MaM
Messaggio del 2 luglio 2008:“Cari figli, con amore materno vi voglio stimolare all’amore verso il prossimo. Che mio Figlio sia la fonte di questo amore. Lui che poteva fare tutto con la forza ha scelto l’amore dando l’esempio a voi. Anche oggi Dio attraverso me vi trasmette l’immensa bontà e voi, figli miei, avete il dovere di rispondere ad essa. Con la stessa bontà e generosità comportatevi con le anime che incontrate. Che il vostro amore le converta. In questo modo mio Figlio e il suo amore risorgeranno in voi. Vi ringrazio!” La Madonna ha aggiunto: “I vostri pastori devono essere nei vostri cuori e nelle vostre preghiere”.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 12-101 Maggio 8, 1919 Causa e necessità delle pene che la Divinità diede all’Umanità di Gesù. Causa perché ha ritardato in farle conoscere.

(1) Trovandomi nel solito mio stato, stavo pensando alle pene del mio adorabile Gesù, specie a quelle che le fece patire la Divinità alla santissima Umanità di Nostro Signore. In questo mentre, mi son sentita tirare dentro del cuore del mio Gesù, e vi prendevo parte alle pene del suo cuore santissimo che gli faceva soffrire la Divinità nel corso della sua Vita sulla terra. Queste pene sono ben diverse da quelle che il benedetto Gesù soffrì nel corso della sua Passione per mano dei giudei, sono pene che quasi non si possono dire. Io, da quel poco che prendevo parte, so dire che vi sentivo un doloro acuto, acerbo, accompagnato da uno strappo dello stesso cuore, da sentirmi in realtà morire; che poi Gesù quasi con un prodigio del suo amore mi ridava la vita. Onde il mio dolce Gesù, dopo che ho sofferto, mi ha detto:

(2) “Figlia delle mie pene, sappi che le pene che mi diedero i giudei furono ombra a quelle che mi diede la Divinità, e ciò era giusto per ricevere piena soddisfazione. L’uomo, peccando, non solo offende la Maestà Suprema esternamente, ma anche internamente, e deturpa nel suo interno la parte divina che gli fu infusa nel crearlo, sicché il peccato prima si forma nell’interno dell’uomo, e poi esce all’esterno, anzi, molte volte è la parte più minima che esce all’esterno, il molto resta nell’interno. Ora, le creature erano incapaci di penetrare nel mio interno e farmi soddisfare con pene la gloria del Padre, che con tante offese del loro interno gli avevano negato; molto più che queste offese ferivano la parte più nobile della creatura, qual è l’intelletto, la memoria e la volontà, dove vi è suggellata l’immagine divina; chi doveva dunque prendere quest’impegno, se la creatura era incapace? Perciò fu quasi necessario che la Divinità stessa, prendesse questo impegno e mi facesse da carnefice amoroso, e per quanto amoroso più esigente, per ricevere piena soddisfazione per tutti i peccati fatti nell’interno dell’uomo. La Divinità voleva l’opera completa e la piena soddisfazione della creatura, si dell’interno che dell’esterno, sicché nella Passione che mi diedero i giudei, soddisfeci la gloria esterna del Padre, che le creature gli avevano tolto; nella Passione che mi diede la Divinità in tutto il corso della mia Vita, soddisfeci il Padre per tutti i peccati dell’interno dell’uomo, da ciò potrai comprendere che le pene che soffrii per le mani della Divinità, superano di gran lungo le pene che mi diedero le creature, anzi, quasi non possono paragonarsi insieme e sono meno accessibili alla mente umana. Come dall’interno dell’uomo all’esterno c’é gran differenza, molto più c’é differenza tra le pene che m’inflisse la Divinità a quelle delle creature che mi diedero nell’ultimo della mia Vita, le prime erano strappi crudeli, dolori sovrumani, capaci di darmi morte, e ripetute morti nei parti più intime, si dell’anima che del corpo; neppure una fibra mi era risparmiata; nelle seconde erano dolori acerbi, ma non strappi capaci di darmi morte ad ogni pena, ma la Divinità ne teneva il potere ed il Volere. Ah! quanto mi costa l’uomo, ma l’uomo ingrato non si cura di Me e non cerca di comprendere quanto l’ho amato e sofferto per lui, tanto che neppure ha giunto a capire tutto ciò che soffrii nella Passione che mi diedero le creature, e se non capiscono il meno, come possono il più che ho sofferto per loro? Perciò ritardo a rivelare le pene innumerevoli ed inaudite che mi diede la Divinità per causa loro, ma il mio amore vuole sfogo e ricambio d’amore, perciò chiamo te nell’immensità ed altezza del mio Volere, dove tutte queste pene stanno in atto, e tu non solo vi prendi parte, ma a nome di tutta l’umana famiglia le onori e vi dai il ricambio d’amore, ed insieme con Me sostituisci a tutto ciò che le creature sono obbligate, ma con sommo mio dolore e con sommo loro danno, non si danno nessun pensiero”.