(1) Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere che da dentro la sua santissima Umanità uscivano tutte le creature, e tutto tenerezza mi ha detto:
(2) “Figlia mia, guarda il gran prodigio dell’incarnazione, come fui concepito e si formò la mia Umanità, così facevo rinascere tutte le creature in Me, sicché nella mia Umanità, mentre rinascevano in Me, sentivo tutti i loro atti distinti, nella mente contenevo ciascun pensiero di creatura, buoni e cattivi, i buoni li confermavo nel bene, li circondavo con la mia grazia, li investivo con la mia luce, affinché rinascendo dalla santità della mia mente fossero degni parti della mia intelligenza; i cattivi, poi, li riparavo, ne facevo la penitenza, moltiplicavo i miei pensieri all’infinito per dare la gloria al Padre di ciascun pensiero delle creature. Nei miei sguardi, nelle mie parole, nelle mie mani, nei miei piedi, e fin nel mio cuore, contenevo gli sguardi, le parole, le opere, i passi, i cuori di ciascuno, e rinascendo in Me tutto restava confermato nella santità della mia Umanità, tutto riparato e per ogni offesa soffrii una pena speciale. Ed avendoli fatti rinascere tutti in Me, li portai in Me tutto il tempo della mia Vita, e sai quando li partorii? Li partorii sulla croce, nel letto dei miei acerbi dolori tra atroci spasimi, nell’ultimo anelito della mia Vita, e come Io morii, così rinascevano loro alla novella vita, tutti suggellati ed improntati di tutto l’operato della mia Umanità; non contento di averli fatto rinascere, a ciascuno davo tutto ciò che avevo fatto per tenerli difesi ed al sicuro. Vedi che santità contiene l’uomo? La santità della mia Umanità, mai poteva mettere alla luce figli indegni e dissimili da Me, perciò amo tanto l’uomo, perché è parto mio; ma l’uomo è sempre ingrato e giunge a non conoscere il Padre che lo ha partorito con tanto amore e dolore”.
(3) Dopo ciò si faceva vedere tutto in fiamme, e Gesù restava bruciato e consumato in quelle fiamme, e non si vedeva più, non si vedeva altro che fuoco, ma poi si vedeva rinascere di nuovo, e poi restava un’altra volta consumato nel fuoco. Onde ha soggiunto:
(4) “Figlia mia, Io brucio, l’amore mi consuma, è tanto l’amore, le fiamme che mi bruciano, che muoio d’amore per ciascuna creatura. Non fu di solo pene che morii, ma le morti d’amore sono continue, eppure non vi è chi mi dia per refrigerio il suo amore”.