MaM
Messaggio del 25 dicembre 1993: Cari figli, oggi gioisco con il piccolo Gesù e desidero che la gioia di Gesù entri in ogni cuore. Figliuoli, con il Messaggio io con il mio figlio Gesù, vi do la benedizione: che in ogni cuore regni la pace. Io vi amo, figlioli, e vi invito tutti ad avvicinarvi a me tramite la preghiera. Voi parlate, parlate ma non pregate. Perciò, figlioli, decidetevi per la preghiera, solo così sarete felici e Dio vi darà ciò che chiederete a lui. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 14-73 Novembre 11, 1922 Gesù diede vita nella Divina Volontà agli atti di tutte le creature, in quest’opera associò la sua Madre Santissima, e adesso chiama l’anima per ripeterlo.

(1) Il mio sempre amabile Gesù nel venire mi ha tirato tanto a Sé, dentro d’una luce immensa e mi ha detto:

(2)Piccola figlia del mio Volere, questa luce immensa che tu vedi è la mia Suprema Volontà, da cui niente sfugge. Tu devi sapere che come creai il cielo, il sole, le stelle, ecc., a tutti fissai i limiti, il posto, il numero, né possono crescere né decrescere, tutte le cose le ho come in pugno. Così nel creare l’uomo, nel medesimo tempo creai tutte le intelligenze e ciascun pensiero, tutte le parole, le opere, i passi, e tutto il resto dell’uomo, dal primo fino all’ultimo che dovrà esistere, e questo era come connaturale in Me, molto più che Io stesso dovevo essere attore e spettatore anche d’un pensiero, se non lo poteva fare senza di Me, come non dovevo saperlo e conoscerne anche il numero? Sicché nella mia Volontà nuota tutto l’operato delle creature, come i pesci nuotano dentro d’un vasto mare. Ma avendo creato l’uomo non schiavo ma libero, perché non era decoroso per Me, né opera degna uscita dalle mie mani se facessi uscire quest’uomo inceppato, senza libertà, né potrei dire facciamolo a nostra immagine e somiglianza se non lo facevo libero, volevo dotarlo con la libertà; Io ero libero, libero anche lui; e poi non c’è cosa che più torturi una persona che dare un amore forzato, e getta diffidenze, sospetti, timori, e quasi schivo in chi lo riceve. Vedi dove hanno origine ciascun atto di creatura, anche un pensiero, nella santità della mia Volontà, con questa differenza, che se l’uomo vuole, quello stesso pensiero, parola, ecc., può farlo bene o male, santo o cattivo. Or, la mia Volontà ebbe un dolore nel vedere in tanti cambiati i loro atti, di cui era attrice, in micidiali per Me e per loro, perciò volevo che la mia Volontà, facendosi doppiamente attrice di ciascun atto, stendesse su tutti un altro atto divino, che doveva ricambiarmi secondo la santità della mia Volontà, in altri tanti atti divini, ma ci voleva uno per far ciò, ed ecco la mia Umanità santa, libera anch’Essa, che non volendo altra vita che la sola Volontà Divina, nuotando in questo mare immenso andava raddoppiando ciascun pensiero, parola ed opera di creatura, e stendeva su tutto un atto di Volontà Divina, e questo soddisfaceva e glorificava il Divino Padre, in modo che potette guardare l’uomo ed aprirgli le porte del Cielo, e riannodavo con più forza la volontà umana, lasciandola sempre libera a non scostarsi dalla Volontà del suo Creatore, per cui si aveva precipitato in tante sciagure. Né fui contento di ciò, volli la mia Mamma, anche santa, che mi seguisse nel mare immenso del Voler Supremo, ed insieme con Me duplicasse tutti gli atti umani, mettendovi il duplice suggello, dopo il mio, degli atti fatti nella mia Volontà su tutti gli atti delle creature. Come mi era dolce la compagnia della mia inseparabile Mamma nella mia Volontà; la compagnia nell’operare fa sorgere la felicità, la compiacenza, l’amore di tenerezza, la gara, l’accordo, l’eroismo; l’isolamento produce il contrario. Onde come operava insieme con la mia cara Mamma, così sorgevano mari di felicità, di compiacenza a parte a parte, mari d’amore che facendo gara, uno si tuffava nell’altro, che produceva grande eroismo. E non per Noi soli sorgevano questi mari, ma anche per chi ci avrebbe tenuto compagnia nella nostra Volontà; anzi, questi mari, potrei dire, si convertivano in tante voci che chiamavano l’uomo a vivere nel nostro Volere, per restituirgli la felicità, la sua natura primiera, e tutti i beni che aveva perduto col sottrarsi dalla nostra Volontà. Ora vengo a te; dopo la mia Celeste Mamma chiamai te per fare che tutti gli atti umani abbiano il primo suggello fatto da Me, il secondo fatto dalla mia Mamma, ed il terzo da una creatura della stirpe comune, il mio eterno amore non era contento se non elevassi una della stirpe comune, cui doveva aprire le porte a chi si disponesse ad entrare in queste porte per vivere nel nostro Volere, ecco perciò le mie tante manifestazioni, i tanti valori ed effetti che ti ho fatto conoscere sulla mia Volontà, questi saranno calamite potenti per tirare te, e poi gli altri a vivere in Essa; ma per entrare nella nostra Volontà e seguire il sublime volo dei miei atti e quelli della mia indivisibile Mamma, per quanto sei della stirpe comune, non potevi entrare nel nostro Volere se non avessi almeno, o fossi trasformata nella natura che uscì dalle mie mani prima che l’uomo si sottrasse dal nostro Volere, ecco perciò le mie tante grazie per ridurre la tua natura, l’anima tua a quel primiero stato; come ti aggraziavo così ti toglievo i germi, le tendenze, le passioni della natura ribelle, lasciando sempre libera la tua volontà. Era necessario per il mio decoro, santità e dignità, che dovendoti chiamare nel centro del mio Volere per farvi vita comune, per farti percorrere tutti gli atti fatti da Me e che dalle creature non sono conosciuti ancora, ridurre la tua natura a questo stato felice, altrimenti non avresti potuto correre con Me negli interminabili atti del mio Volere, né stare con Me con quella dimestichezza che ci vuole per operare insieme. Le passioni, i germi delle tendenze non buone, sarebbero stati come tante sbarre di divisione tra Me e te, al più saresti stata agli ordini del mio Volere, come tant’altri miei fidi, ma fare ciò che feci Io, saresti stata molto lontana, e né tu né Io saremmo stati felici, mentre il vivere nel mio Volere è proprio questo, vivere pienamente felice in terra, per poi passare a vivere più felice nel Cielo. Perciò ti dico, vera figlia del mio Volere, primo parto felice della mia Volontà, siimi attenta e fedele, vieni nel mio Eterno Volere, ti aspettano i miei atti che vogliono il suggello dei tuoi, ti aspettano quelli della mia Mamma, ti aspetta tutto il Cielo ché vogliono vedere tutti gli atti loro glorificati nella mia Volontà da una creatura della stirpe loro, ti aspettano le presenti e le future generazioni, per essere restituita la felicità perduta. Ah! no, no, non finiranno le generazioni se non mi ritorna l’uomo nel mio seno, bello, dominante, come uscì dalle mie mani creatrici, non sono contento d’averlo redento; anche a costo d’aspettare, avrò pazienza ancora, ma deve ritornare a Me come lo feci, in virtù della mia Volontà. Col fare la sua volontà scese nell’abisso e si trasformò in brutto; col fare la mia Volontà salirà ed acquisterà la nuova trasformazione della natura da Me creata, ed allora potrò dire: “Tutto ho compiuto, l’ordine di tutta la Creazione mi è ritornato e mi riposerò in esso”.