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Messaggio del 6 agosto 2021:Senza Dio non avete ne’ futuro ne’ vita eterna per questo convertitevi e ritornate a Dio.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 12-124 Marzo 14, 1920 Il martirio dell’amore sorpassa in modo quasi infinito tutti gli altri martiri insieme.

(1) Il mio stato è sempre più doloroso, e mentre nuotavo nel mare immenso delle privazioni del mio dolce Gesù, della mia vita, del mio tutto, io non potevo farne a meno di lamentarmi ed anche di dire qualche sproposito; ed il mio Gesù, movendosi nel mio interno mi ha detto sospirando:

(2) “Figlia mia, tu sei per il mio cuore il martirio più duro, il dolore più crudo, ed ogniqualvolta ti veggo gemere ed impietrita dal dolore della mia privazione, il mio martirio si fa più acerbo, ed è tanto lo spasimo, che son costretto a sospirare e gemendo dico: “Oh! uomo, quanto mi costi, tu formasti il mio martirio per la mia Umanità, che presa da follia d’amore per te si sobbarcò a tutte le tue pene, e continui a formare il martirio di chi presa d’amore per Me e per te si offerì vittima per Me e per causa tua, sicché il mio martirio è continuo, anzi lo sento più al vivo, perché è martirio di chi mi ama, e il martirio dell’amore sorpassa in modo quasi infinito tutti gli altri martiri insieme”.

(3) Poi, avvicinando la sua bocca all’orecchio del mio cuore, diceva gemendo:

(4) “Figlia mia! figlia mia! povera figlia! solo il tuo Gesù può comprenderti e compatirti, perché sento nel mio cuore il tuo stesso martirio”.

(5) Poi ha soggiunto: “Senti, figlia mia, se l’uomo col castigo della guerra si fosse umiliato ed entrato in sé stesso, non sarebbero necessari altri castighi, ma l’uomo si è imperversato di più, quindi, per far entrare l’uomo in sé stesso, sono necessari i castighi più terribili della stessa guerra, ciò che avverrà, perciò la giustizia va formando vuoti, e se sapessi qual vuoto si fa formando nella mia giustizia col mio non venire da te, ne tremeresti, perché venendo a te la mia giustizia la faresti tua, e prendendo su di te le pene, riempiresti i vuoti che l’uomo fa col peccato; non l'hai fatto per tanti anni? Ma ora l’ostinazione dell’uomo lo rende indegno di questo gran bene, e perciò ti privo spesso di Me; e vedendoti martirizzata per causa mia, è tanto il mio dolore che deliro, gemo, sospiro, e son costretto a nasconderti i miei gemiti, senza neppure poterli sfogare con te, per non darti più pene”.