(1) Mi sentivo tutta immedesimata col mio dolce Gesù, e nel venire mi sono slanciata nelle sue braccia, abbandonandomi tutta in Lui come al mio centro. Sentivo una forza irresistibile di starmi nelle sue braccia ed il mio dolce Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, è la creatura che cerca il seno del suo Creatore e riposarsi nelle sue braccia. E’ tuo dovere di venire nelle braccia del tuo Creatore e di riposarti in quel seno donde usciste, perché tu devi sapere che tra la creatura ed il Creatore ci passano tanti fili elettrici di comunicazione e di unione, che la rendono quasi inseparabile da Me purché non si sia sottratta dal mio Volere, ché sottraendosi non è altro che rompere i fili di comunicazione, spezzare l’unione; la Vita del Creatore, più che elettricità, scorre nella creatura ed essa scorre in Me, la mia Vita è sparsa nella creatura; nel crearla concatenai la mia sapienza alla sua intelligenza, affinché non fosse altro che il riverbero della mia, e se l’uomo giunge a tanto con la sua scienza che dà dell’incredibile, è il riflesso della mia che riflette nella sua; se il suo occhio è animato da una luce, non è altro che il riflesso della mia luce eterna che riflette nel suo.
(3) Tra le Divine Persone non avevamo bisogno di parlarci per intenderci, nella Creazione volli usare la parola e dissi Fiat, e le cose furono fatte, ma a questo Fiat legavo e davo il potere che le creature avessero la parola per intendersi, sicché anche le voci umane sono legate come filo elettrico alla mia prima parola, da cui tutte le altre discendono; e mentre creai l’uomo lo alitai col mio fiato, infondendogli la vita, ma in questa vita che gli infusi ci misi tutta la mia Vita a seconda che la capacità umana poteva contenere, ma tutto vi misi, non ci fu cosa mia che non gli feci parte. Vedi, anche il suo fiato è il riflesso del mio alito, cui gli do vita continua, ed il suo riflette nel mio, che sento continuamente in Me. Vedi dunque quanti rapporti ci sono tra Me e la creatura, perciò l’amo assai, perché la guardo come parto mio ed esclusivamente mio. E poi, come nobilitai la volontà dell’uomo? La concatenai con la mia, dandole tutte le mie prerogative, la feci libera come la mia, e se al corpo avevo dato due piccole luci, limitate, circoscritte, che partivano dalla mia luce eterna, la volontà umana la feci tutt’occhi, sicché quanti atti forma la volontà umana, tant’occhi può dire che possiede, lei guarda a destra e sinistra, di dietro, davanti, e se la vita umana non è animata da questa Volontà, non farà nulla di bene, Io nel crearla le dissi: Tu sarai la mia sorella sulla terra, il mio Volere dal Cielo animerà il tuo, saremo in continui riflessi, e ciò che farò Io farai tu, Io per natura e tu per grazia dei miei continui riflessi; ti seguirò come ombra, non ti lascerò giammai. Fu il mio unico scopo nel creare la creatura che facesse in tutto il mio Volere, ma con ciò volevo, nuovi parti di Me stesso dare alla esistenza. Volevo farne un prodigio portentoso, degno di Me e tutto simile a Me; ma, ahimè, la prima a mettersi contro di Me doveva essere la volontà umana. Vedi un poco, tutte le cose si fanno fra due: tu hai un occhio, ma se non avessi una luce esterna che ti illumina nulla potresti vedere; tu hai le mani, ma se non avessi le cose occorrenti per formare i lavori, nulla faresti, così di tutto il resto. Ora, così voglio la santità nella creatura, fra lei e Me, fra due, Io da una parte e lei dall’altra, Io a dare la mia Vita e come fido compagno a comunicarle la mia santità, e lei come fida ed inseparabile compagna a riceverla. Così, lei sarebbe l’occhio che vede, ed Io il sole che le do la luce; lei la bocca, ed Io la parola; lei le mani, ed Io che le somministro il lavoro per operare; lei il piede, ed Io il passo; lei il cuore, ed Io il palpito. Ma sai tu chi forma questa santità? La mia Volontà è la sola che mantiene in ordine lo scopo della Creazione, la santità nel mio Volere è quella che mantiene il perfetto equilibrio tra creature e Creatore, che sono le vere immagini uscite da Me”.