MaM
Messaggio del 2 ottobre 2018:Cari figli, vi invito ad essere coraggiosi e a non desistere, perché anche il più piccolo bene, il più piccolo segno d’amore vince il male sempre più visibile. Figli miei, ascoltatemi affinché il bene prenda il sopravvento, affinché possiate conoscere l’amore di mio Figlio. Quella è la felicità più grande: le braccia di mio Figlio che abbracciano. Lui che ama l’anima, lui che si è dato per voi e sempre di nuovo si dà nell’Eucaristia, lui che ha parole di vita eterna. Conoscere il suo amore, seguire le sue orme significa avere la ricchezza della spiritualità. Quella è una ricchezza che dà buoni sentimenti e vede amore e bontà ovunque. Apostoli del mio amore, figli miei, voi siate come raggi di sole che, col calore dell’amore di mio Figlio, riscaldano tutti attorno a loro. Figli miei, al mondo servono apostoli d’amore, al mondo servono molte preghiere: ma preghiere dette col cuore e con l’anima, e non solo pronunciate con le labbra. Figli miei, tendete alla santità, ma nell’umiltà. Nell’umiltà che permette a mio Figlio di fare attraverso di voi ciò che lui desidera. Figli miei, le vostre preghiere, le vostre parole, pensieri ed opere, tutto questo vi apre o vi chiude le porte del Regno dei Cieli. Mio Figlio vi ha mostrato la via e vi ha dato la speranza, ed io vi consolo e vi incoraggio. Perché, figli miei, io ho conosciuto il dolore, ma ho avuto fede e speranza. Ora ho il premio della vita nel Regno di mio Figlio. Perciò ascoltatemi, abbiate coraggio, non desistete! Vi ringrazio!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 16-27 Novembre 5, 1923 Gli atti fatti nel Divin Volere formano gli accidenti che imprigionano Gesù nell’anima, e vi formano la sua Vita reale.

(1) Mi sentivo oppressa per la privazione del mio dolce Gesù, con l’aggiunta che il confessore, siccome non avevo avuto la fiducia di aprirmi e perché cattiva, mi aveva negato l’assoluzione. Onde avendo fatta la santa comunione, mi abbandonavo nelle braccia del mio dolcissimo Gesù e gli dicevo:

(2) “Amor mio, aiutami, non mi abbandonare, Tu sai in che stato mi trovo per la tua privazione, eppure da parte delle creature, invece d’aiuto aggiungono pene a pene, sicché senza di Te non ho più nessuno, o con Te o sola a piangere la mia dura sorte d’averti perduto. Questo dovrebbe spingerti maggiormente a non lasciarmi sola, almeno per fare compagnia ad una povera abbandonata che vive morendo nel suo duro esilio, perciò, Tu che sei il sommo dei sacerdoti, dammi Tu l’assoluzione, dimmi che mi perdoni le colpe che ci sono nell’anima mia, fammi sentire la tua voce dolcissima che mi dà vita e perdono”. Ora, mentre sfogavo il mio dolore con Gesù, si è fatto vedere nel mio interno, ed i veli sacramentali formavano come uno specchio, in cui Gesù ci stava dentro vivo e vero, ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

(3) “Figlia mia, questo specchio sono gli accidenti del pane che mi tengono imprigionato in loro, Io formo la mia Vita nell’ostia, ma essa nulla mi dà, non un affetto, né un palpito, né il più piccolo ti amo, essa è come morta per Me, rimango solo, senza l’ombra d’alcun ricambio, e perciò il mio amore è quasi impaziente d’uscire, di frantumare questo vetro, scendendo nei cuori per trovare in essi quel ricambio che l’ostia né sa, né può darmi. Ma sai tu dove trovo il mio vero ricambio? Nell’anima che vive nella mia Volontà, Io come scendo nel suo cuore, subito consumo gli accidenti dell’ostia, perché so che accidenti più nobili, e a Me più cari, sono pronti per imprigionarmi, per non farmi uscire da quel cuore che mi darà, non solo vita in lei, ma vita per vita; non starò solo, ma con la mia più fida compagnia, saremo due cuori a palpitare insieme, ameremo uniti, i nostri desideri saranno uno solo, sicché Io rimango in lei, e vi fo Vita, vivo e vero, come la fo nel Santissimo Sacramento. Ma sai tu quali sono questi accidenti che trovo nell’anima che fa la mia Volontà? Sono gli atti suoi fatti nel mio Volere, che più che accidenti si stendono intorno a Me, e m’imprigionano, ma dentro d’una prigione nobile, divina, non oscura, perché i suoi atti fatti nel mio Volere, più che sole la illuminano e la riscaldano. Oh! come mi sento felice di far Vita reale in essa, perché mi sento come se mi trovasse nella mia Reggia Celeste. Guardami nel tuo cuore, come ne sono contento, come mi diletto e provo le gioie più pure”.

(4) Ed io: “Mio amato Gesù, non è una cosa nuova e singolare ciò che tu dici, che in chi vive nella tua Volontà Tu fai Vita reale in essa? Non è piuttosto quella Vita mistica che tu fai nei cuori che posseggono la tua Grazia? ”.

(5) E Gesù: “No, no, non è Vita mistica, come per quelli che posseggono la mia Grazia, ma non vivono coi loro atti immedesimati nel mio Volere, non hanno materia sufficiente per formarmi gli accidenti per imprigionarmi; sarebbe come se mancasse l’ostia al sacerdote e volesse pronunziare le parole della consacrazione, le potrebbe dire, ma le direbbe nel vuoto, la mia Vita Sacramentale non avrebbe certo esistenza. Così mi trovo nei cuori, che mentre possono possedere la mia Grazia, ma non vivono del tutto nel mio Volere, sto in loro per Grazia, ma non realmente”.

(6) Ed io: “Amor mio, ma come può essere che Tu possa vivere realmente nell’anima che vive nel tuo Volere? ”.

(7) E Gesù: “Figlia mia, non vivo forse nell’ostia sacramentale vivo e vero, in anima, corpo, sangue e Divinità? E perché vivo nell’ostia, in anima, corpo, sangue e Divinità? Perché non c’è una volontà che si opponga alla mia; se Io trovassi nell’ostia una volontà che si opponesse alla mia, Io non farei in essa né Vita reale, né vita perenne, ed è anche questa la causa per cui gli accidenti sacramentali si consumano quando mi ricevono, perché non trovo una volontà umana unita con Me, in modo che vuol perdere la sua per fare acquisto della mia, ma trovo una volontà che vuole agire, vuol fare da sé, ed Io faccio la mia visitina e parto. Invece, per chi vive nella mia Volontà, il mio Volere ed il suo sono uno solo; e se lo faccio nell’ostia, molto più lo posso fare in lui, molto più che trovo un palpito, un affetto, il mio ricambio ed il mio tornaconto, ciò che non trovo nell’ostia. All’anima che vive nella mia Volontà l’è necessaria la mia Vita reale in lei, altrimenti come potrebbe vivere del mio Volere? Ah! tu non vuoi capirla, che la santità del vivere nel mio Volere è una santità del tutto differente dalle altre santità, e tolte le croci, le mortificazioni, gli atti necessari della vita, che fatti nella mia Volontà l’abbelliscono di più, non è altro che la vita dei beati del Cielo, che siccome vivono nel mio Volere, in virtù di Esso ciascuno mi ha in loro come se fossi per uno solo, vivo e vero, e non misticamente, ma realmente abitante in loro, e siccome non si potrebbe dire vita di Cielo se non mi avessero in loro come vita propria, e se mancasse anche una piccola particella della mia Vita in loro, non sarebbe né completa né perfetta la loro felicità, così chi vive nel mio Volere non sarebbe né piena, né perfetta la mia Volontà in lei, perché mancherebbe la mia Vita reale che emette questa Volontà. E’ vero che sono tutti prodigi del mio amore, anzi il prodigio dei prodigi, che finora il mio Volere ha ritenuto in Sé, e che ora vuole uscirlo fuori per giungere allo scopo primiero della creazione dell’uomo. Perciò la mia prima Vita reale la voglio formare in te”.

(8) Ed io, nel sentire ciò ho detto: “Ahi! amor mio, Gesù, eppure mi sento così male per tutti questi contrasti, e Tu lo sai; è vero che ciò mi serve per più abbandonarmi nelle tue braccia e chiedere da Te ciò che non mi danno; ma con tutto ciò sento un alito di turbazione che turba la pace dell’anima mia, e Tu dici che vuoi formare Vita reale in me? Oh! quanto ne sono lontana”.

(9) E Gesù di nuovo: “Figlia, non ti dar pensiero di ciò, quello che voglio è che tu non ci metta niente del tuo e che ubbidisca per quanto puoi. Si sa che tutte le altre santità, cioè, quella dell’ubbidienza e delle altre virtù, non vanno esenti da piccineria, turbazione, contese e perdimento di tempo, che impediscono di formare un bel sole, al più una piccola stella; la sola santità del mio Volere è quella che va esente da queste miserie. E poi, la mia Volontà racchiude tutti i sacramenti e gli effetti di essi, perciò abbandonati del tutto nella mia Volontà, falla tutta tua, e riceverai gli effetti dell’assoluzione o di altro che ti venisse negato. Quindi ti raccomando non perdere tempo, che col perdere il tempo vieni ad inceppare la mia Vita reale che sto formando in te”.