(1) Continuando il mio solito stato, stavo pensando tra me: “Mi sento la più cattiva di tutti, eppure il mio dolce Gesù mi dice che i suoi disegni sopra di me sono grandi, che la sua opera che fa in me è tanto importante che non vuole affidarla neppure agli angeli, ma Lui stesso ne vuol essere il custode, l’attore e lo spettatore, eppure, che cosa faccio di grande? Nulla, la mia vita esterna è tanto ordinaria, che faccio al disotto degli altri”. Ma mentre ciò pensavo, il mio sempre amabile Gesù, troncando il mio pensiero mi ha detto: 14[2] Il terzo confessore, don Gennaro di Gennaro.
(2) “Figlia mia, si vede che senza il tuo Gesù non sai pensare, né dire che spropositi, anche la mia cara Mamma non faceva nulla di straordinario nella sua vita esterna, anzi fece meno apparentemente di qualche altro, Lei si abbassava alle azioni più ordinarie della vita, filava, cuciva, scopava, accendeva il fuoco, chi mai l’avrebbe pensato che Lei era la Madre d’un Dio? Le sue azioni esterne nulla additavano di ciò, e quando mi portò nel suo seno, contenendo in Lei il Verbo Eterno, ogni suo moto, ogni azione umana riscuoteva adorazione di tutto il creato, da Lei usciva la vita e la conservazione di tutte le creature, il sole pendeva da Lei ed aspettava la conservazione della sua luce e del suo calore, la terra lo svolgimento della vita delle piante, tutto si aggirava intorno a Lei, Cieli e terra stavano ai suoi cenni, eppure chi vedeva nulla? Nessuno, tutta la sua grandezza, potenza e santità, i mari immensi di beni che da Lei uscivano, era dal suo interno; ogni suo palpito, respiro, pensiero, parola, era uno sbocco nel suo Creatore, tra Lei e Dio erano continue correnti che riceveva e dava, nulla usciva fuori che non ferisse il suo Creatore e che non restasse ferita da Lui. Queste correnti la ingrandivano, la innalzavano, le facevano superare tutto, ma nessuno vedeva nulla, solo Io, suo Dio e Figlio ero a giorno di tutto; tra Me e la Mamma mia correva tale corrente, che il suo palpito correva nel mio, ed il mio correva nel suo, sicché Lei viveva del mio palpito eterno, ed Io del suo palpito materno, onde le nostre vite erano scambiate insieme, ed era proprio questo che innanzi a Me la faceva distinguere che era la mia Mamma. Le azioni esterne non mi appagano, né mi piacciono se non partono da un interno di cui Io ne formo la vita.
(3) Ora, qual è dunque la tua maraviglia che la tua vita esterna è tutta ordinaria? Io sono solito di coprire con le cose più ordinarie le mie opere più grandi, affinché nessuno me le additi, ed Io resto più libero d’operare, e quando tutto ho compiuto faccio delle sorprese e le manifesto a tutti, facendo tutti stupire. Ma è certo che l’opera che faccio in te è grande, ti par poco che faccia correre tutti i tuoi atti nella corrente del mio Volere, e la corrente del mio Volere corre nei tuoi, e mentre queste correnti corrono, fanno un atto solo con tutti gli atti delle creature, facendo scorrere su tutti un Volere Divino, facendosi attore d’ogni atto di ciascuno, sostituendo per tutti un atto divino, un amore, una riparazione, una gloria divina ed eterna? Che la corrente d’una volontà umana stia in continui rapporti con una Volontà Divina, e che una sbocchi nell’altra? Figlia mia, quello che ti raccomando è che sii attenta e mi segua fedelmente”.
(4) Ed io: “Amor mio, questi giorni sono state tante le circostanze, che mi sentivo distratta”.
(5) E Lui: “Perciò sii attenta, perché quando ciò che fai non scorre nel mio Volere, succede come se il sole arrestasse il suo corso, e quando sei distratta formi le nuvole innanzi al sole, e tu resti oscurata, però quando le distrazioni sono involontarie, basta un atto forte e deciso della tua volontà di correre nel mio Volere, per far mettere in corso il sole, e come rapido venticello fugare le nubi, per fare splendere più bello il Sole del mio Volere”.