(1) Mi sentivo oppressa per la privazione del mio dolce Gesù, e mettendomi a pregare lo pregavo che non più indugiasse a far ritorno alla povera anima mia, che non ne potevo più. Onde con mia sorpresa l’ho visto che stava stretto al mio collo, cingendomi con le sue braccia, e col suo volto che toccava il mio, e con una luce che voleva infondere nella mia mente; io, come tirata l’ho baciato, ma come se volessi respingere la luce, e dicevo tra me: “A me non importa conoscere le cose, quello che voglio è salvarmi l’anima, e Gesù solo mi basta per salvarmi, tutto il resto è nulla”. Onde Gesù toccandomi la fronte, non ho potuto resistere più, e la luce entrava in me e diceva:
(2) “Figlia mia, chi è chiamato ad un ufficio deve conoscere i segreti, l’importanza, i doveri, i beni, il fondatore, e tutto ciò che a quell’ufficio appartiene. Or, tu devi sapere che una semplice creatura ruppe i rapporti che c’erano tra la Volontà Divina e la creatura, questa rottura distrusse i piani che la Divinità teneva nella creazione dell’uomo, ora, ad un’altra semplice creatura, sebbene dotata di tante grazie e privilegi qual fu la Vergine, Regina di tutti, ma sempre pura creatura, fu dato l’ufficio di dover rannodare, cimentare e mettersi in rapporti con la Volontà del suo Creatore, per riparare la prima rottura di quella prima creatura; donna la prima, donna la seconda. Fu proprio Lei che, col vincolare il suo volere al nostro ci restituì l’onore, il decoro, la sudditanza, i diritti della Creazione; non fu una sola creatura che ebbe l’inizio del male e che formò il germe della rovina di tutte le generazioni? Così questa sola Celeste Creatura ebbe l’inizio del bene, col mettersi in rapporto con la Volontà del suo Creatore formò il germe di quel Fiat Eterno che doveva essere la salvezza, la santità, il ben essere di tutti. Ora, questa Celeste Creatura, come cresceva, così cresceva in Lei il germe di quel Fiat Eterno, che facendosi albero, il Verbo Eterno si sentì rapito a riposarsi sotto all’ombra del suo Eterno Volere, e restò concepito, formando la sua Umanità in quel seno verginale, in cui regnava come Re dominante il suo Supremo Volere. Vedi dunque come tutti i beni scendono dal mio Supremo Volere, e tutti i mali escono in campo quando la creatura si sottrae dalla Volontà Divina. Onde, se non avessi trovato una creatura che avesse per vita il mio Volere, e che non si fosse messa in rapporto con Me, con quei vincoli della Creazione da Me voluti, né avrei voluto né potuto scendere dal Cielo e prendere umana carne per salvare l’uomo, sicché la mia Mamma fu l’inizio, l’origine, il germe del Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra; perché una creatura lo aveva distrutto, era giusto che un’altra creatura doveva riedificarlo. E la mia Umanità, che mai si separò dalla mia Divinità, su questo germe del mio stesso Volere che trovai nella mia Divina Madre, formai il gran piano della volontà umana nella Volontà Divina; con la mia volontà umana unita alla Divina, non ci fu atto umano che non misi in rapporto col Voler Supremo; col Voler Divino ero a giorno di tutti gli atti di tutte le generazioni, col volere umano li andavo riparando e li vincolavo con l’Eterno Volere, non ci fu atto che mi sfuggisse e che non fosse ordinato da Me nella luce purissima della Suprema Volontà. La Redenzione, potrei dire che mi costò poco, sarebbe bastata la mia Vita esterna, le pene della mia Passione, i miei esempi, la mia parola; avrei fatto subito, ma per formare il gran piano della volontà umana nella Divina, per legare tutti i rapporti e vincoli da essa spezzati, dovetti mettere tutto il mio interno, tutta la mia Vita nascosta, tutte le mie pene intime, che sono di gran lunga di più e più intense delle mie pene esterne, e che ancora non sono conosciute; basta dire che non era il solo perdono che impetravo, la remissione delle colpe, il rifugio, lo scampo, la difesa nei gravi pericoli della vita dell’uomo, come l’impetrai nella mia Passione, ma era il risorgimento di tutto il interno, dovevo far sorgere quel Sole del Voler Eterno, che legando con forza rapitrice tutto l’interno, anche le più intime fibre, doveva condurlo al seno del mio Celeste Padre, come rinato nel suo Eterno Volere. Oh! come mi fu più facile impetrargli la salvezza che riordinargli il suo interno nel mio Supremo Volere, e se ciò non facessi, la Redenzione non sarebbe stata completa, né opera degna d’un Dio, né avrei aggiustato né ordinato tutte le partite dell’uomo, né restituita quella santità perduta con l’aversi sottratto e spezzato i rapporti con la Divina Volontà. Il piano è già fatto, ma per farlo conoscere era necessario che primo conoscesse che con la mia Vita e Passione poteva ottenere il perdono, la salvezza, per disporlo a fargli conoscere come li avevo impetrato la cosa più grande e più importante, che è il risorgimento del suo volere nel mio, per restituirgli la sua nobiltà, i rapporti spezzati con la mia Volontà, e con questo il suo stato d’origine.
(3) Ora figlia mia, se la mia Eterna Sapienza dispose che una Celeste e la più santa di tutte le creature preparasse il germe del mio santo Volere, in cui Io formai il piano del risorgimento dell’uomo nella mia Suprema Volontà;, ora per mezzo di un’altra creatura, facendola entrare nelle eterne magioni del mio Volere e vincolando la sua volontà con la mia, unendola a tutti i miei atti faccio risorgere tutto il suo interno nell’Eterno Sole del mio Volere, apre il campo di questo piano alle generazioni, in modo che chi vuole può entrare in esso per mettersi in rapporto con la Volontà del suo Creatore, e se finora hanno goduto i beni della Redenzione, ora passeranno a godere i frutti del Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra, quella felicità perduta, quella dignità e nobiltà, quella pace tutta celeste che col fare la sua volontà l’uomo aveva fatto scomparire dalla faccia della terra. Grazia più grande non potrei farla, perché col metterlo di nuovo in rapporto con la mia Volontà, gli restituisco tutti i beni di cui lo dotai nel crearlo. Perciò sii attenta, perché si tratta di aprire un largo campo di beni a tutti i tuoi fratelli”.