(1) Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù è venuto con una maestà ed amore incantevole e mi ha fatto vedere tutte le generazioni, dal primo all’ultimo uomo, ciascuno dei quali era vincolato ed annodato insieme col mio dolce Gesù, ed era tanto l’annodamento, che pareva che si moltiplicava per ciascuna creatura, in modo che ognuno lo aveva tutto solo per sé, e che Gesù dava quella sua Vita a subire qualunque pena e morte che ognuno doveva soffrire, per poter dire al Padre Celeste: “Padre mio, in ogni creatura avrai altrettanti Me stesso, che ti daranno per ciascuno ciò che ognuno ti deve”. Mentre ciò vedevo, il mio dolce Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, vuoi anche tu accettare il vincolo di ciascun essere, affinché tra Me e te non ci sia nessuna dissomiglianza?”
(3) Io non so come sentivo come se il peso di tutti poggiasse sulle mie spalle, vedevo la mia indegnità e debolezza, e vi sentivo tale ripugnanza da sentirmi venire meno, tanto che il benedetto Gesù avendo di me compassione mi ha preso fra le sue braccia e mi ha stretto al suo cuore, facendomi mettere la bocca alla ferita che lo trafiggeva dicendomi:
(4) “Bevi figlia mia il sangue che sgorga da questa ferita per ricevere la forza che ti manca, coraggio, non temere, sarò Io con te, divideremo insieme tutto il peso, il lavoro, le pene e le morti, perciò ti dico sii attenta e fedele, ché la mia grazia vuole corrispondenza, altrimenti ci vuole niente a discendere. Che ci vuole ad aprire ed a chiudere gli occhi? Ci vuol niente, eppure il gran bene che porta il tenerli aperti, ed il gran male di tenerli chiusi. Col tenerli aperti gli occhi si riempiono di luce, di sole, con questa luce la mano può operare, il piede camminare sicuro e senza inciampo, distingue gli oggetti, se siano buoni o cattivi, riordina le cose, legge, scrive; ora che ci vuole per perdere tutto questo bene? Chiudere gli occhi: la mano non può operare, il piede non può camminare e se cammina è soggetto ad inciampare, non distingue più gli oggetti, si riduce all’inabilità. Tale è la corrispondenza, non altro che aprire gli occhi dell’anima, e come li apre si fa luce nella mente, la mia immagine riflette in tutto ciò che va facendo, copiandomi fedelmente, in modo che non fa altro che ricevere continua luce da Me, da convertire tutto il suo essere in luce. Invece l’incorrispondenza getta l’anima nelle tenebre e la rende inoperosa”.