MaM
Messaggio del 25 luglio 2005:Cari figli, anche oggi vi invito a riempire la vostra giornata con brevi e ardenti preghiere. Quando pregate il vostro cuore è aperto e Dio vi ama con amore particolare e vi dona grazie particolari. Perciò utilizzate questo tempo di grazia e dedicatelo a Dio come mai prima d’ora. Fate novene di digiuno e di rinunce affinchè satana sia lontano da voi e la grazia sia intorno a voi. Io vi sono vicina e intercedo presso Dio per ognuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Luisa Piccarreta (Libro di Cielo) - 12-94 Marzo 18, 1919 Gesù nel suo Concepimento, concepì tutte le anime, le pene e le morti loro.

(1) Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù, facendosi vedere, mi ha tirato nell’immensità del suo Santissimo Volere, in cui faceva vedere come in atto il suo concepimento nel seno della Mamma Celeste. Oh! Dio, che abisso d’amore. Ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia del mio Volere, vieni a prendere parte alle prime morti ed alle pene che soffrì la mia piccola Umanità dalla mia Divinità nell’atto del mio concepimento. Come fui concepito, concepii insieme con Me tutte le anime, passate, presenti e future, come mia propria Vita, concepii insieme le pene e le morti che per ciascuna dovevo soffrire. Dovevo incorporare tutto in Me, anime, pene e morte che ciascuna doveva subire, per dire al Padre: “Padre mio, non più guarderai la creatura, ma Me solo, ed in Me troverai tutti, ed Io soddisfarò per tutti. Quante pene vuoi, te le darò; vuoi che subisca ciascuna morte per ognuno, la subirò; tutto accetto purché dia vita a tutti”. Ecco perciò ci voleva un Volere e potere divino, per darmi tante morti e tante pene, ed un potere e Volere Divino a farmi soffrire; e siccome nel mio Volere stanno in atto tutte le anime e tutte le cose, sicché non in modo astrattivo o intenzionale come qualcuno può pensare, ma in realtà, tenevo in Me tutti immedesimati con Me, formavano la mia stessa Vita, in realtà morivo per ciascuno e soffrivo le pene di tutti. E’ vero che ci concorreva un miracolo della mia onnipotenza, il prodigio del mio immenso Volere: senza della mia Volontà la mia Umanità non avrebbe potuto trovare ed abbracciare tutte le anime, né poter morire tante volte. Onde la mia piccola Umanità, come fu concepita, incominciò a soffrire l’alternative delle pene e delle morti, e tutte le anime nuotavano in Me come dentro d’un vastissimo mare, formavano membra delle mie membra, sangue del mio sangue, cuore del mio cuore. Quante volte la mia Mamma, prendendo il primo posto nella mia Umanità, sentiva le mie pene e le mie morti e ne moriva insieme con Me, come mi era dolce trovare nell’amore della mia Mamma l’eco del mio, sono misteri profondi dove l’intelletto umano, non comprendendo bene, pare che si smarrisce, perciò, vieni nel mio Volere e prendi parte alle morti ed alle pene che subii non appena fu compiuto il mio concepimento. Da ciò potrai comprendere meglio quello che ti dico”.

(3) Non so dire come mi son trovata nel seno della mia Regina Mamma, dove vedevo l’Infante Gesù piccolo piccolo; ma sebbene piccino, conteneva tutto; dal suo cuore s’è spiccato un dardo di luce nel mio, e come mi penetrava sentivo darmi morte, e come usciva mi ritornava la vita. Ogni tocco di quel dardo produceva un dolore acutissimo, da sentirmi disfare ed in realtà morire, e poi col suo stesso tocco mi sentivo rivivere, ma io non ho parole giuste ad esprimermi e perciò faccio punto...