MaM
Messaggio del 25 aprile 1998: Cari figli, oggi vi invito ad aprirvi a Dio con la preghiera come un fiore si apre ai raggi del sole del mattino. Figlioli non abbiate paura. Io sono con voi e intercedo presso Dio per ognuno di voi, perché il vostro cuore accetti il dono della conversione. Solo così, figlioli, capirete l'importanza della grazia in questi tempi e Dio vi diventerà più vicino. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 13-33 Novembre 16, 1921 Il peccato è catena che lega l’uomo, e Gesù volle essere legato per spezzare le sue catene.

(1) Questa mattina, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere tutto legato, legate le mani, i piedi, la vita; dal collo gli scendeva una doppia catena di ferro, ma era legato tanto stretto, da togliere il moto alla sua divina persona. Che dura posizione, da far piangere anche le pietre, ed il mio sommo bene Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, nel corso della mia Passione tutte le altre pene facevano a gara, ma si davano il cambio, ed una dava il luogo all’altra, quasi come sentinelle montavano a farmi il peggio, per darsi il vanto che una era stata più brava dell’altra, ma le funi non me le tolsero mai, dacché fui preso fino al monte calvario fui sempre legato, anzi aggiungevano sempre funi e catene per timore che potessi fuggire, e per farsi più giuoco di Me; ma quanti dolori, confusioni, umiliazioni e cadute mi procurarono queste catene! Ma sappi però che in queste catene c’era gran mistero e grande espiazione: L’uomo, nel cominciare a cadere nel peccato resta legato con le catene del suo stesso peccato, se è grave sono catene di ferro, se veniale sono catene di funi; onde, fa per camminare nel bene e sente l’inceppo delle catene e resta inceppato nel passo, l’inceppo che sente lo snerva, lo debilita e lo porta a nuove cadute; se opera sente l’inceppo nelle mani e quasi resta come se non avesse mani per fare il bene; le passioni, vedendolo così legato fanno festa e dicono: E’ nostra la vittoria, e da re qual è, lo rendono schiavo di passioni brutali. Com’è abominevole l’uomo nello stato di colpa, ed Io per spezzargli le sue catene volli essere legato, e non volli mai essere senza catene, per tenere sempre pronte le mie per spezzare le sue, e quando i colpi, le spinte mi facevano cadere, Io gli stendevo le mani per snodarlo e renderlo libero di nuovo”.

(3) Ma mentre ciò diceva, io vedevo quasi tutte le gente avvinte da catene, che facevano pietà e pregavo Gesù che toccasse con le sue catene le loro catene, affinché dal tocco delle sue restassero tutte frantumate quelle delle creature.