(1) Stavo pregando e tutta abbandonandomi nelle braccia del mio dolcissimo Gesù, ma con un pensiero nella mente che diceva: “Solo per te questo martirio di dar fastidio agli altri, d’essere di peso ai tuoi ministri, non potendo fare a meno di farli impicciare dei fatti miei, e che si svolgono tra me e Gesù; invece gli altri sono liberi, loro entrano nello stato di sofferenze e da per sé stessi si liberano; eppure quante volte ho pregato che mi liberasse, ma invano”. Ora, mentre ciò pensavo ed altro, il benedetto Gesù è venuto, tutto bontà ed amore, e mettendosi a me vicino mi ha detto:
(2) “Figlia mia, quanto più grande è l’opera che voglio fare, tanto più è necessario che sia unica e singolare quella creatura che scelgo. L’opera della Redenzione era la più grande e vi scelsi una sola creatura, dotandola di tutti i doni, non mai concessi a nessuno, per fare che questa creatura contenesse tanta grazia per potermi fare da Madre, e potessi deporre in Lei tutti i beni della Redenzione; e per custodire i miei stessi doni, dacché fu concepita finché mi concepì, la tenni adombrata nella luce della Santissima Trinità, la quale si faceva custode e teneva l’ufficio di dirigerla in tutto; quando poi restai concepito nel suo seno verginale, essendo Io il vero, il capo, ed il primo di tutti i sacerdoti, presi Io l’impegno di custodirla e di dirigerla in tutto, perfino il moto del suo palpito; e quando Io morii l’affidai ad un altro sacerdote, qual fu San Giovanni. Un’anima sì privilegiata che conteneva tutte le grazie, unica nella mente divina, unica nella storia, non volli lasciarla fino all’ultimo suo anelito senza l’assistenza d’un mio rappresentante. Forse ho fatto questo ad altre anime? No, perché non contenendo tanto bene, doni e grazie, non è necessario tanta custodia ed assistenza.
(3) Ora figlia mia, anche tu sei unica nella mia mente, e sarai anche unica nella storia, e non ci sarà né prima di te, né dopo, altra creatura a cui farò avere, come costretto da necessità, l’assistenza dei miei ministri, avendoti scelto per deporre in te la santità, i beni, gli effetti, l’attitudine della mia Suprema Volontà; era conveniente, giusto, decoroso, per la stessa santità che contiene il mio Volere, che un mio ministro ti assistesse e fosse il primo depositario dei beni che la mia Volontà contiene, e dal suo grembo farla passare a tutto il corpo della Chiesa. Quale attenzione non si richiede da te e da loro: tu nel ricevere da Me, come una seconda mia madre, il gran dono del mio Volere, conoscerne tutti i pregi; e loro col riceverli da te, per fare che si compia nella mia Chiesa il Fiat Voluntas Tua come in Cielo così in terra. Ah! tu non sai quanto ho dovuto darti per renderti capace di deporre in te il mio Volere, ti ho tolto qualunque germe di corruzione, ho purificato in tal modo la tua anima, la tua stessa natura, che né tu senti nulla per loro, né loro per te, perché mancando il germe è come se mancasse il fuoco alla legna, e se non ti esentai dalla colpa originale come feci alla mia cara Madre, col toglierti il germe della corruzione operai un altro prodigio di grazia, non mai concesso a nessun altro, perché non era decoroso per la mia Volontà tre volte santa, scendere in un’anima, prenderne il possesso, e fosse anche menomamente ombrata dal minimo alito corrotto, la mia Volontà non si sarebbe adattata di prenderne il possesso, comunicarle la sua attitudine se ci vedesse alcun germe di corruzione, come non mi sarei adattato Io, Verbo del Padre, di concepire nel seno della Celeste Mamma, se non l’avessi esentato dalla colpa d’origine, e poi, quante grazie non ti ho fatto? Tu credi che sia nulla e perciò non ti dai nessun pensiero, ed invece di ringraziarmi, ti occupi a pensare a ciò che ho disposto di te e di quelli che ho messo intorno a te, mentre Io voglio che segua solo il mio Volere. Tu devi sapere che questo compimento della mia Volontà è tanto grande, che entra nelle opere più grandi che la Divinità ha operato, e voglio che sia conosciuto, affinché dal conoscerne la grandezza ed i beni immensi che contiene, l’amino, lo stimino e lo desiderino. Tre volte la Divinità Suprema decise d’operare ad extra, la prima fu nella Creazione, e questa fu senza intervento della creatura, perché nessuna era uscita alla luce del giorno; la seconda fu nella Redenzione, ed intervenne insieme una donna, la più santa, la più bella, quale fu la mia Celeste Mamma, fu Lei il canale e lo strumento di cui me ne servii per compiere l’opera della Redenzione; la terza è il compimento, che la mia Volontà si faccia come in Cielo così in terra, cioè che la creatura viva, operi con la santità e potenza della nostra Volontà, opera inseparabile dalla Creazione e Redenzione, come è inseparabile la Trinità Sacrosanta; né possiamo dire che l’opera della Creazione sia da Noi finita, se la nostra Volontà, come fu da Noi decretato, non agisce nella creatura e vive con quella libertà, santità e potenza con cui opera e vive in Noi, anzi questo è il punto più bello, più culminante, più fulgido, ed il suggello del compimento dell’opera della Creazione e Redenzione. Questi sono decreti divini, e devono avere il pieno compimento. E per compiere questo decreto vogliamo servirci di un’altra donna, quale sei tu; fu la donna l’incitamento, la causa perché l’uomo precipitò nelle sue sventure, e Noi vogliamo servirci della donna per mettere le cose in ordine, e far uscire l’uomo delle sue sventure, e restituirgli il decoro, l’onore, la vera somiglianza nostra, come fu da Noi creato, perciò sii attenta, né prendere le cose alla leggera, qui non si tratta d’una cosa qualsiasi, ma si tratta di decreti divini, e darci il campo per farci compiere l’opera della Creazione e Redenzione, e perciò, come alla nostra Mamma l’affidammo a San Giovanni, per far deporre in lui, e da lui alla Chiesa, i tesori, le grazie, tutti i miei insegnamenti che nel corso della mia Vita, quando stando affidata a Me e facendole da sacerdote, Io deposi come in un santuario tutte le leggi, i precetti, le dottrine che la Chiesa doveva possedere, e Lei, fida qual era, e gelosa anche d’una mia parola perché non si sperdesse, depose nel mio fido discepolo Giovanni, sicché la mia Mamma tiene il primato su tutta la Chiesa. Così ho fatto di te, dovendo servire il Fiat Voluntas Tua a tutta la Chiesa, ti ho affidato a un mio ministro, affinché deponga in lui tutto ciò che ti manifesto sulla mia Volontà, i beni che ci sono, come la creatura deve entrare in Essa, come la paterna bontà vuole aprire un’altra era di grazia, mettendo in comune con la creatura i suoi beni che possiede nel Cielo, e restituendole la felicità perduta, perciò sii attenta e siimi fedele”.