(1) Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere a me vicino, col cuore tutto in fiamme, ed in ogni palpito che emetteva il suo cuore usciva una luce, queste luce mi circondavano tutta e si diffondevano su tutta la Creazione. Io ne sono restata sorpresa, e Gesù mi ha detto:
(2) “Figlia mia, Io sono luce eterna, e tutto ciò che da Me esce è luce, sicché non è il solo mio palpito che sprigiona luce, ma ogni mio pensiero, respiro, parola, passo, ogni goccia del mio sangue sono luce che si sprigionano da Me, che diffondendosi in mezzo a tutte le creature, si sostituiscono come vita di ciascuna di esse, volendone il ricambio delle loro piccole luci, perché anche loro sono luce, essendo anch’esse sprigionate da dentro la mia stessa luce, ma il peccato converte in tenebre l’operato della creatura.
(3) Figlia mia, amo tanto la creatura che la concepii nel mio alito e la partorii sulle mie ginocchia, per farla riposare sul mio seno e tenerla al sicuro, ma la creatura mi sfugge, ed Io, non sentendola nel mio alito né trovandola sulle mie ginocchia, il mio alito la chiama continuamente, e le mie ginocchia sono stanche d’aspettarla, e la vado fiutando dappertutto per averla a Me di ritorno. Ah! a quali strette di dolore e d’amore mi mettono le creature”.
(4) Onde, dopo ciò, io avevo sentito parlare dell’umiltà, ed io sono convinta che questa virtù non esiste in me, né io ci penso mai; e nel venire il mio dolce Gesù gli ho detto la mia pena, e Lui mi ha detto:
(5) “Figlia mia, non temere, Io ti ho cresciuta nel mare, e chi vive nel mare non se ne intende della terra. Se si volesse domandare ai pesci come è la terra, come sono i suoi frutti, le piante, i fiori, se avessero ragione risponderebbero: Noi siamo nati nel mare, viviamo nel mare, l’acqua ci nutrisce, e se gli altri resterebbero affogati, noi guizziamo e ci dà la vita, e se agli altri esseri li gelerebbe il sangue nelle vene, a noi ci dà il calore, il mare è tutto per noi, ci serve di stanza, di letto, passeggiamo, siamo i soli esseri fortunati che non dobbiamo affaticarci per trovare cibo; ciò che vogliamo, tutto è pronto a nostra disposizione, sicché vi possiamo dire del mare, non della terra; la sola acqua ci serve di tutto e troviamo tutto. Ma se invece si domandasse agli uccelli, questi risponderebbero: Conosciamo le piante, le altezze degli alberi, i fiori, i frutti, direbbero quante fatiche fanno per trovare un seme per nutrirsi, un nascondiglio per ripararsi dal freddo, dalla pioggia.
(6) Similitudine del mare è per chi vive nella mia Volontà; similitudine della terra è per chi cammina per la via delle virtù. Perciò vivendo tu nel mare della mia Volontà, non è meraviglia che la sola mia Volontà ti basti per tutto; se l’acqua serve e fa tanti diversi uffici ai pesci: di cibo, di calore, di letto, di stanza, di tutto, molto più lo può fare in modo più mirabile la mia Volontà, anzi nella mia Volontà le virtù sono in grado il più eroico e divino. La mia Volontà assorbe tutto e liquefa tutto in Sé, e l’anima resta assorbita nella mia Volontà, di Essa si ciba, in Lei cammina, solo Lei conosce e le basta per tutto, si può dire che tra tutti è la sola fortunata che non deve mendicare un pane, no, ma l’acqua della mia Volontà la inonda di sopra, di sotto, a destra e sinistra, e se vuole il cibo mangia, se vuole la forza la trova, se vuol dormire trova il letto più soffice per riposarsi; tutto è pronto a sua disposizione”.