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Messaggio del 25 ottobre 1985:Come sono contenta quando mi dite: “Madre mia!” Come sarebbe bello se io potessi essere la vostra vera madre e voi i miei figli.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 14-53 Agosto 23, 1922 Nell’anima che vive nella Divina Volontà si forma la sorgente di tutti i dolori, ed anche quella di tutte le gioie.

(1) Mi sentivo oppressa e sofferente, ed il mio interno come se estese in continuo atto di subire nuove distruzioni ed annientamento del mio povero essere. Onde pregavo Gesù che mi desse la forza, e Gesù nel venire mi ha preso nelle sue braccia per infondermi nuova vita, ma questa nuova vita per darmi occasione di subire una nuova morte, per poi infondermi un’altra nuova vita. Onde mi ha detto:

(2) “Figlia mia, la mia Volontà abbraccia tutto, stringe in sé tutte le pene, tutti i martiri, tutti i dolori che ci sono nel giro di tutti i secoli, ecco perciò la mia Umanità abbracciò tutto, ciascuna pena, ciascun martirio di creatura, perché la mia Vita non fu altro che la Vita della Volontà Divina, e questo era conveniente per compire l’opera della Redenzione, non solo, ma per potermi costituire Re, aiuto e forza di tutti i martiri, dolori e pene. Se non tenessi in Me la fonte di tutti i martiri, dolori e pene, come potevo chiamarmi Re di tutti e possedere in Me la fonte di tutti gli aiuti, sostegni, forza e grazia che ci vuole ad ogni pena di creatura? E’ necessario tenere per dare, ecco perciò ti ho detto tante volte che la missione di chiamare un’anima a vivere nel mio Volere è la più grande, la più alta e sublime, non c’è altra che la possa uguagliare. L’immensità del mio Volere le farà arrivare tutti i martiri, pene e dolori, la mia stessa Volontà le darà la forza divina a sostenerle, e formerà in lei fonte di martiri e dolori, ed il mio stesso Volere la costituirà regina di tutti i martiri, dolori e pene. Vedi che significa vivere nel mio Volere? Soffrire non un sol martirio, ma tutti i martiri; non una pena e dolore, ma tutte le pene e tutti i dolori. Ecco perciò la necessità che la mia Volontà le sia Vita, altrimenti chi le darebbe la forza in tanto soffrire? E se ciò non fosse, come si potrebbe dire che l’anima che vive nel mio Volere è la forza del martire? Se non tenesse in lei la sostanza di quella pena, come poteva essere forza ad un altro? Allora sarebbe un modo di dire, una cosa fantastica, non una realtà.

(3) Veggo che ti spaventi nel sentir ciò, no, non temere, tanti martiri, dolori e pene, saranno contraccambiati con innumerevoli gioie, contenti e grazie, cui il mio stesso Volere ne formerà fonte inesauribile. E’ giusto, se nell’anima che vive nel mio Volere formerà la fonte dei dolori per aiuto di tutta l’umana famiglia, è ancor giusto che formi la fonte delle gioie e delle grazie; con questa differenza, che quella dei dolori avrà un termine, perché le cose di quaggiù, per quanto grandi, sono sempre determinate; invece la fonte delle gioie, sono di lassù, sono divine, quindi senza termine, perciò coraggio nel far la via nella mia Volontà”.