MaM
Messaggio del 24 giugno 2020:Cari figli, io vengo a voi perché mi manda mio Figlio Gesù. Desidero guidarvi a Lui, desidero che in Lui troviate la Pace, vera Pace. Perché questo mondo odierno non vi può dare/offrire una vera Pace, perciò anche oggi vi invito alla perseveranza nella preghiera. Pregate per i miei piani, progetti che desidero realizzare con questa Parrocchia e con il mondo intero. Cari figli io non mi sono stancata, perciò cari figli, non vi stancate anche voi. Io prego per tutti voi e intercedo presso Mio Figlio Gesù per ciascuno di voi. Grazie cari figli perché anche oggi avete detto sì e avete risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 14-46 Luglio 28, 1922 Somiglianza dell’anima con Gesù, non solo nelle morti di dolori, ma anche in quelle d’amore.

(1) Mi sentivo tutta immersa nel suo Santissimo Volere, ed il mio dolce Gesù, nel venire mi ha detto:

(2) “Figlia mia, immedesima la tua intelligenza con la mia, affinché circoli in tutte le intelligenze delle creature, e riceva il vincolo di ciascun pensiero di esse, per sostituirli con tant’altri pensieri fatti nel mio Volere, ed Io riceva la gloria come se tutti i pensieri fossero fatti nel modo divino. Allarga il tuo volere nel mio, nessuna cosa deve sfuggire che non resti presa nella rete della tua e mia Volontà, il mio Volere in Me ed il mio Volere in te, devono confondersi insieme e tenere gli stessi confini interminabili, ma ho bisogno che il tuo volere si presti a distendersi nel mio e non gli sfugga nessuna cosa da Me creata, affinché in tutte le cose senta l’eco della Volontà Divina nella volontà umana, affinché vi generi la mia somiglianza. Vedi figlia mia, Io subii doppie morti per ciascuna creatura, una d’amore e l’altra di pena, perché nel crearla la creai un complesso tutto d’amore, per cui non doveva uscire da essa altro che amore, tanto che il mio ed il suo dovevano stare in continue correnti, ma l’uomo non solo non mi amò, ma ingrato mi offese, ed Io dovevo rifare il mio Divino Padre di questa mancanza d’amore, e dovetti accettare una morte d’amore per ciascuno, ed un’altra di dolore per le offese”.

(3) Ma mentre ciò diceva, vedevo il mio dolce Gesù tutto una fiamma, che lo consumava e gli dava morte per ciascuno, anzi vedevo che ogni pensiero, parola, moto, opera, passo, ecc., erano tante fiamme che consumavano Gesù e lo vivificavano.

(4) Onde Gesù ha soggiunto: “Non vorresti tu la mia somiglianza? Non vorresti tu accettare le morti d’amore come accettasti le morti di dolore?”

(5) Ed io: “Ah! mio Gesù, io non so che mi sia successo; sento ancora gran ripugnanza per aver accettato quelle di dolore, come potrei accettare quelle d’amore che mi sembrano più dure? Io tremo al solo pensarlo, la mia povera natura si annienta di più, si disfà. Aiutami, dammi la forza, ché mi sento che non posso tirare più avanti”.

(6) E Gesù, tutto bontà e deciso ha soggiunto: “Povera figlia mia, coraggio, non temere né volerti turbare per la ripugnanza che senti; anzi, per rassicurarti ti dico che anche questa è una mia somiglianza. Devi sapere che anche la mia Umanità, per quanto santa, desiderosa al sommo di patire, sentiva questa ripugnanza, ma non era la mia, erano tutte le ripugnanze delle creature che sentivano nel fare il bene, nell’accettare le pene che meritavano, e dovevo subire queste pene che mi torturavano non poco, per dare a loro l’inclinazione al bene e renderle più dolci le pene, tanto che nell’orto gridai al Padre: “Se è possibile passi da Me questo calice”. Credi tu che fui Io? Ah no! t’inganni, Io amavo il patire fino alla follia, amavo la morte per dar vita ai miei figli; era il grido di tutta quanta l’umana famiglia, che echeggiava nella mia Umanità, ed Io, gridando insieme con loro per dar loro forza, ripetete per ben tre volte: “Se è possibile passi da Me questo calice”. Io parlavo a nome di tutti, come se fossero cosa mia, ma mi sentivo schiacciare; sicché la ripugnanza che senti non è tua, è l’eco della mia; se fosse tua mi sarei ritirato, perciò, figlia mia, volendo generare da Me un’altra mia immagine, voglio che accetti, ed Io stesso voglio segnare nella tua volontà allargata e consumata nella mia, queste mie morti d’amore”.

(7) E mentre ciò diceva, con la sua santa mano mi segnava, ed è scomparso. Sia tutto a gloria di Dio.