(1) Questa notte l’ho passato in veglia, e la mia mente spesso volava al mio Gesù legato nella prigione, volevo abbracciarmi a quelle ginocchia che tentennavano per la dolorosa e crudele posizione con cui i nemici lo avevano legato, volevo pulirlo da quegli sputi di cui era imbrattato. Ma mentre ciò pensavo, il mio Gesù, la mia vita, mi si è fatto vedere come in fitte tenebre, in cui appena si scorgeva la sua adorabile persona, e singhiozzando mi ha detto:
(2) “Figlia, i nemici mi lasciarono solo in prigione, legato orribilmente ed all’oscuro, sicché d’intorno tutto erano fitte tenebre, oh! come mi affliggeva questa oscurità, avevo le vesti bagnate dalle acque sporche del torrente, sentivo la puzza della prigione e degli sputi di cui ero imbrattato, avevo i capelli in disordine, senza una mano pietosa che me li togliesse davanti agli occhi e della bocca, le mani avvinte dalle catene, e l’oscurità non mi permetteva di vedere il mio stato, ahimè, troppo doloroso ed umiliante. Oh! quante cose diceva questo mio stato sì doloroso in questa prigione. In prigione vi stetti tre ore; con ciò volli riabilitare le tre età del mondo: quella della legge di natura, quella della legge scritta e quella della legge di grazia; volevo sprigionarli tutti, riunendoli tutti insieme e dargli la libertà di figli miei. Con lo stare tre ore volli riabilitare le tre età dell’uomo: la fanciullezza, la gioventù e la vecchiezza, volli riabilitarlo quando pecca per passione, per volontà e per ostinazione, oh! come l’oscurità che vedevo intorno a Me mi faceva sentire le fitte tenebre che produce la colpa nell’uomo, oh! come lo piangevo e gli dicevo: Oh! uomo, sono le tue colpe che mi hanno gettato in queste fitte tenebre cui Io soffro per darti la luce, sono le tue nefandezze chi così mi hanno imbrattato, di cui l’oscurità non mi permette neppure di vederle; guardami, sono l’immagine delle tue colpe; se vuoi conoscerle, guardale in Me!
(3) Sappi però che nell’ultima ora che vi stetti in prigione spuntò l’alba, e dalle fessure entrò qualche barlume di luce, oh! come respirò il mio cuore nel potermi vedere il mio stato sì doloroso, ma ciò significava quando l’uomo stanco della notte della colpa, la grazia come alba si fa intorno a lui, mandandogli barlumi di luce per richiamarlo, perciò il mio cuore diede un sospiro di sollievo, ed in quest’alba vidi te, mia diletta prigioniera, cui il mio amore doveva legarti in questo stato, e che non mi avresti lasciato solo nell’oscurità della prigione, aspettando l’alba ai miei piedi, e seguendo i miei sospiri avresti pianto con Me la notte dell’uomo; questo mi sollevò ed offrii la mia prigionia per darti la grazia di seguirmi. Ma un altro significato conteneva questa prigione e questa oscurità, era la lunga mia dimora della mia prigionia nei tabernacoli, la solitudine in cui sono lasciato, con cui molte volte non ho a chi dire una parola o dargli uno sguardo d’amore; altre volte sento nella santa ostia le impressioni dei tocchi indegni, la puzza di mani marciosse e fangose, e non vi è chi mi tocchi con mani pure e mi profumi col suo amore, e quante volte l’ingratitudine umana mi lascia all’oscuro, senza la misera luce d’una lampadina, sicché la mia prigione dura e durerà ancora, e siccome siamo tutti e due prigionieri -tu prigioniera nel letto solo per amor mio, Io prigioniero per te-, col mio amore legare con le catene che mi tengono avvinto tutte le creature. Così ci faremo compagnia a vicenda e mi aiuterai a stendere le catene per legare tutti i cuori al mio amore”.
(4) Ora dopo stavo pensavo tra me: “Quante piccole cose si sanno di Gesù, mentre ha fatto tanto, perché così poco hanno parlato di tutto ciò che il mio Gesù ha operato e sofferto”. E ritornando di nuovo ha soggiunto:
(5) “Figlia mia, tutti sono avari con Me, anche i buoni, quanta avarizia hanno con Me, quante restrizioni, quante cose non manifestano di ciò che li dico e comprendono di me, e tu, quante volte non sei avara con Me? Quante volte o non scrivi ciò che ti dico, o non lo manifesti, è un atto d’avarizia che usi con Me, perché ogni conoscenza in più che si fa di Me, è una gloria e un amore di più che riscuoto dalle creature. Quindi sii attenta, e sii più liberale con Me, ed Io sarò più liberale con te”.