MaM
Messaggio del 25 aprile 1993:Cari figli, oggi vi invito tutti a risvegliare i vostri cuori all'amore. Andate nella natura e guardate come la natura si sta svegliando; questo sarà per voi un aiuto per aprire i vostri cuori all'amore di Dio creatore. Desidero che voi risvegliate l'amore nelle vostre famiglie in modo che laddove ci sono odio e mancanza di pace regni l'amore e quando c'è l'amore nei vostri cuori c'è anche la preghiera. Allora cari figli non dimenticate che io sono con voi e che vi aiuto con la mia preghiera, perché il Signore vi dia la forza per amare. Vi benedico e vi amo con il mio amore materno.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 13-36 Novembre 26, 1921 Accentramento dello scopo della Creazione, Redenzione e Glorificazione.

(1) Stavo pensando a ciò che sta scritto nel giorno 19 del corrente, e dicevo tra me: “Come è possibile che dopo la mia Mamma possa essere io il secondo poggio?” Ed il mio dolce Gesù, attirandomi a Sé dentro una luce immensa mi ha detto:

(2) “Figlia mia, perché ne dubiti? Qual’è la cagione?”

(3) Ed io: “La mia grande miseria”.

(4) E Lui: “Questo mettilo da banda; e poi, se non eleggevo te, dovevo certo eleggere un’altra dalla famiglia umana, perché questa si ribellò alla mia Volontà, e col ribellarsi mi tolse lo scopo della gloria, dell’onore che la Creazione doveva darmi, quindi, un’altra della stessa umana famiglia con l’avere un continuo connesso col mio Volere, col vivere più con la mia Volontà che con la sua, abbracciando tutto nel mio Volere doveva elevarsi su tutto per deporre ai piedi del mio trono la gloria, l’onore, l’amore che tutti gli altri non mi hanno dato.

(5) Unico scopo della Creazione fu che tutti compissero il mio Volere; non fu che l’uomo operasse cose grandi, anzi le guardo come un nonnulla e con disprezzo se non sono frutti della mia Volontà, e perciò molte opere nel più bello vanno a sfascio, perché la Vita della mia Volontà non c’era dentro, onde avendo l’uomo rotto la sua con la mia, mi distrusse il più bello, lo scopo per cui lo avevo creato, lui si rovinò completamente e mi negò tutti i diritti che mi dovevano come a Creatore. Ma le mie opere portano l’impronta dell’Eterno, e non poteva la mia infinita sapienza e il mio eterno amore lasciare l’opera della Creazione senza i suoi effetti e i diritti che mi spettavano, ecco perciò la Redenzione, volli espiare con tante pene le colpe dell’uomo e col non fare mai la mia volontà, ma sempre quella della Divinità, ed anche nelle cose più piccole, come il respirare, il guardare, il parlare, ecc., la mia Umanità non si muoveva, né aveva vita se non era animata dalla Volontà del Padre mio, mi sarei contentato di morire mille volte anziché dare un respiro senza il suo Volere, con ciò riannodai di nuovo la volontà umana con la Divina, e nella mia sola persona, essendo anch’Io vero uomo e vero Dio, ridavo al Padre mio tutta la gloria e i diritti che gli convenivano. Ma il mio Volere e il mio amore non vogliono essere soli nelle opere mie, vogliono fare altre immagini simili a Me; ed avendo la mia Umanità rifatto lo scopo della Creazione, vidi per l’ingratitudine dell’uomo lo scopo della Redenzione pericolante, e per molti andare quasi a sfascio, perciò per fare che la Redenzione mi portasse gloria completa e mi desse tutti i diritti che mi si dovevano, presi un’altra creatura della famiglia umana, quale fu la mia Mamma, copia fedele della mia Vita, in cui la mia Volontà si conservava integra, ed accentrai in Lei tutti i frutti della Redenzione, onde misi in salvo lo scopo della Creazione e Redenzione, e la mia Mamma, se nessuno avesse profittato della Redenzione, mi darebbe Lei tutto quello che le creature mi avrebbero dato.

(6) Ora vengo a te, Io ero vero uomo e vero Dio, la mia cara Mamma era innocente e santa ed il nostro amore ci spinse più oltre, volevamo un’altra creatura, che concepita come tutti gli altri figli degli uomini prendesse il terzo posto al mio fianco, -non ero contento che Io solo e la mia Mamma fossimo integri con la Volontà Divina, volevamo gli altri figli-, che a nome di tutti, vivendo in pieno accordo con la nostra Volontà, ci desse gloria ed amore divino per tutti, quindi chiamai te fino ab eterno, quando nulla esisteva ancora quaggiù, e come vagheggiavo la mia cara Mamma, deliziandomi, carezzandola e piovendo su di Lei a torrenti tutti i beni della Divinità, così vagheggiavo te, ti carezzavo, e i torrenti che piovevano sulla mia Mamma inondavano te, quanto ne eri capace di contenere, e ti preparavano, ti prevenivano ed abbellendoti ti davano la grazia che la mia Volontà fosse integra in te, e che non la tua, ma la mia, animasse anche i tuoi più piccoli atti; in ogni tuo atto scorreva la mia Vita, il mio Volere e tutto il mio amore. Che contento, quante gioie non provavo? Ecco perché ti chiamo secondo poggio dopo la mia Mamma, non su di te mi poggiavo, perché tu eri nulla e non potevo poggiarmi, ma sulla mia Volontà che tu dovevi contenere. La mia Volontà è vita, e chi la possiede, possiede la vita e può sostenere l’autore della stessa vita. Onde siccome in Me accentrai lo scopo della Creazione, nella mia Mamma accentrai i frutti della Redenzione, così in te accentrai lo scopo della gloria, come se in tutti fosse integro il mio Volere, da cui verrà il drappello delle altre creature; non passeranno le generazioni se non ottengo l’intento”.

(7) Ond’io, stupita ho detto: “Amor mio, possibile che la tua Volontà stia integra in me, e che in tutta la mia vita non ci sia stata nessuna rottura tra la tua e la mia volontà? Mi sembra che mi burli”. E Gesù con accento più dolce ancora:

(8) “No, non ti burlo, è proprio vero che non c’è stata rottura, al più lesa qualche volta, ed il mio amore come forte cemento ha riparato queste lesioni, ed ha reso più forte l’integrità. Io sono stato a guardia d’ogni tuo atto e subito facevo scorrere il mio Volere come a posto d’onore, lo sapevo Io che molte grazie ci volevano, dovendo operare il più gran miracolo che esiste nel mondo, qual’è il vivere continuato nel mio Volere, l’anima deve assorbire tutto un Dio nel suo atto per ridarlo di nuovo integro come lo ha assorbito, e poi assorbirlo di nuovo, perciò oltrepassa lo stesso miracolo dell’Eucarestia, gli accidenti non hanno ragione, né volontà, né desideri che possano opporsi alla mia Vita Sacramentale, sicché niente ci mette l’ostia, tutto l’operato è mio, se lo voglio lo faccio, invece, per far succedere il miracolo di vivere nel mio Volere devo piegare una ragione, una volontà umana, un desiderio, un amore puramente libero, e quanto non ci vuole? Perciò ci sono anime abbondanti che si comunicano e prendono parte al miracolo dell’Eucarestia, perché meno si sacrificano, ma dovendosi più sacrificare nel far succedere il miracolo che la mia Volontà abbia vita in loro, pochissime sono quelle che si dispongono”.