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Messaggio del 21 giugno 1984:Pregate, pregate, pregate! Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 19-20 Maggio 13, 1926 Imaggine di chi opera per fini umani, e chi opera per compiere la Volontà Divina. Come Nostro Signore è il palpito della Creazione. Nell’adempimento del proprio dovere c’è la santità.

(1) Stavo facendo la mia solita adorazione al mio crocifisso Gesù, e mentre pregavo mi son sentito vicino il mio dolce Gesù, che gettandomi il braccio al collo mi stringeva forte a Sé, e nel medesimo tempo mi faceva vedere il mio ultimo confessore defunto, mi pareva di vederlo pensoso, tutto raccolto, ma senza dirmi nulla, il mio Gesù lo guardava e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il tuo confessore si ha trovato cose grandi innanzi a Me, perché quando intraprendeva un ufficio, un impegno, non tralasciava nulla per compiere esattamente quell’ufficio, era attentissimo, faceva dei grandi sacrifici, e se era necessario si disponeva anche a mettere la propria vita per fare che il suo ufficio fosse compito esattamente; aveva un timore, che le opere a lui affidate, se non operasse come si conveniva al suo ufficio, potesse essere lui d’ostacolo alla stessa opera a lui affidata, questo significa che apprezzava e dava il valore giusto alle mie opere, e la sua attenzione attirava la grazia che ci voleva per il disimpegno del suo ufficio; questo, apparentemente non sembra un gran che, ma invece è tutto, perché quando uno è chiamato per un ufficio, e compie i doveri che ci sono in quell’ufficio, significa che lo fa per Dio, e nell’adempimento del proprio dovere c’è la santità. Onde, lui è venuto innanzi a Me col compimento dei propri doveri a lui affidati, come non dovevo rimunerarlo come lui si meritava?”.

(3) Ora, mentre Gesù ciò diceva, il confessore, come si se accentrasse di più in un raccoglimento più profondo e nel suo volto rifletteva la luce di Gesù, ma non mi ha detto neppure una parola. Quindi Gesù ha ripreso il suo dire:

(4) “Figlia mia, quando un soggetto occupa un ufficio e fa uno sbaglio, non è attento ai doveri che impone il suo ufficio, può far venire dei grandi guai; supponi uno che tiene l’ufficio di giudice, di re, di ministro, di sindaco, fa uno sbaglio, né sta attento ai propri doveri, può far venire la rovina di famiglie, di paesi e anche di regni interi; se quello sbaglio, quelle mancanze d’attenzione li facesse una persona privata che non occupa quel dato ufficio, non potrebbe portare tanto male, perciò le mancanze negli uffici pesano di più e portano più gravi conseguenze, ed Io quando chiamo un confessore per dargli un ufficio, ed in quest’ufficio gli affido un’opera mia, e non veggo l’attenzione né il compimento dei propri doveri che ci sono in quell’ufficio, non gli do né la grazia necessaria né la luce sufficiente per fargli comprendere tutta l’importanza della mia opera, né posso fidarmi di lui, perché veggo che non apprezza l’opera da Me affidatagli. Figlia mia, chi opera esattamente il suo ufficio, significa che lo fa per compiere la mia Volontà, invece chi lo fa diversamente, significa che lo fa per fini umani, e se tu sapessi la differenza che c’è tra l’uno e l’altro”.

(5) In questo mentre vedevo due persone davanti a me, uno che andava raccogliendo pietre, stracci vecchi, ferro arrugginito, pezzi di creta, tutte cose pesanti e di pochissimo valore; poveretto, stentava, sudava sotto il peso di quelle robacce, molto più che non gli davano il valore necessario per sfamarsi la fame. L’altro andava raccogliendo granelli di brillanti, piccole gemme e pietre preziose, tutte cose leggerissime ma di valore incalcolabile, ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:

(6) “Quello che va raccogliendo robacce è l’immagine di chi opera per fini umani; l’umano porta sempre il peso della materia. L’altro è l’immagine di chi opera per compiere la Volontà Divina; che differenza tra l’uno e l’altro, i granelli di brillanti sono le mie verità, le conoscenze della mia Volontà, che raccolte dall’anima formano tanti brillanti per sé. Ora, se si perde qualcuna di quelle robacce o non si raccoglie, non farà quasi nessun danno, ma se si perde o non si raccoglie uno di quei granellini di brillanti, farà molto danno, perché sono di valore incalcolabile e pesano quanto può pesare un Dio; e se si perde per causa di chi ha l’ufficio di raccogliere, qual conto non darà egli, avendo fatto perdere un granello di valore infinito che poteva far chi sa quanto bene alle altre creature?”.

(7) Dopo ciò, il mio dolce Gesù metteva il suo cuore in me e mi faceva sentire il suo palpito dicendomi:

(8) “Figlia mia, Io sono il palpito di tutta la Creazione, se mancasse il mio palpito mancherebbe la vita a tutte le cose create. Ora, Io amo tanto chi vive nella mia Volontà, che non so stare senza di essa, e la voglio insieme con Me a fare ciò che faccio Io, dunque, tu palpiterai insieme con Me, e tra tante prerogative che ti darò, ti darò la prerogativa del palpito di tutta la Creazione; nel palpito sta la vita, il moto, il calore, sicché starai insieme con Me a dare la vita, il moto ed il calore a tutto”.

(9) Ma mentre ciò diceva, io mi sentivo che mi muovevo e palpitavo in tutte le cose create, e Gesù ha soggiunto:

(10) “Chi vive nella mia Volontà è inseparabile da Me, ed Io non so stare senza la sua compagnia, non voglio essere isolato, perché la compagnia rende più gradite, più dilettevoli, più belle le opere che si sostengono, perciò la tua compagnia mi è necessaria per spezzare il mio isolamento in cui mi lasciano le altre creature”.