(1) Mi sentivo molto afflitta e tutta sola, senza appoggio di nessuno; ed il mio dolce Gesù mi ha stretto fra le sue braccia, sollevandomi in aria e mi ha detto:
(2) “Figlia mia, la mia Umanità quando viveva sulla terra, viveva a mezza aria, tra il Cielo e la terra, avendo tutta la terra sotto, e tutto il Cielo sopra di Me, e col vivere in questo modo, Io cercavo di attirare tutta la terra in Me, e tutto il Cielo e farne una sol cosa. Se Io avessi voluto vivere a piano terra, non avrei potuto tirare tutto in Me, al più qualche punto. E’ vero che il vivere a mezza aria mi costò molto, non avevo né dove poggiarmi né a chi poggiarmi, e solo le cose di stretta necessità erano date alla mia Umanità, del resto ero sempre solo e senza alcun conforto, ma ciò era necessario, prima per la nobiltà della mia persona, che non conveniva vivere nel basso, con appoggi umani vili e manchevoli; secondo, per il grande ufficio della Redenzione, che doveva tenere la supremazia su tutto. Quindi, mi conveniva vivere nell’alto, sopra di tutti.
(3) Ora, a chi chiamo alla mia somiglianza, la metto nelle stesse condizioni che misi la mia Umanità, perciò il tuo poggio son’Io, le mie braccia sono il tuo sostegno, e facendoti vivere nelle mie braccia a mezza aria, ti possono giungere le sole cose di stretta necessità. Per chi vive nel mio Volere, distaccato da tutti, tutto a Me, il di più delle strette necessità sono cose vili ed un degradarsi della sua nobiltà, e se li vengono dati gli appoggi umani, sente la puzza dell’umano ed essa stessa li allontana”.
(4) Poi ha soggiunto: “Come l’anima entra nel mio Volere, il suo volere resta legato col mio Voler Eterno, ed ancorché lei non ci pensi, essendo restato legato il suo volere al Mio, ciò che fa il mio Volere fa il suo, ed insieme con Me corre a bene di tutti”.