MaM
Messaggio del 25 dicembre 1997: Cari figli,anche oggi gioisco con voi e vi invito al bene. Desidero, che ognuno di voi mediti e porti la pace nel suo cuore e dica: 'Io desidero mettere Dio al primo posto nella mia vita!' Così figlioli, ognuno di voi diventerà santo. Dite figlioli, ad ognuno: 'ti voglio bene ' e questi vi ricambierà col bene ed il bene, figlioli, dimorerà nel cuore di ogni uomo. Stasera, figlioli, vi porto il bene di mio figlio che ha dato la sua vita per salvarvi. Perciò, figlioli, gioite e tendete le mani a Gesù, che è solo bene. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 12-136 Settembre 2, 1920 Martirio d’amore e di dolore di Gesù per la mancanza della compagnia della creatura.

(1) Vivo quasi in continue privazioni, al più il mio dolce Gesù si fa vedere e come lampo mi sfugge, ah! solo Gesù sa il martirio del mio povero cuore. Ora stavo pensando all’amore con cui ha tanto sofferto per noi, ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, il mio primo martirio fu l’amore, e l’amore mi partorì il secondo martirio: Il dolore. Ogni pena era preceduta da mari immensi d’amore, ma quando il mio amore si vide solo, abbandonato dalla maggior parte delle creature, Io deliravo, smaniavo, e non trovando a chi darsi si concentrava in Me, affogandomi e dandomi tale pene, che tutte le altre pene mi parevano refrigerio a confronto di queste. Ah! se avessi compagnia nell’amore mi sentirei felice, perché tutte le cose con la compagnia acquistano la felicità, si diffondono, si moltiplicano; l’amore vicino ad un altro amore è felice, fosse pure un piccolo amore, perché trova a chi darsi, a chi farsi conoscere, a chi poter dar vita col suo stesso amore, ma vicino a chi non l’ama, a chi lo disprezza, a chi non si cura di lui, è ben infelice perché non trova la via per comunicarsi e per dargli vita. La bellezza vicina alla bruttezza si sente disonorata e pare che si fuggono a vicenda, perché il bello odia la bruttezza e la bruttezza si sente più brutta vicino alla bellezza, ma il bello vicino all’altro bello è felice ed a vicenda si comunicano la loro bellezza, così di tutte le altre cose. Che giova al maestro essere dotto, aver tanto studiato se non trova un alunno a chi imparare? Oh! com’è infelice non trovando a chi insegnare tanta dottrina; che giova al medico aver compreso l’arte della medicina se nessun infermo lo chiama per far conoscere la sua valentia? Che giova al ricco essere ricco se nessuno lo avvicina, ed essendo solo, ad onta delle sue ricchezze, non trovando la via a chi farle conoscere e comunicarle, forse si morrà della fame? La sola compagnia è quella che felicita tutti, fa svolgere il bene, lo fa crescere, l’isolamento infelicità e sterilisce tutto. Ah! figlia mia, oh! come il mio amore soffre questo isolamento, e quei pochi che mi fanno compagnia formano il mio refrigerio e la mia felicità”.