(1) Stavo accompagnando il mio dolce Gesù nelle sue pene, specie in ciò che soffrì nell’orto del Getsemani, e mentre lo compativo, movendosi nel mio interno mi ha detto:
(2) “Figlia mia, il primo a formare il lavorio delle mie pene nella mia Umanità fu il mio Celeste Padre, perché solo Lui teneva la forza ed il poter di creare il dolore e di metterci quanti gradi di dolore ci volevano per potersi soddisfare del debito delle creature per quanto ce ne volevano; le creature furono secondarie, perché non tenevano nessun potere su di Me, né virtù di creare il dolore per quanta intensità volevano; e questo succede in tutte le creature, come nel creare l’uomo il primo lavorio tanto nell’anima tanto nel corpo lo fece il mio Divin Padre, quanta armonia, quanta felicità non formò con le sue proprie mani nella natura umana? Tutto è armonia nell’uomo e felicità, la sola parte esterna, quante armonie e felicità non contiene? L’occhio vede, la bocca esprime, i piedi camminano, ma le mani operano e prendono le cose dove sono giunti i piedi. Se l’occhio poteva vedere e non avesse la bocca per esprimersi, se avesse i piedi per camminare e non avesse le mani per operare, non sarebbe una infelicità, una disarmonia nell’umana natura? E poi, le armonie e felicità dell’anima umana, la volontà, l’intelletto, la memoria, quante armonie e felicità non contengono? Basta dire che sono parti della felicità ed armonia dell’Eterno, Iddio creava il vero eden personale nell’anima e nel corpo dell’uomo, eden tutto celeste, e poi gli diede per abitazione l’eden terrestre; tutto era armonia e felicità nella natura umana, e sebbene il peccato sconvolse quest’armonia e felicità, ma non distrusse del tutto, tutto il bene che Iddio aveva creato nell’uomo.
(3) Sicché, come Iddio creò con le proprie mani tutta la felicità ed armonia nella creatura, così creò in Me tutti i dolori possibili, per rifarsi dell’ingratitudine umana e fare uscire dal mare dei miei dolori la felicità perduta, e l’accordo all’armonia sconvolta. E questo succede a tutte le creature quando devo eleggerle a santità distinta o a disegni miei speciali, sono le mie proprie mani che lavorano nell’anima, ed ora vi creo il dolore, ora l’amore, ora le cognizioni delle verità celesti, è tanta la mia gelosia, che non voglio che nessuno me la tocchi, e se permetto che le creature le facciano qualche cosa, è sempre in ordine secondario, ma il primato lo tengo Io, e me la vado formando a secondo il mio disegno”.