(1) Stavo secondo il mio solito portando al mio dolce Gesù, tutta l’umana famiglia, pregando, riparando, sostituendomi a nome di tutti per ciò che ciascuno è in dovere di fare, ma mentre ciò facevo un pensiero mi ha detto: “Pensa e prega per te stessa, non vedi in che stato penoso ti sei ridotta?” E quasi mi accingevo a farlo, ma il mio Gesù movendosi nel mio interno e tirandomi a Sé mi ha detto:
(2) “Figlia mia, perché vuoi scostarti dalla mia somiglianza? Io non pensai mai a Me stesso, la santità della mia Umanità fu il pieno disinteresse, nulla feci per Me, ma tutto soffrii e feci per le creature, il mio amore può dirsi vero, perch’è improntato dal mio proprio disinteresse, dove c’è l’interesse non si può dire che c’è una fonte di verità; ma però l’anima col disinteresse proprio è la più che si fa avanti, e mentre si fa avanti il mare della mia grazia la prende da dietro inondandola, in modo da farla restare tutta sommersa senza che lei ci pensasse; invece chi pensa a sé stessa è l’ultima, ed il mare della mia grazia le sta davanti e deve lei a forza di braccio solcare il mare, se pure gli riesce, perché il pensiero di sé stessa li creerà tanti intoppi, da incuterle timore di gettarsi nel mio mare, e passa pericolo di restare alla riva”.