(1) Stavo fondendomi tutta nel santo Volere del mio dolce Gesù, e gli dicevo: “Amor mio, entro nel tuo Volere e qui trovo tutti i pensieri della tua mente e tutti quelli delle creature, ed io faccio corona coi miei pensieri e con quelli di tutti i miei fratelli intorno ai tuoi, e poi li unisco insieme, facendone un solo, per darti l’omaggio, l’adorazione, la gloria, l’amore, la riparazione della tua stessa Intelligenza”. E mentre ciò dicevo, il mio Gesù si è mosso nel mio interno, ed alzandosi mi ha detto:
(2) “Figlia inseparabile della mia Volontà, come sono contento nel sentire ripetere ciò che faceva la mia Umanità nella mia Volontà; ed Io bacio i tuoi pensieri nei miei, le tue parole nelle mie, il tuo palpito nel mio”.
(3) E mentre ciò diceva mi copriva tutta di baci. Io poi gli ho detto: “Perché vita mia godi tanto, e fai festa ogniqualvolta manifesti un altro effetto della tua Volontà?”
(4) E Gesù: “Tu devi sapere che ogniqualvolta ti manifesto una verità di più sulla mia Volontà, è un connubio di più che formo tra te e Me e con tutta l’umana famiglia; è una unione maggiore, è un vincolo più stretto, è un mettere a parte le mie eredità, e come le manifesto, ne formo scrittura di donazione, e vedendo i miei figli più ricchi e che prendono parte all’eredità, ne sento nuovi contenti e ne faccio festa. Succede a Me come ad un padre, il quale possiede molti poderi, ma questi poderi non sono conosciuti dai figli, sicché non sanno che sono figli d’un padre sì ricco. Ora, il padre, giunti i figli ad età maggiore, giorno per giorno lo va dicendo ai figli che lui possiede la tale masseria. I figli, nel sentire ciò, fanno festa e si stringono con più vincolo d’amore intorno al padre. Il padre nel vedere la festa dei figli, fa festa e gli prepara un’altra sorpresa maggiore, gli dice: la tale provincia è mia, e poi, il tale regno. I figli ne restano incantati, e non solo fanno festa, ma si credono fortunati d’essere figli d’un tal padre. Ma il padre non solo fa conoscere i suoi possedimenti ai figli, ma li costituisce eredi dei suoi beni. Così succede a Me. Ora, finora ho fatto conoscere ciò che fece la mia Umanità: le sue virtù, le sue pene, per costituire l’umana famiglia eredi dei beni della mia Umanità. Ora voglio passare oltre, e voglio farle conoscere ciò che faceva la mia Volontà nella mia Umanità per costituire eredi della mia Volontà, degli effetti, del valore che Essa contiene alle nuove generazioni, perciò sii attenta nell’ascoltarmi, e non perdere nulla degli effetti e del valore di questa mia Volontà, per poter essere fedele riportatrice di questi beni, e primo vincolo d’unione col mio Volere e di comunicazione per le altre creature”.