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Messaggio del 25 luglio 2016:Cari figli! Vi guardo e vi vedo persi, e non avete né la preghiera né la gioia nel cuore. Ritornate, figlioli, alla preghiera e mettete Dio al primo posto e non l'uomo. Non perdete la speranza che vi porto. Figlioli, questo tempo - ogni giorno - sia sempre più un cercare Dio nel silenzio del vostro cuore e pregate, pregate, pregate finché la preghiera diventi gioia per voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 18-23 Febbraio 7, 1926 La Divina Volontà regnante nell’anima la eleva sopra tutto, la mette alla sua origine, e l’anima amando con l’amore d’un Dio, ama tutte le cose col suo stesso amore e viene costituita possessora e regina di tutto il creato.

(1) Stavo secondo il mio solito fondendomi nel Santo Voler Divino, e prendendo l’eterno ti amo del mio dolce Gesù, e facendolo mio giravo per tutta la Creazione per imprimerlo sopra d’ogni cosa, affinché tutto e tutti avessero una sola nota, un solo suono, una sola armonia: ti amo, ti amo, ti amo, per me, per tutti verso il mio Creatore che tanto mi ha amato. Ora, mentre ciò facevo, il mio amabile Gesù è uscito da dentro il mio interno, e stringendomi al suo cuore, tutto tenerezza mi ha detto:

(2) “Figlia mia, com’è bello il ti amo di chi vive nella mia Volontà, sento l’eco del mio insieme al suo su tutte le cose create, perciò sento il ricambio dell’amore della creatura per tutto ciò che ho fatto; e poi, amare significa possedere ciò che si ama, o voler possedere la cosa amata; sicché tu ami la Creazione tutta perché è mia, ed Io te la faccio amare perché voglio farla tua. Il tuo ripetuto ti amo per Me sopra d’ogni cosa creata, é la via ed il diritto del possesso, di possederle. La Creazione tutta nel sentirsi amata, riconoscono la loro padrona, perciò fanno festa al sentirsi ripetere su di loro il tuo ti amo; l’amore fa riconoscere ciò che è suo, e si donano solo a coloro dai quali sono amate, e la mia Volontà regnante nell’anima è la conferma che ciò che è mio è suo. Ora, quando una cosa è fra due persone insieme, ci vuole sommo accordo, l’una non può fare senza dell’altra, ed ecco la necessità della loro inseparabile unione, delle comunicazioni continue sul da fare di ciò che posseggono. Oh! come la mia Volontà regnante nell’anima la eleva sopra tutto, e amando con l’amore d’un Dio, sa amare tutte le cose col suo stesso amore, e viene costituita possessora e regina di tutto il creato.

(3) Figlia mia, in questo stato felice creai l’uomo, la mia Volontà doveva supplire a tutto ciò che mancava in lui ed elevarlo alla somiglianza del suo Creatore. Ed è proprio questa la mia mira su di te, farti ritornare all’origine come creammo l’uomo, perciò non voglio divisione tra Me e te, né che ciò che è mio non sia tuo; ma per darti i diritti voglio che riconosca ciò che è mio, affinché amando tutto e scorrendo su tutte le cose il tuo ti amo, tutta la Creazione ti riconosca; sentiranno in te l’eco del principio della creazione dell’uomo, e felicitandosi ambiranno di farsi possedere da te.

(4) Io faccio per te come un re, che disprezzato dai suoi popoli, offeso, dimenticato, questi popoli non sono più sotto il regime delle leggi del re, e se qualche legge osservano, è la forza che s’impone su di loro, non l’amore; sicché il povero re è costretto a vivere nella sua reggia isolato, senza l’amore, la sudditanza ed il soggiogamento della sua volontà sopra dei popoli; ma fra tanti, lui avverte che uno solo si mantiene integro nel farsi soggiogare in tutto e per tutto dalla volontà del re, anzi ripara, piange per le volontà ribelli di tutto il popolo, e vorrebbe rifare il re facendosi atto per ciascuna creatura, affinché trovassi in lui tutto ciò che dovrebbe trovare in tutto il resto del popolo. Il re sente di amare costui, lo tiene sempre ad occhio per vedere se è costante e non per un giorno, ma per un periodo di vita, perché la sola costanza è quella in cui il re può fare affidamento ed essere sicuro di ciò che vuol fare della creatura. Il sacrificarsi, il far bene un giorno, è cosa facile per la creatura, ma il sacrificarsi ed il far bene tutta la vita, oh! com’è difficile. E se ciò avviene, è una virtù divina operante nella creatura. Onde il re quando si sente sicuro di costui, lo chiama a sé nella sua reggia, dona a lui tutto ciò che dovrebbe dare a tutto il popolo, e mettendo da parte gli altri fa uscire da costui la nuova generazione del suo popolo eletto, i quali non avranno altra ambizione che vivere della sola volontà del re, tutti soggiogati a lui, come tanti parti delle sue viscere. Non ti sembra figlia mia, che proprio questo sto facendo per te? Quel continuo chiamarti nella mia Volontà, affinché non la tua vivesse in te, ma la mia; quel volere da te, che su tutte le cose create e dal primo fino all’ultimo uomo che verrà, trovassi la nota del tuo ti amo, della tua adorazione per il tuo Creatore, della tua riparazione per ciascuna offesa, non dice a chiare note che voglio tutto per darti tutto, e che elevandoti su tutto voglio che ritorni in te la mia Volontà integra, bella, trionfante, come uscì da Noi nel principio della Creazione? La mia Volontà fu l’atto primo della creatura, la creatura ebbe il suo atto primo nella mia Volontà, e perciò vuol fare il suo corso di vita in essa, e sebbene fu soffoggata al principio del suo nascere nella creatura, ma non restò estinta, e perciò aspetta il suo campo di vita in essa; non vuoi tu essere il suo primo campicello? Perciò sii attenta, quando voglia qualche cosa non la fare mai da te, ma pregami che la faccia la mia Volontà in te, perché la stessa cosa, se la fai tu, suona male, dà di umano, invece se la fa la mia Volontà suona bene, armonizza col Cielo, è sostenuta da una grazia e potenza divina, è il Creatore che opera nella creatura, il suo profumo è divino, che elevandosi dappertutto abbraccia tutti con un solo amplesso, in modo che tutti sentono il bene dell’operato del Creatore nella creatura”.