però non forzate, ma loro stessi, volontariamente si faranno legare, le conoscenze saranno le armi, le frecce conquistatrici che conquisteranno i figli nuovi del Fiat Supremo. Ma sai tu che cosa posseggono queste conoscenze? Di cambiare la natura in virtù, in bene, in Volontà mia, in modo che le possederanno come proprietà propria”.

(5) Ond’io nel sentire ciò ho detto: “Amor mio Gesù, se tanta virtù contengono queste conoscenze sulla tua adorabile Volontà, perché non le manifestasti ad Adamo, affinché facendole conoscere ai posteri, avrebbero amato, apprezzato di più un tanto bene, e avrebbe disposto gli animi quando Tu, Divino Riparatore, decretavi di darci questo gran dono del regno del Fiat Supremo”. E Gesù riprendendo il suo dire ha soggiunto:

(6) “Figlia mia, Adamo finché stette nell’eden terrestre, che visse nel regno del Supremo Volere, conobbe tutte le conoscenze, per quanto a creatura è possibile, di ciò che apparteneva al regno che possedeva, ma come uscì da esso, il suo intelletto si oscurò, perdette la luce del regno suo, e non trovava i vocaboli adatti per manifestare le conoscenze che aveva acquistato sulla Suprema Volontà, perché mancava in lui quello stesso Voler Divino che gli porgesse i vocaboli necessari per manifestare agli altri ciò che lui aveva conosciuto. Questo da parte sua, molto più che ogni qual volta ricordava la sua sottrazione alla mia Volontà, il bene sommo che aveva perduto, aveva tale stretta di dolore da renderlo taciturno, perché rapito nel dolore della perdita d’un regno sì grande e di mali irreparabili, che per quanto Adamo potesse fare non gli era dato di riparare, ma ci voleva quel Dio stesso che aveva offeso a porvi rimedio. Da parte del suo Creatore non aveva nessun ordine e perciò non gli dava capacità sufficiente per manifestarlo, perché, a che pro manifestare una conoscenza quando non doveva dargli il bene che conteneva? Io allora faccio conoscere un bene quando lo voglio dare. Ma ad onta che Adamo non parlò diffusamente sul regno della mia Volontà, ma insegnò tante cose importanti su ciò che gli riguardava, tanto vero che i primi tempi della storia del mondo, fino a Noè, le generazioni non ebbero bisogno di leggi né ci furono idolatrie, (non diversità di lingue) ma tutti riconoscevano uno il loro Dio, (un solo linguaggio) perché ci tenevano di più alla mia Volontà. Invece, quanto più si allontanarono da Essa, sorsero le idolatrie e peggiorarono in mali peggiori, e perciò Iddio vide la necessità di dare le sue leggi come preservativo alle umane generazioni. E perciò per chi fa la mia Volontà non ha bisogno di leggi, perché Essa è vita, è legge, ed è tutto per l’uomo. L’importanza del regno del Fiat Supremo è grandissima, ed Io l’amo tanto che sto facendo più che a nuova Creazione e Redenzione, perché nella Creazione appena sei volte fu pronunziato il mio Fiat onnipotente per disporla e uscirla tutta ordinata, nella Redenzione parlai, ma siccome non parlai del regno del mio Volere, che contiene infinite conoscenze e beni immensi, quindi non avevo una materia lunghissima di parole da dire, perché tutto ciò che insegnai era di natura limitata, e con poche parole si finiva col farle conoscere. Invece per far conoscere la mia Volontà, ci vuole assai figlia mia, la sua storia è lunghissima, racchiude un’eternità, senza principio e senza fine, perciò per quanto dico tengo sempre da dire, perciò sto dicendo, oh! quanto di più; essendo più importante di tutto contiene più conoscenze, più luce, più grandezze, più prodigi, quindi son necessarie più parole. Molto più, che quanto più faccio conoscere, tanto più allargo i confini del mio regno da dare ai figli che lo possederanno. Perciò ogni cosa che manifesto della mia Volontà, è una nuova creazione che faccio nel regno mio, da farle godere e possedere a coloro che avranno il bene di conoscerlo. Ed ecco si richiede perciò da parte tua grande attenzione nel manifestarle”.