MaM
Messaggio del 2 luglio 2018:Cari figli, sono Madre per tutti voi e perciò non temete, perché io sento le vostre preghiere. So che mi cercate e perciò io prego mio Figlio per voi: mio Figlio che è unito al Padre Celeste ed allo Spirito Consolatore; mio Figlio che conduce le anime nel Regno da cui è venuto, il Regno della pace e della luce. Figli miei, a voi è data la libertà di scegliere; io però, come Madre, vi prego di scegliere di usare la libertà per il bene. Voi, che avete anime pure e semplici, capite e sentite dentro di voi qual è la verità, anche se a volte non capite le parole. Figli miei, non perdete la verità e la vera vita per seguire quella falsa. Con la vera vita il Regno dei Cieli entrerà nei vostri cuori, ed esso è il Regno della pace, dell’amore e dell’armonia. Allora, figli miei, non ci sarà neanche l’egoismo, che vi allontana da mio Figlio. Ci sarà amore e comprensione per il vostro prossimo. Perché ricordate, ve lo ripeto di nuovo: pregare significa anche amare gli altri — il prossimo — e darsi a loro. Amate e date in mio Figlio, allora egli opererà in voi, per voi. Figli miei, pensate a mio Figlio senza sosta, amatelo immensamente ed avrete la vera vita, che sarà per l’eternità. Vi ringrazio, apostoli del mio amore.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 17-24 Dicembre 1, 1924 La Divina Volontà respinta dalle creature sente la morte del bene che vuol fare.

(1) Mi sentivo amareggiata al sommo, e mentre pregavo, piangevo la dura mia sorte d’essere priva di Colui che formava tutta la mia vita. Il mio stato è irrimediabile, nessuno si muove a pietà di me, tutto è giustizia, e poi, chi si vuol muovere di me a pietà, se Colui che è la fonte della pietà me la nega? Ora, mentre piangevo e pregavo mi sono sentita prendere le mani fra le mani di Gesù, e sollevandomi in alto ha detto:

(2) “Venite tutti a vedere un spettacolo sì grande, e non mai visto né in Cielo né in terra: Un’anima continuamente morendo per puro amor mio”.

(3) Al dire di Gesù si sono aperti i Cieli e tutta la gerarchia celeste mi guardava, anch’io mi guardavo e vedevo la povera anima mia appassita, e morendo come quel fiore che sta per declinare sul suo stelo; ma mentre morivo, una virtù segreta mi dava vita; ah! forse è la giustizia punitrice di Dio, che giustamente mi punisce. Mio Dio! mio Gesù, abbi pietà di me, pietà d’una povera morente! E’ la sorte più dura che mi tocca fra tutti i poveri mortali: Morire senza poter morire! Onde il mio dolce Gesù, quasi per tutta la notte mi ha tenuto fra le sue braccia, per darmi la forza ed assistermi nella mia agonia. Io credevo che finalmente avesse di me compassione e mi portasse con Sé, ma invano! Dopo che mi ha rincuorato alquanto, mi ha lasciato col dirmi:

(4)Figlia mia, la mia Volontà sta ricevendo continue morti da parte delle creature, Essa è vita, e come vita vuol dare la vita della luce, ma la creatura respinge questa luce, e difatti, non ricevendola muore questa luce per la creatura e la mia Volontà sente la pena della morte che la creatura ha dato a questa luce. La mia Volontà vuol far conoscere i pregi, le virtù che contiene, e la creatura respinge questa conoscenza coi pregi e le virtù che contiene, e la mia Volontà per la creatura muore a questa conoscenza ed ai pregi e alle virtù che contiene il mio Volere, e la mia Volontà sente la pena della morte che la creatura ha dato alle virtù e pregi del mio Volere; e così se vuol dare l’amore e non è ricevuto, sente la morte data all’amore; se vuol dare la santità, la grazia, sente darsi dalla creatura la morte alla santità e alla grazia che vuol dare, sicché è continua la morte che sente al bene che vuol dare. E poi, non la senti tu in te la morte continua che soffre la mia Volontà? Vivendo tu in Essa, sei costretta, come connaturalmente, a prendere parte a queste morti che soffre la mia Volontà, e vivere in uno stato di continua agonia”.

(5) Ed io nel sentir ciò ho detto: “Gesù, amor mio, non mi sembra che sia così, è la tua privazione che mi uccide, che mi toglie la vita senza farmi morire”.

(6) E Gesù: “La mia privazione da una parte, la mia Volontà dall’altra, che tenendoti assorbita in Essa ti fa parte delle sue pene. Figlia mia, nel vero vivere nel mio Volere non c’è pena che la mia Volontà riceva dalle creature, che non renda partecipe all’anima che vive in Essa”.