(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio dolce Gesù si faceva vedere spogliato, che tremava di freddo, e dicendomi:
(2) “Figlia mia, coprimi e riscaldami che ho freddo; vedi, la creatura col peccato si era spogliata di tutti i beni, ed Io volli formarle una veste più bella, tessendola con le mie opere, imperlandola col mio sangue, e fregiandola con le mie piaghe, ma quale non è il mio dolore nel vedermi respinta questa veste sì bella, contentandosi di rimanere nuda? Ed Io mi sento denudato in loro, e sento il loro freddo, perciò vestimi, che ne ho bisogno”.
(3) Ed io: “Come potrò vestirvi? Io non ho nulla”.
(4) E Lui: “Sì che potrai vestirmi, hai tutta la mia Volontà in tuo potere, assorbila in te e poi mettila fuori, e mi farai la più bella veste, una veste di Cielo e divina, oh! come resterò riscaldato, ed Io vestirò te con la veste della mia Volontà, affinché possiamo restare vestiti d’una sola divisa, perciò la voglio da te, per poterla dare a te con giustizia; se tu vesti Me è giusto che Io vesta te, per darti il ricambio di ciò che hai fatto per Me. Tutto il male nell’uomo è che ha sperduto il germe della mia Volontà, perciò non fa altro che coprirsi dei più grandi delitti che lo degradano e lo fanno agire da pazzo. Oh! quante pazzie stanno per commettere! Giusta pena, perché vogliono tenere per Dio il proprio io”.