(1) Stavo impensierita sul perché il mio dolce Gesù non ci veniva, e dicevo tra me: “Chi sa che starà di male nel mio interno, che Gesù per non dispiacersi si nasconde?” E Lui movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, il segno che non ci sia nulla di male e che l’interno dell’anima è tutto riempito di Dio, è che nulla le sia rimasto che non sia tutto mio, e che tutto ciò che possa accadere dentro e fuori di lei, non prova più gusto di nulla, il suo gusto è solo per Me e di Me, e non solo delle cose profane o indifferenti, ma anche di cose sante, di persone pie, di funzioni, di musiche, eccetera, tutto per lei è freddo, indifferente, e come cose che non le appartengono, e la ragione è naturale, se l’anima è tutta riempita di Me, quindi è riempita anche dei miei gusti, il gusto mio è il suo, gli altri gusti non trovano posto dove mettersi, perciò per quanto belli essi siano, per l’anima non hanno nessun attrattivo, anzi per lei sono come morti. Invece l’anima che non è tutta mia, è vuota, e come le cose la circondano, così sente in sé tanti gusti se sono cose che le piacciono; se poi son cose che non gradisce, sente disgusto, sicché sta in continua alternazione di gusti e di disgusti, e siccome il gusto che non è uscito da Me non è duraturo, molte volte i gusti si convertono in disgusti, e perciò si notano tante varietà di carattere: ora troppo triste, ora troppo allegre, ora tutto stizzoso, un’altra volta tutto affabile, è il vuoto di Me che tiene nell’anima, che le dà tante varietà di caratteri, niente simile al mio, che sono sempre eguale e mai mi muto. Ora, provi tu qualche gusto di ciò che esiste quaggiù? Ché temi che ci sia qualche male in te, che Io dispiaciuto mi nascondo? Dove ci sono Io, mali non ci possono essere”.
(3) Ed io: “Amor mio, io non mi sento di prendere gusto di nessuna cosa, per quanto buona fosse, e poi Tu lo sai più di me, e come posso prendere gusto di altre cose, se la pena della tua privazione mi assorbe, mi amareggia fino le midolla delle ossa, mi fa dimenticare tutto, e solo mi è presente e fitto nel cuore il chiodo che sono priva di Te?”
(4) E Gesù: “E questo ti dice che sei mia e sei riempita di Me, perché il gusto tiene questo potere: se è gusto mio, trasforma la creatura in Me; se è gusto naturale, la travolge nelle cose umane; se è gusto di passioni, la getta nella corrente del male. Il gusto pare che sia cosa da nulla, eppure non è così, è l’atto primo, o del bene o del male, e vedi un po’ come è così: Adamo, perché peccò? Perché rivolse lo sguardo dall’allettamento divino, e come Eva presentò il frutto per farlo mangiare, guardò il frutto e la vista prese piacere nel guardarlo, l’udito prese diletto nel sentire le parole di Eva, che se mangiava il frutto doveva diventare simile a Dio, la gola prese gusto nel mangiarlo, sicché il gusto fu il primo atto della sua rovina. Se invece avesse provato dispiacere nel guardarlo, noia, fastidio nell’udire le parole di Eva, disgusto nel mangiarlo, Adamo non avrebbe peccato, anzi avrebbe fatto il primo atto eroico nella sua vita, resistendo e correggendo Eva d’aver ciò fatto, e lui sarebbe rimasto con la corona imperitura della fedeltà verso a chi tanto doveva e che teneva tutti i diritti della sua sudditanza. Oh! come bisogna stare attento sui diversi gusti che sorgono nell’anima, se son gusti puramente divini, dargli la vita; se poi sono gusti umani, o di passioni, dargli la morte; altrimenti c’è pericolo di precipitare nella corrente del male”.