MaM
Messaggio del 25 dicembre 2001: Cari figli, oggi vi invito e vi esorto alla preghiera per la pace. In particolare vi invito oggi, portandovi nelle mie mani il Neonato Gesù, ad unirvi a Lui attraverso la preghiera e a diventare segno per questo mondo inquieto. Esortatevi gli uni gli altri, figlioli, alla preghiera e all'amore. La vostra fede sia un'esortazione per gli altri affinché credano e amino di più. Vi benedico tutti e vi invito ad essere più vicino al mio cuore e al cuore del piccolo Gesù. Grazie per aver risposto.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 14-30 Maggio 19, 1922 Il Divino Volere nel Cielo è felicitante, ma nella terra è operante, e moltiplica la sua Vita, suoi beni, nell’atto della creatura.

(1) Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere da dentro il mio interno, al quale aprendosi come una porticina, poggiava le sue braccia e sporgeva la sua testa fuori per vedere che cosa facevano le altre creature. Io guardavo insieme con Gesù, ma chi può dire i mali che si vedevano, le offese che si facevano, ed i castighi che pioveranno? Era raccapricciante vista sì dolorosa; come pure vedevo il nostro povero paese colpito dal flagello divino. Ora io, vedendo che Gesù guardava con una tenerezza d’amore e di dolore, mentre giorni prima mi era riuscito impossibile di farlo guardare e di rivolgerlo di faccia verso le creature, gli ho detto:

(2) “Amor mio e vita mia, vedi quanto soffrono i tuoi e miei cari fratelli, non volete usare pietà? Quanto volentieri soffrirei tutto per far che loro fossero risparmiati. Vedi, questo è un dovere che m’impone lo stato di vittima, la tua imitazione; non soffristi tutto per noi? E come vuoi che non soffra per risparmiare loro, e che imiti Te, mentre Tu tanto soffristi?” E Gesù spezzando il mio dire mi ha detto:

(3) “Ah! figlia mia, è giunto a tanto l’uomo che non posso guardarlo se non con orrore, e se lo guardo è solo da dentro te, perché trovando in te tutte le tenerezze della mia Umanità, le mie preghiere, sento un trasporto di guardarlo con compassione, e per amor tuo risparmierò le loro vite. L’uomo ha bisogno di purghe forti, altrimenti non si ricrede, e perciò travolgerò tutto per rinnovare tutto, farò cose impreviste, castighi nuovi, di cui l’uomo non potrà trovare la cagione, e questo per confonderlo, ma tu non temere, per amor tuo risparmierò qualche cosa. Sento in te come sentivo nella mia Umanità la corrente delle comunicazioni con tutte le creature, e perciò mi è duro non darti e non contentarti in nulla”.

(4) Onde più tardi mi sono trovata fuori di me stessa, ad un punto altissimo ed ho trovato la mia Mamma Celeste, un nostro Arcivescovo defunto, i miei genitori ed il mio dolce Gesù in braccio al Vescovo, il quale, non appena vistami, me l’ha dato in braccio dicendomi: “Prendilo figlia mia e godilo”. E Gesù faceva festa nelle mie braccia, ed ha detto:

(5) “Figlia carissima del mio Volere, voglio rinnovare il connubio del gran dono di farti vivere nel mio Volere, e perciò ho voluto presenti come rappresentanti: La mia cara Mamma, il Vescovo che prese parte alla tua direzione stando in terra, ed i tuoi genitori, affinché tu resti maggiormente confermata nella mia Volontà e riceva tutta la corrente ed i beni che la mia Volontà contiene, ed essi siano i primi a ricevere la gloria dell’operato del vivere nel mio Volere. Tu non sei altro che un atomo nel mio Volere, ma in quest’atomo Io ci metto tutto il peso della mia Volontà, affinché come ti muovi, il mare immenso del mio Volere riceva il suo moto, le acque s’increspino, e come agitate esalino la loro freschezza, i loro profumi, e straripino a bene del Cielo e della terra. L’atomo è piccolo, leggerissimo, e non è capace di agitare tutto il mare immenso della mia Volontà, ma messovi dentro tutto il peso di Essa, sarà capace di tutto, e mi darai campo a dare da Me altri atti divini, sarai come la pietruccia gettata nella fonte, che come cade, le acque s’increspano, si agitano, e mandano fuori la loro freschezza ed il loro profumo; ma la pietruccia non contiene il peso della mia Volontà e perciò non può far straripare la fonte, ma il tuo atomo col peso del mio Volere, non solo può travolgere il mio mare, ma allagare Cielo e terra.

(6) Come dentro d’un fiato berrai tutta la mia Volontà con tutti i beni che Essa contiene, e dentro d’un altro fiato la emetterai fuori, e mentre ciò farai, tante volte moltiplicherai la mia Vita, i miei beni; quante volte la bevi e quante volte la emetti. E se nel Cielo i beati godono di tutta la beatitudine che contiene il mio Volere, vivono in Esso come nel proprio centro, ma non lo moltiplicano, essendo fissati in loro i loro meriti. Tu sei più felice di loro, potendo moltiplicare la mia Vita, il mio Volere, i miei beni; in loro il mio Volere è felicitante, in te è operante e chiedo i tuoi atti per moltiplicarmi. Quando tu operi sto con ansia a guardare se operi nel mio Volere per ricevere il contento di vedermi moltiplicato nel tuo atto, quanto dovresti stare attenta, e nulla farti sfuggire”.