(1) Mi sentivo tutta dubbiosa ed annichilita su tutto ciò che il mio Gesù dice del suo Divino Volere, e pensavo tra me: “Possibile che abbia fatto passare tanti secoli senza far conoscere questi prodigi del Divino Volere, e che non abbia eletto fra tanti santi uno dove dar principio a questa santità tutta Divina? Eppure ci furono gli apostoli, tanti altri grandi santi che hanno fatto stupire tutto il mondo”. Ora, mentre ciò pensavo, non dandomi tempo ed interrompendo il mio pensiero, è venuto e mi ha detto:
(2) “La piccola figlia del mio Volere non vuole persuadersi, perché ne dubiti ancora?”
(3) “Perché mi veggo cattiva, e quanto più dici, tanto più mi sento annientare”.
(4) E Gesù: “E questo Io voglio, il tuo annientamento, e quanto più ti parlo del mio Volere, essendo la mia parola creatrice, crea il mio Volere nel tuo, ed il tuo innanzi alla potenza del mio resta annientato e sperduto, ecco perciò il tuo annientamento. Sappi che il tuo volere deve disfarsi nel mio, come viene disfatta la neve ai raggi d’un sole cocente. Ora, devi sapere che quanto più grande è l’opera che voglio fare, tanti più preparativi ci vogliono. Quante profezie, quanti preparativi, quanti secoli non precedettero la mia Redenzione? Quanti simboli e figure non prevennero il concepimento della mia Celeste Mamma? Onde dopo compiuta la Redenzione dovevo raffermare l’uomo nei beni della Redenzione, ed in questo scelsi gli apostoli come raffermatori dei frutti della Redenzione, dove coi sacramenti dovevano cercare l’uomo perduto e metterlo in salvo, sicché la Redenzione è salvezza, è salvare l’uomo da qualunque precipizio, perciò ti dissi un’altra volta che il far vivere l’anima nel mio Volere è cosa più grande della stessa Redenzione, perché salvarsi con fare una vita di mezzo, ora cadere ed ora alzarsi, non è poi tanto difficile, e questo lo impetrò la mia Redenzione, perché volevo salvare l’uomo a qualunque costo; e questo lo affidai ai miei apostoli come depositari dei frutti della Redenzione. Or, dovendo fare il meno ancora, lasciai per allora il più, riservandomi altre epoche per compimento dei miei alti disegni.
(5) Ora, il vivere nel mio Volere non è solo salvezza, ma è santità che si deve innalzare su tutte le altre santità, che deve portare l’impronta della santità del suo Creatore, perciò dovevano seguirsi prima le santità minori, come corteggio, forieri, messaggeri, preparativi di questa santità tutta divina. E siccome nella Redenzione scelsi la mia impareggiabile Madre come anello di congiunzione con Me, dal quale dovevano discendere tutti i frutti della Redenzione, così scelsi te come anello di congiunzione, dal quale doveva aver principio la santità del vivere nel mio Volere, ed avendo uscito dalla mia Volontà per portarmi gloria completa dello scopo per cui fu creato l’uomo, doveva ritornare sullo stesso passo del mio Volere per far ritorno al suo Creatore. Qual è dunque la tua meraviglia? Queste sono cose stabilite ab eterno, e nessuno me le potrà spostare. E siccome la cosa è grande, è stabilire il mio regno nell’anima anche in terra, ho fatto come un re quando deve prendere possesso d’un regno, lui non va per primo, ma prima si fa preparare la reggia, poi manda i suoi soldati a preparare il regno e disporre i popoli alla sua sudditanza, onde seguono le guardie d’onore, i ministri, e l’ultimo è il re; ciò è decoroso per un re. Così ho fatto Io, ho fatto preparare la mia reggia, qual è la Chiesa; i soldati sono stati i santi, per farmi conoscere dai popoli; poi hanno preceduto i santi che hanno seminato miracoli, come più intimi ministri; ora come re vengo Io per regnare, quindi dovevo scegliere un’anima dove fare la mia prima dimora e fondare questo regno della mia Volontà, perciò fammi regnare e dammi piena libertà”.