MaM
Messaggio del 30 dicembre 2011:Cari figli, anche oggi la Madre con gioia vi invita: siate i miei portatori, i portatori dei miei messaggi in questo mondo stanco. Vivete i miei messaggi, accogliete i miei messaggi con responsabilità. Cari figli, pregate insieme a me per i miei piani che desidero realizzare. In particolare oggi vi invito a pregare per l’unità, per l’unità della mia Chiesa, dei miei sacerdoti. Cari figli, pregate, pregate, pregate. La Madre prega con voi ed intercede per tutti voi davanti a suo Figlio. Grazie, cari figli, anche oggi per avermi accolto, per aver accolto i miei messaggi e perché vivete i miei messaggi.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 14-56 Settembre 1, 1922 L’amore respinto si converte in fuoco di castigo.

(1) Trovandomi nel solito, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere tutto affannato ed oppresso, ma quello che l’opprimeva di più erano le fiamme del suo amore, che mentre uscivano da Lui per sprigionarsi, erano costrette dall’ingratitudine umana ad imprigionarsi di nuovo. Oh! come il suo cuore santissimo ne restava soffocato dalle sue stesse fiamme, e chiedeva refrigerio. Onde mi ha detto:

(2) “Figlia mia, sollevami, che non ne posso più; le mie fiamme mi divorano, lasciami allargare il tuo cuore per potervi mettere il mio amore respinto ed il dolore del mio stesso amore, ahi! le pene del mio amore superano tutte le mie pene insieme”.

(3) Ora, mentre ciò diceva, metteva la sua bocca al posto del mio cuore e lo alitava forte, in modo che mi sentivo gonfiare, poi me lo toccava con le sue mani, come se lo volesse allargare e ritornava ad alitarlo; io mi sentivo come se volessi crepare, ma non dandomi retta ritornava ad alitarlo. Dopo che lo ha alitato ben bene, con le sue mani lo ha chiuso, come se mettesse un suggello, in modo che non c’era speranza che potessi ricevere sollievo, dicendomi:

(4) “Figlia del cuor mio, ho voluto chiudere col mio suggello il mio amore ed il mio dolore che ho messo in te, per farti sentire quanto è terribile la pena dell’amore contenuto, dell’amore respinto. Figlia mia, pazienza, tu soffrirai molto, è la pena più dura; ma è il tuo Gesù, la tua vita, che vuole questo sollievo da te”.

(5) Lo sa solo Gesù quello che sentivo e soffrivo, perciò credo che sia meglio farne a meno di dirlo sulla carta. Onde avendo passato una giornata da sentirmi continuamente morire, alla notte, ritornando il mio dolce Gesù, voleva ritornare a più gonfiarmi la parte del cuore, ed io gli dicevo: “Gesù, non ne posso più; non posso contenere quello che tengo, e vuoi aggiungere altro?” E Lui prendendomi fra le sue braccia per darmi la forza, mi ha detto:

(6) “Figlia mia, coraggio, lasciami fare, è necessario, altrimenti non ti darei tanta pena, i mali sono giunti a tanto, che c’è tutta la necessità che tu soffra al vivo le mie pene, come se di nuovo stessi vivente sulla terra. La terra sta per sprigionare fiamme per castigare le creature; il mio amore che corre verso di loro per coprirle di grazie, respinto si cambia in fuoco per colpirle, sicché l’umanità si trova in mezzo a due fuochi: fuoco dal Cielo e fuoco dalla terra. Sono tanti i mali, che questi fuochi stanno per unirsi, e le pene che ti faccio soffrire scorrono in mezzo a questi due fuochi ed impediscono che si uniscano insieme; se ciò non facessi, per la povera umanità è tutto finito. Perciò lasciami fare, Io darò la forza e sarò con te”.

(7) Ora, mentre ciò diceva, ritornava ad alitarmi, ed io, come se non ne potessi più, lo pregavo che mi toccasse con le sue mani per sostenermi e darmi la forza, e Gesù mi ha toccato, sì, prendendomi il cuore fra le mani e stringendolo tanto forte che lo sa Lui solo quello che mi ha fatto sentire. Ma non contento di ciò mi ha stretto forte la gola con le sue mani, che mi sentivo spezzare le ossa, i nervi della gola, da sentirmi soffocare. Onde dopo che mi ha lasciato in quella posizione per qualche tempo, tutto tenerezza mi ha detto:

(8) “Coraggio, in questo stato si trova la presente generazione, e di tutte le classi, sono tali e tante le passioni che la dominano, che sono affogate dalle stesse passioni e dai vizi più brutti, il marciume, il fango è tanto che sta per sommergerle; ecco perciò ho voluto farti soffrire la pena di soffocarti la gola, questa è pena degli eccessi estremi, ed Io non potendo sostenere più nel vedere l’umanità soffocata dai suoi stessi mali, ne ho voluto da te una riparazione. Ma sappi però che questa pena la soffrii anche Io quando mi crocifissero, mi stirarono tanto sulla croce, che tutti i nervi me li stirarono tanto, che me li sentivo spezzare, attorcigliare, e quelli della mia gola ne portarono una pena e stiratura maggiore, da sentirmi soffocato. Era il grido dell’umanità sommersa dalle passioni, che stringendomi la gola, mi affogava di pene. Fu tremenda ed orribile questa mia pena, come mi sentivo stirare i nervi, le ossa della gola, da sentirmeli spezzare tutti i nervi della testa, della bocca, fin degli occhi; fu tale la tensione che ogni piccolo moto mi faceva sentire pene mortali. Ora mi rendevo immobile, ed ora mi contorcevo tanto, che sbattevo in modo orribile sulla croce, che gli stessi nemici ne restavano terrorizzati. Perciò ripeto, coraggio, la mia Volontà ti darà forza a tutto”.