MaM
Messaggio del 25 gennaio 2021:Cari figli! In questo tempo vi invito alla preghiera, al digiuno ed alla rinuncia affinché possiate essere più forti nella fede. Questo è tempo di risveglio e di rinascita. Come la natura che si dona anche voi figlioli, riflettete su quanto avete ricevuto. Siate portatori gioiosi della pace e dell'amore per star bene sulla terra. Anelate al Cielo perché nel Cielo non c'è né tristezza né odio. Perciò, figlioli, decidetevi di nuovo per la conversione e la santità regni nella vostra vita. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 12-144 Dicembre 25, 1920 La sorte Sacramentale di Gesù, è più dura ancora della sua sorte infantile.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, mi son trovata fuori di me stessa, insieme con Gesù, facevo una lunga via, ed in questo cammino ora camminavo con Gesù, ora mi trovavo con la Mamma Regina; se mi scompariva Gesù, mi trovavo la Mamma, e se scompariva la Mamma, mi trovavo Gesù. In questo cammino molte cose mi hanno detto. Gesù e la Mamma erano molto affabili, con una dolcezza che incantava, io ho dimenticato tutto, le mie amarezze, anche la loro stessa privazione, credevo di non più perderli. Oh! com’è facile dimenticare il male davanti al bene. Ora, all’ultimo del cammino la Celeste Mamma mi ha preso in braccia, io ero piccina, piccina e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, voglio corroborarti in tutto”.

(3) E pareva che con la sua santa mano mi segnava la fronte, come se scrivesse e vi mettesse un suggello; poi, come se scrivesse negli occhi, nella bocca, nel cuore, nelle mani e piedi, e poi vi metteva il suggello. Io volevo vedere ciò che Lei mi scriveva, ma io non sapevo leggere quello scritto, solo alla bocca ho visto due lettere che dicevano: “Annientamento di ogni gusto”. Ed io subito ho detto: “Grazie, oh! Mamma, mi togli ogni gusto che non sia Gesù”. Volevo capire altro, ma la Mamma mi ha detto:

(4) “Non è necessario che lo sappia; abbi fiducia in Me, ti ho fatto ciò che ci voleva”.

(5) Mi ha benedetto ed è scomparsa, ed mi son trovata in me stessa. Onde dopo è ritornato il mio dolce Gesù, era tenero bambinello, vagiva, piangeva e tremava per il freddo; si è gettato nelle mie braccia per essere riscaldato. Io mi l’ho stretto forte forte, e secondo il mio solito mi fondevo nel suo Volere per trovare i pensieri di tutti insieme coi miei e circondare il tremante Gesù con le adorazioni di tutte le intelligenze create; gli sguardi di tutti, per far guardare Gesù e distrarlo da pianto; le bocche, le parole, le voci di tutte le creature, affinché tutte lo baciassero per non farlo vagire, e col loro fiato lo riscaldassero. Mentre ciò facevo, l’infante Gesù non più vagiva, ha cessato dal piangere, e come riscaldato mi ha detto:

(6) “Figlia mia, hai visto che cosa mi faceva tremare, piangere e vagire? L’abbandono delle creature. Tu Me le hai messe tutte intorno, mi sono sentito guardato, baciato da tutti ed Io mi sono quietato dal pianto, ma sappi però che la mia sorte Sacramentale è più dura ancora della mia sorte infantile. La grotta, sebbene fredda, ma era spaziosa, aveva un’aria da respirare; l’ostia è anche fredda, è tanto piccola che quasi mi manca l’aria. Nella grotta ebbi per letto una mangiatoia con un poco di fieno per letto, nella mia Vita Sacramentale anche il fieno mi manca, e per letto non ho altro che metalli duri e gelati. Nella grotta ci aveva la mia cara Mamma, che spesso spesso mi prendeva con le sue purissime mani e mi copriva con baci infuocati per riscaldarmi, mi quietava il pianto, mi nutriva col suo latte dolcissimo; tutto al contrario nella mia Vita Sacramentale, non ci ho una Mamma, se mi prendono, sento il tocco di mani indegne, mani che danno di terra e di letame; oh! come ne sento la puzza, più del letame che sentivo nella grotta, invece di coprirmi con baci, mi toccano con atti irriverenti, ed invece di latte mi danno il fiele dei sacrilegi, della noncuranza, delle freddezze. Nella grotta San Giuseppe non mi fece mancare una lanternina di luce nella notte; qui nel Sacramento, quante volte resto al buio anche la notte? Oh! com’è più dolorosa la mia sorte Sacramentale, quante lacrime nascoste non viste da nessuno, quanti vagiti non ascoltati; se ti ha mosso a pietà la mia sorte infantile, molto ti deve muovere a pietà la mia sorte Sacramentale”.